Il piano di Trump per ritornare alla normalità
Il presidente lo ha presentato ai governatori e non è vincolante: prevede riaperture di scuole e negozi in tre fasi
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha presentato ai governatori degli stati un documento con delle direttive non vincolanti per la riapertura «graduale e ponderata» di scuole e negozi e per la ripresa generale dell’economia, in seguito alle misure prese per limitare il contagio da coronavirus. Il documento si intitola “Opening Up America Again”, è lungo 18 pagine e prevede una riapertura in tre fasi, che potrà essere attuata dal primo maggio o anche «immediatamente», ha detto Trump, qualora i governatori degli stati lo ritenessero opportuno.
Trump ha cambiato idea rispetto a tre giorni fa, quando aveva detto di avere l’autorità per decidere quando far ripartire il paese provocando la contrarietà dei governatori, che sono responsabili della sanità nei loro stati. Ieri ha invece assicurato che saranno loro a decidere e che saranno sostenuti interamente dal governo centrale. Li ha anche rassicurati che le restrizioni non saranno tolte contemporaneamente in tutto il paese ma saranno valutate caso per caso in base alla situazione dei singoli stati e di singole aree al loro interno.
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Nella prima fase il documento consiglia un rigido distanziamento sociale per tutte le persone in un luogo pubblico; le scuole resteranno chiuse, sarà incoraggiato lo smart working e saranno vietati i raduni pubblici con più di dieci persone. Ristoranti, teatri, cinema, stadi, palestre e luoghi di culto potranno riaprire seguendo i protocolli di sicurezza; i bar invece resteranno chiusi.
Nella seconda fase riapriranno le scuole, le persone saranno incoraggiate a mantenere il distanziamento sociale e saranno ancora vietati gli assembramenti con più di 50 persone, a meno che siano state prese adeguate misure di sicurezza. Si potrà inoltre riprendere a viaggiare.
La terza fase prevede un generale ritorno alla normalità (è in questa che i bar potranno riaprire), possibile grazie all’identificazione e all’isolamento di nuove infezioni.
Le linee guida suggeriscono di passare da una fase all’altra dopo un periodo di 14 giorni in cui il numero di casi da coronavirus sarà stabilmente in calo, gli ospedali avranno posti nei reparti e in terapia intensiva per accogliere eventuali nuovi contagiati e saranno stati eseguiti tamponi in modo massiccio. Si raccomanda inoltre che gli stati cerchino di individuare i nuovi casi, facciano test e applichino il contact tracing, e che alcune misure di distanziamento sociale vengano rispettate fino alla fine dell’anno per prevenire un ritorno dei contagi.
Il piano contiene anche delle linee guida per i negozi che riapriranno, come misurare la temperatura, fare test sierologici e disinfettare spesso i locali. Le persone più esposte a problemi respiratori sono invitate a restare al sicuro e isolate finché la zona in cui vivono non entrerà nell’ultima fase; anche in questo caso sono invitate a evitare lo stretto contatto con le persone.
Alcuni governatori hanno giudicato sensato il documento presentato da Trump, altri hanno indicato le difficoltà pratiche che non affronta. Uno dei grossi problemi è che molti stati non sono in grado di eseguire i tamponi e i test sierologici necessari per iniziare anche solo la prima fase, come ha detto il senatore Lindsey Graham: «Abbiamo difficoltà a fare test su larga scala e non puoi tornare al lavoro senza fare altri test». La posizione è condivisa anche da Joe Biden, candidato dei Democratici alla presidenza degli Stati Uniti: «Non siamo in grado di fare cambiamenti significativi nelle tre fasi di cui parla il presidente se non siamo in grado di condurre più test». Secondo un sondaggio del centro di ricerca Pew Research Center, due americani su tre temono che le restrizioni vengano allentate troppo presto.
Il New York Times ha accusato Trump di favorire gli stati Repubblicani, in generale meno colpiti dalla pandemia, e di non prevedere un massiccio programma di test, come consigliato da molti esperti, con il rischio di incoraggiare delle riaperture troppo rapide. Aggiunge che Trump non ha spiegato da dove prendere i miliardi di dollari necessari per fare i test, se sarà necessario vietare gli spostamenti tra stato e stato, quando sarà tolto il divieto dei viaggi internazionali e come gli stati dovrebbero affrontare la mancanza di dispositivi di protezione, come camici e mascherine, se il virus dovesse tornare in autunno. Trump si trova sotto la pressione di far ripartire rapidamente l’economia perché il paese rischia la più grave crisi economica dai tempi della Grande depressione del 1929: dall’inizio della pandemia 22 milioni di persone hanno fatto richiesta del sussidio di disoccupazione.
Nel frattempo i governatori hanno messo a punto i loro piani per la ripresa economica e il ritorno alla normalità. Martedì alcuni governatori del Midwest hanno detto che coordineranno la riapertura delle loro economie, come avevano annunciato giorni prima gli stati dell’Ovest e quelli del Nord-Est. Andrew Cuomo, il governatore dello stato di New York – che è il più colpito, con più di 16.100 morti – ha detto che le misure restrittive resteranno in vigore almeno fino al 15 maggio. Negli Stati Uniti ci sono più di 679.800 casi accertati di coronavirus e sono morte più di 34.500 persone; gli stati con più morti accertati sono, dopo quello di New York, il New Jersey con oltre 3.500 morti e il Michigan, con più 2.093 morti.