Il Portogallo se la sta cavando meglio del previsto
Nonostante un sistema sanitario malmesso, le cose stanno andando molto meglio che in altri paesi
Poche settimane fa c’erano tutte le premesse perché la diffusione del coronavirus in Portogallo provocasse un disastro. Il sistema sanitario locale è tra i più malmessi in Europa e ha il numero di posti letto in terapia intensiva più basso in rapporto agli abitanti dell’intera Unione Europea (4,2 ogni 100mila persone). Il suo territorio inoltre confina per centinaia di chilometri con quello della Spagna, il paese europeo più colpito dalla pandemia insieme all’Italia. Eppure in Portogallo le cose sono andate meglio del previsto, tanto che diversi giornali internazionali hanno iniziato a parlare dell’eccezione portoghese al coronavirus.
I casi accertati di coronavirus in Portogallo sono circa 18mila, mentre i morti 629 (meno di quelli registrati in un solo giorno, il 16 aprile, nel Regno Unito, e poco di più dei dati di alcuni singoli giorni nella sola Lombardia, che ha più o meno lo stesso numero di abitanti). La curva dei contagi non è mai cresciuta come in Italia, Spagna e Francia, e ha già iniziato ad appiattirsi. Il tasso di letalità si aggira intorno al 3 per cento ed è paragonabile a quello della Germania, cosa che suggerisce che non esista un vasto numero di malati non testati come in Italia.
I giornali si sono dati diverse spiegazioni per questi dati. Politico ha notato che il governo portoghese – guidato dal 2015 primo ministro António Costa e appoggiato da una maggioranza di sinistra – ha emanato importanti restrizioni ai movimenti quando i casi nel paese erano ancora relativamente pochi: 245, circa un decimo di quelli registrati in Italia e Spagna quando presero decisioni analoghe. «Noi lo abbiamo fatto in una fase in cui i casi non erano moltissimi, cosa che ha reso più efficace la riduzione del contagio», ha spiegato a Politico Inês Fronteira, che insegna Epidemiologia all’università di Lisbona.
Rispetto all’Italia e alla Spagna, poi, ha aiutato il fatto che il Portogallo abbia avuto più tempo per prepararsi. «Siamo circa tre settimane indietro rispetto all’Italia e dieci giorni dietro alla Spagna», ha spiegato a Euronews Filipe Froes, consigliere della direzione generale sanitaria del paese. «Questo ci ha garantito alcuni giorni preziosi per prepararci», e anche di osservare l’efficacia delle misure prese altrove.
Altri fattori citati riguardano la forte centralizzazione del governo – in Portogallo non esistono particolari spinte autonomiste e le uniche regioni a statuto speciale sono le isole di Madeira e le Azzorre – e l’esteso rispetto delle restrizioni da parte dei cittadini. Secondo un recente sondaggio citato dal quotidiano portoghese Público, il 45 per cento dei portoghesi ha detto di uscire al massimo una volta a settimana. Il governo ha confermato che le forze di polizia hanno registrato «livelli molto bassi di circolazione» e lodato i portoghesi per il «diffuso rispetto delle raccomandazioni».
Nonostante i dati sanitari siano molto buoni, il Portogallo rischia comunque di subire le conseguenze del coronavirus per diversi anni. La sua economia è una delle più fragili in Europa, e nonostante la Commissione Europea abbia appena approvato una tranche di aiuti di stato da 13 miliardi di euro, il governo ha stimato che ci vorranno almeno due anni prima che il sistema economico torni ai livelli del 2019.