I 50 migliori film su RaiPlay ad aprile
Compresi diversi film italiani, qualcuno di qualche decennio fa, e un po' di film – recenti e non – in cui non si parla in inglese
Nelle ultime settimane abbiamo scelto i 50 migliori film di Netflix e di Amazon Prime Video, per chi è iscritto a quei servizi o ha pensato di iscriversi in queste ultime settimane. Ora è il turno di RaiPlay, la piattaforma gratuita nella Rai, rimessa a nuovo qualche mese fa. Rispetto agli altri servizi, RaiPlay ha un po’ meno film degli ultimi anni, ma il suo catalogo si fa di certo interessante andando un po’ più indietro. Come era facile prevedere, rispetto agli elenchi di Netflix e Amazon Prime Video, questo ha anche più film italiani, recenti e non.
Qualche precisazione: l’elenco dei film cambia di continuo e con il passare dei giorni alcuni di questi articoli potrebbero nel frattempo essere stati rimossi. Inoltre, “migliori” vuol dire tendenzialmente riconosciuti belli, o comunque – anche senza Oscar e recensioni adoranti – capaci di farsi apprezzare e ricordare.
Babel
Uscì nel 2006, diretto da Alejandro González Iñárritu, che con questo film drammatico con Brad Pitt e Cate Blanchett concluse la sua “Trilogia sulla morte”, iniziata con Amores perros e proseguita con 21 grammi. È ambientato in Marocco e parla di una tragedia familiare dalle tante, gravi e complicate conseguenze.
Captain Fantastic
Una commedia drammatica con Viggo Mortensen, che recita la parte di un intellettuale anarchico che ha scelto di crescere i figli nei boschi, lontano dalla società, ma che a un certo punto deve tornarci, nella società. Mortensen che, tra l’altro, sembra essere proprio una bella persona.
Dallas Buyers Club
Diretto da Jean-Marc Vallée e con protagonisti Matthew McConaughey e Jared Leto, entrambi candidati all’Oscar per la loro interpretazione. È ispirato alla storia vera di Ron Woodroof (McConaughey), un rude elettricista texano, razzista e omofobo, a cui viene diagnosticato l’HIV e che comincia a utilizzare farmaci sperimentali, prima corrompendo un infermiere dell’ospedale, dove incontra Rayon (Leto), una transessuale sieropositiva, e poi procurandosi da solo le medicine in Messico.
Divorzio all’italiana
Una commedia dei primi anni Sessanta premiata con l’Oscar per la miglior sceneggiatura. Ci sono Marcello Mastroianni, Daniela Rocca e Stefania Sandrelli. Il regista è Pietro Germi e il film ha molto a che fare anche con il “delitto d’onore”.
Francofonia
Un film non facile, descritto come ostico e meditativo, che parla di arte, vita e morte; e di cui RaiPlay parla così: «Tra i massacri e le rovine della Seconda Guerra Mondiale, l’alto funzionario dell’amministrazione francese Jacques Audiard collabora con il tedesco Franz Wolff-Metternich per proteggere il tesoro del Museo del Louvre. Sokurov racconta la loro storia, esplorando il rapporto tra arte e potere al culmine di uno dei conflitti più devastanti cui il mondo abbia mai assistito».
Gimme Danger
Diretto da di Jim Jarmusch, un documentario sugli Stooges e il loro frontman Iggy Pop.
Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo
Interpretati, nell’ordine, da Alberto Sordi, Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi e Gino Cervi. E poi c’è anche Nino Manfredi. Uscì nel 1956.
Hanna
«Addestrata dal padre, agente della CIA, l’adolescente Hanna è pronta al combattimento ma è attratta dalla vita normale». L’adolescente Hanna è una giovane Saoirse Ronan.
I soliti ignoti
Un’altra grande commedia italiana, che uscì nel 1958, diretta da Mario Monicelli e con, tra gli altri, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Totò e Claudia Cardinale. Parla di un gruppo di ladri improvvisati che si fa aiutare da un anziano scassinatore per rubare il contenuto di una cassaforte. È stato ripreso da tantissimi altri film di bande e di rapine ed è pieno di frasi e scene memorabili. Si ride per le battute, per certi eventi e certi personaggi, che si muovono però in un contesto spesso drammatico.
Il capitale umano
È uno dei dieci film (e uno dei due italiani) scelti dalla redazione del Post tra i film del decennio passato. Perché è davvero ben fatto, ma anche perché è stato il film italiano più significativo di cose che stavano accadendo al paese anche dove il paese era meno raccontato. «Avete scommesso sulla rovina di questo paese. E avete vinto».
Il club
Del cileno Pablo Larraín, parla di quattro sacerdoti che vivono in una casa isolata e che sono lì, sorvegliati da una donna, per provare a espiare i loro peccati. A un certo punto arriva un quinto uomo.
