La prima morte per coronavirus accertata negli Stati Uniti è avvenuta il 6 febbraio, tre settimane prima di quanto si pensasse
La prima morte per coronavirus accertata negli Stati Uniti è avvenuta il 6 febbraio, tre settimane prima di quanto si pensasse. Lo ha comunicato oggi l’ufficio sanitario della contea di Santa Clara in California, dopo avere compiuto delle analisi post mortem su alcune persone morte a febbraio. «Significa che il coronavirus circolava nella comunità molto prima di quanto avessimo documentato e molto prima di quanto pensassimo», ha dichiarato Sara Cody, responsabile della sanità pubblica della contea di Santa Clara, al San Francisco Chronicle.
Fino ad oggi la prima morte accertata per coronavirus era considerata quella di un cinquantenne di Washington, avvenuta il 29 febbraio. La prima morte accertata in Italia è stata quella di Adriano Trevisan, 78enne di Vo’, avvenuta il 21 febbraio.
«Il medico legale ha eseguito autopsie su due persone morte in casa il 6 febbraio 2020 e il 17 febbraio 2020 – si legge invece nel comunicato dell’ufficio sanitario – I campioni delle due persone sono stati inviati ai centri per il controllo e la prevenzione delle malattie. Oggi l’ufficio del medico legale ha ricevuto conferma che i campioni di tessuto di entrambi i casi sono positivi per SARS-CoV-2 (il virus che causa la COVID-19)».
In quella fase venivano testati per il virus soltanto i soggetti che avessero dichiarato di aver viaggiato in paesi dove l’epidemia si era già diffusa (in particolare provenienti dalla Cina) o che chiedessero assistenza medica manifestando i sintomi della malattia. La notizia della morte in California potrebbe ora permettere di migliorare la comprensione di come l’epidemia si sia diffusa negli Stati Uniti, dove i morti hanno superato i 45.000 e i casi confermati di contagio sono più di 810.000.