Il labirinto del fauno
Film del 2006 di Guillermo del Toro, ambientato nella Spagna di Francisco Franco. Cinematografo lo ha definito «un dramma favolistico e spaventoso, sospeso tra Goya e il fascismo spagnolo».
Il massacro di Fort Apache
Uscì nel 1948. Il regista è John Ford e fa parte della sua “trilogia della cavalleria”, insieme a I cavalieri del Nord Ovest e Rio Bravo (un titolo che ha tutta una storia dietro). Ci recitano, tra gli altri, John Wayne (proprio lui), Henry Fonda e Shirley Temple. È ambientato dopo la fine della Guerra civile e parla, semplificando un po’, della contrapposizione tra un soldato che vuole trattare con i nativi americani e uno che invece è molto più propenso a combattere. Il titolo spiega chi ha la meglio ed è ancora uno di quei film in cui non c’era questa grande cura nella rappresentazione degli “indiani” e del loro punto di vista.
Il falsario
Film del regista austriaco Stefan Ruzowitzky che racconta «la vera storia dell’Operazione Bernhard, ideata dai nazisti per mettere in ginocchio la Gran Bretagna».
Il mostro
Film del 1994, diretto da Roberto Benigni e basato sulla sceneggiatura scritta da Benigni in collaborazione con Vincenzo Cerami. Loris, che abita alla periferia di Roma, viene scambiato per un maniaco che ha seviziato e ucciso decine di donne. Per smascherarlo la polizia gli mette in casa una coraggiosa poliziotta.
It might get loud
Un documentario sulla chitarra elettrica, in cui a parlarne sono tre che se ne intendono.
Il sospetto
Film del 1941, quindi in bianco e nero, su una giovane ereditiera che «nutre dei dubbi sul consorte nullatenente». Il sospetto del titolo «è che l’uomo sia un assassino e voglia ucciderla per interesse». È di quel tale, Alfred Hitchcock, e lui e lei sono Cary Grant e Joan Fontaine.
King Kong
Uscì nel 1933, diretto da Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack, e fu il primo di una lunga serie. Andò benissimo e la scena in cima all’Empire State Building la conoscono tutti. Nel 2002 Roger Ebert scrisse che, nonostante il film fosse oggettivamente lento e nemmeno molto ben recitato, aveva ancora «qualcosa di primordiale e senza tempo che, in qualche modo, continuava a funzionare».
L’albero degli zoccoli
Se non si era capito, il punto di forza di RaiPlay rispetto ad altri servizi è (oltre al non trascurabile fatto di essere gratuito) l’avere tanti ottimi film di qualche decennio fa, molti dei quali italiani. Questo, diretto da Ermanno Olmi, è un monumentale film di tre ore interamente in dialetto bergamasco, ambientato a Palosco, nella campagna lungo il fiume Serio. Olmi utilizzò come attori veri contadini, per raccontare la storia di quattro famiglie che vivono in una cascina. L’albero del titolo è quello che uno dei padri taglia di nascosto per ricavarne un nuovo paio di zoccoli per il figlio.
La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler
Film del 2004 con Bruno Ganz che interpreta il dittatore tedesco Adolf Hitler, raccontato nei suoi ultimi giorni di vita, quelli trascorsi nel bunker sotterraneo mentre Berlino veniva conquistata dall’Armata Rossa. Ha una scena diventata un meme, ma merita di essere visto tutto, non come un meme.
La città proibita
È diretto da Zhang Yimou, e ambientato nella Cina del Decimo secolo. RaiPlay lo presenta così: «L’imperatore Ping della dinastia Tang decide di tornare inaspettatamente a palazzo per celebrare la festa dei crisantemi. A corte, però, i freddi rapporti con i figli e la giovane imperatrice denunciano un complotto politico imminente».
La duchessa
Dramma storico e sentimentale del 2008 con Keira Knightley e Ralph Fiennes. È tratto dalla storia di Georgiana Spencer, la quale, data in sposa a 17 anni al duca del Devonshire, si ritrovò in un matrimonio infelice e si dedicò alla moda e alla politica. Tra le altre cose, Georgiana Spencer è antenata di Diana Spencer.
La scala musicale
RaiPlay ha diversi film con Stanlio e Ollio, una delle coppie comiche più note della storia del cinema. Questo, piuttosto famoso, vinse l’Oscar per il miglior cortometraggio.
La mafia uccide solo d’estate
È il primo film di Pif, nome d’arte di Pierfrancesco Diliberto, e ha per protagonisti lo stesso Pif e Cristiana Capotondi. È una commedia drammatica ambientata a Palermo e racconta con toni ironici e qualche volta paradossali il periodo che va dagli anni Settanta ai primi anni Novanta, la stagione più violenta di Cosa Nostra.
La tenerezza
È diretto da Gianni Amelio, è tratto dal romanzo di Lorenzo Marone La tentazione di essere felici, è ambientato a Napoli ed è un film drammatico sui tanti intrecci e problemi nelle vite di padri, figli, fratelli, sorelle e fidanzati di due famiglie. Ci recitano Giovanna Mezzogiorno, Micaela Ramazzotti, Elio Germano e Greta Scacchi; per la sua interpretazione in questo film Renato Carpentieri ha vinto il David di Donatello per il Miglior protagonista.
Le catene della colpa
Un celebre noir del 1947, per gli amanti del genere (o i coraggiosi curiosi). «Jeff Bailey gestisce una stazione di servizio e sogna una vita tranquilla con Ann, ma scopre» – scrive RaiPlay – «di non poter sfuggire al proprio passato di detective privato quando un ex datore di lavoro e la ex amante, moglie di quest’ultimo, lo irretiscono in una trappola fatale».
Le meraviglie
Diretto da Alice Rohrwacher, racconta la storia di Gelsomina, che «nella campagna umbra, vive tra le faccende familiari, le “meraviglie” promesse da una esotica conduttrice tv e la conoscenza di un ragazzo sulla strada del reinserimento per condanne penali».
Lo chiamavano Jeeg Robot
Insolito film italiano, con Claudio Santamaria a fare il supereroe e Luca Marinelli a fare l’antagonista. È il primo film di Gabriele Mainetti e, tra le tante altre cose, e dopo averlo visto potreste ritrovarvi a cantare per giorni “Un’emozione Da Poco” di Anna Oxa e “Ti stringerò” di Nada.
Le vite degli altri
Apprezzato film tedesco del 2006, che vinse il premio Oscar per il miglior film straniero e parla di Stasi, l’organo di spionaggio della Repubblica Democratica Tedesca.
No – I giorni dell’arcobaleno
È del 2012, di Pablo Larraín, ed è l’adattamento di uno spettacolo teatrale che parla di una campagna politica, ma fatta come si facevano le campagne pubblicitarie, contro la dittatura di Augusto Pinochet, nel Cile di fine anni Ottanta.
Non essere cattivo
Terzo e ultimo film di Claudio Caligari. Il primo, Amore tossico, uscì nel 1983; il secondo, L’odore della Notte, nel 1998. Questo uscì nel 2015, l’anno della morte di Caligari. Parla di droga e criminalità ed è ambientato nel 1995 a Ostia.
Papillon
Film del 1973 ispirato a una storia vera (leggetela dopo il film, nel caso) e con protagonisti Steve McQueen e un giovane Dustin Hoffman, che interpretano due criminali rinchiusi in un carcere su un’isola sperduta della Guiana Francese, negli anni Trenta. Il film racconta i loro disperati tentativi di evadere. La sceneggiatura è di Dalton Trumbo, famoso scrittore e sceneggiatore, la cui vita è a sua volta un film.
Pietà
Un film sudcoreano che non è Parasite. È del 2012, di Kim Ki-duk, e fu premiato con il Leone d’oro al Festival di Venezia. Parla di uno strozzino dai modi violenti e dalla discutibilissima etica che incontra una donna che dice di essere sua madre. Su Wired, Lorenza Negri ne ha parlato come di un film «sconvolgente e straziante» e Hollywood Reporter fece notare come in poco tempo passava dall’essere un film incredibilmente violento all’essere uno «studio psicologico» sui suoi personaggi. Il titolo, che è Pietà anche fuori dall’Italia, è un riferimento a quella di Michelangelo.
Quell’ultimo ponte
«Olanda, 1944. Per sfondare la linea Sigfrido, gli anglo-americani lanciano 35000 paracadutisti oltre le difese tedesche. Super cast in un classico bellico tratto dal best seller di Cornelius Ryan». Di Richard Attenborough. Con – preparatevi che è una gran bella lista – Sean Connery, Gene Hackman, Michael Caine, Elliott Gould, Laurence Olivier, James Caan, Anthony Hopkins e Liv Ullmann, tra gli altri.
S is for Stanley
Un documentario del 2016 di Alex Infascelli, che racconta, spiega RaiPlay, «la storia di Emilio D’Alessandro, autista personale di Stanley Kubrick. Un’amicizia che ha attraversato trent’anni di vita, costruito quattro capolavori della storia del cinema e unito due persone, apparentemente opposte che hanno trovato lontano da casa il proprio compagno di viaggio ideale».
Santiago, Italia
Di Nanni Moretti, un documentario su come l’ambasciata italiana a Santiago del Cile diede rifugio agli oppositori del dittatore Augusto Pinochet.
Sacco e Vanzetti
Del 1971, di Giuliano Montaldo. Con Gian Maria Volonté che fa Bartolomeo Vanzetti
e Riccardo Cucciolla che fa Nicola Sacco, i due anarchici al centro di una famosa e drammatica vicenda nell’America degli anni Venti.
Siamo uomini o caporali
Uscì nel 1955 ed è un film in cui il personaggio di Totò racconta a un medico vari episodi in cui, nella sua vita, è stato vittima di “caporali”. In ogni episodio, i caporali sono interpretati da Paolo Stoppa. Prima dei vari episodi, c’è questo discorso:
L’umanità, io l’ho divisa in due categorie di persone: Uomini e caporali.
La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali, per fortuna, è la minoranza.
Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare per tutta la vita, come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza mai la minima soddisfazione, sempre nell’ombra grigia di un’esistenza grama.
I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza averne l’autorità, l’abilità o l’intelligenza ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque.
Dunque dottore ha capito? Caporale si nasce, non si diventa! A qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso, hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi. Pensano tutti alla stessa maniera.
Sicario
Film del 2015 diretto da Denis Villeneuve e interpretato da Emily Blunt e Benicio del Toro. Ha per protagonista un agente dell’FBI che prende parte a un’operazione per contrastare il narcotraffico al confine tra Stati Uniti e Messico; nel corso del film farà fatica a capire chi è “buono” e chi “cattivo”.
Suburbicon
Diretto da George Clooney ma scritto dai fratelli Joel ed Ethan Coen (e si vede, vedendolo). Ci recitano Matt Damon, Julianne Moore e Oscar Isaac ed è ambientato a fine anni Cinquanta in una città apparentemente tranquillissima, un po’ alla The Truman Show. Solo che la calma dura poco, e da un evento scatenante si generano una serie di imprevedibili, drammatiche e rocambolesche conseguenze.
Suburra
Diretto da Stefano Sollima e tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo; con Pierfrancesco Favino, Claudio Amendola e Elio Germano. Racconta la storia, ambientata a Roma, di una grande speculazione edilizia che coinvolge politici e criminalità romana.
Suspiria
Celebre horror di Dario Argento. Molto horror. La protagonista è una ballerina di danza classica dell’Accademia di Friburgo, in Germania, dove succedono cose alquanto strane.
The Hateful Eight
Il film di Quentin Tarantino dopo Django Unchained e prima di C’era una volta…a Hollywood. Un western nevoso e molto molto parlato. Lo avete letto, l’altro suo finale?
The Hurt Locker
Diretto da Kathryn Bigelow, l’unica donna ad aver vinto l’Oscar per la miglior regia, racconta la storia di un gruppo di artificieri e sminatori dell’esercito statunitense in missione in Iraq. Lo sceneggiatore è il giornalista Mark Boal, che fece l’inviato durante la guerra in Iraq, seguendo proprio una squadra di artificieri. Il Guardian lo mise tra i nove “miglior film” (agli Oscar) migliori di sempre.
The Post
Un buon film, sul giornalismo, diretto da Steven Spielberg e interpretato da Tom Hanks e Meryl Streep. Il Post del film è il Washington Post e la storia di cui parla è quella dei Pentagon Papers, documenti riservati del Dipartimento della Difesa americano sulla strategia degli Stati Uniti in Vietnam, relativi al periodo compreso tra il 1945 e il 1967.
The Wolf of Wall Street
Uno dei dieci film degli ultimi dieci anni, secondo il Post. Per quello di cui parla e per come lo fa (che alla fine è quello per cui piace o non piace quasi ogni film) e perché il regista è Martin Scorsese e il protagonista Leonardo DiCaprio, due a cui in genere viene bene, quella cosa di fare film.
The Woman Who Left
Dura quasi quattro ore, è in bianco e nero e ha lunghe inquadrature fisse. Per quelli che non sono scappati, ne parlammo qui.
Timbuktu
Film franco-mauritano del 2014, che RaiPlay presenta così: «Non lontano da Timbuktu, ora governata dai fondamentalisti islamici, Kidane vive pacificamente tra le dune con la moglie Satima, la figlia Toya e il pastore 12enne Issan. In città, la gente soffre impotente per il regime di terrore imposto dai jihadisti, determinati a controllare la loro fede».
Torneranno i prati
L’ultimo film di Ermanno Olmi, che parla di Prima guerra mondiale ed è ambientato nel 1917 in Veneto, sull’altopiano di Asiago.
Una questione privata
Il film di Paolo e Vittorio Taviani, tratto dal celebre romanzo di Beppe Fenoglio, pubblicato nel 1963. Il film racconta la storia di un giovane partigiano e del suo amore per una ragazza, durante la Resistenza contro il fascismo. Nel film il protagonista, Milton, è interpretato da Luca Marinelli, mentre Valentina Bellè è la ragazza, Fulvia.