Macron dice che se non si fanno gli eurobond «vinceranno i populisti»
In un'intervista al Financial Times ha spiegato che è il momento di introdurre una vera solidarietà finanziaria europea, oppure sarà la fine dell'Unione
In un’intervista pubblicata oggi dal Financial Times il presidente francese Emmanuel Macron ha detto che è arrivato il momento di introdurre gli eurobond, cioè un fondo comune, garantito da tutti gli stati europei, che serva a finanziare i paesi sulla base delle loro difficoltà e senza tenere conto delle dimensioni delle loro economie.
«Se non riusciamo a farlo oggi, domani o dopodomani, vinceranno i populisti, in Italia, in Spagna e forse in Francia e altrove»
All’introduzione degli eurobond si oppone in particolare il governo dei Paesi Bassi: ma anche quello tedesco, da una posizione più moderata, si è sempre dichiarato contrario. Secondo Macron queste posizioni non sono più sostenibili: «Io credo che l’Unione Europea sia un progetto politico. Se è un progetto politico, allora il fattore umano è la priorità e bisogna tenere in considerazione la questione della solidarietà. L’economia viene dopo, e non dimentichiamoci che è una scienza morale».
– Leggi anche: Questi benedetti eurobond, spiegati bene
Nelle ultime settimane il governo francese si è schierato con crescente decisione a favore dell’introduzione degli eurobond, ma la sua posizione, condivisa dai governi italiano, spagnolo e degli altri paesi dell’Europa meridionale, non è riuscita a imporsi nel corso della riunione dei ministri delle Finanze dell’eurozona della scorsa settimana.
Se questo atteggiamento continuerà, prosegue Macron, sarà la fine non solo dell’eurozona «ma dobbiamo essere chiari: lo sarà anche dell’idea di un’Europa unita». Secondo il presidente francese «non ci può essere un mercato unico in cui alcuni vengono sacrificati. Non è più possibile finanziare in maniera non mutualizzata le spese per la battaglia contro la COVID-19 e quelle che dovremo effettuare per la ripresa economica».
Per il presidente francese sono già caduti una serie di assunti che erano dati per immutabili da parte della maggioranza dei politici e degli economisti. Il suo governo ha già «nazionalizzato gli stipendi» e i conti economici di quasi tutte le imprese del paese (un riferimento all’equivalente francese della cassa integrazione e ai prestiti di stato alle aziende). «Tutte le economie europee, comprese le più liberali, lo stanno facendo. È contro tutti i dogmi, ma i fatti sono questi».
Il presidente francese conclude dicendo che i governi più ostili agli eurobond stanno iniziando a cambiare idea. «Sarebbe un errore di portata storica sostenere che i “peccatori devono pagare”», un modo comune di sintetizzare la posizione dei paesi “rigoristi”, secondo i quali coloro che in passato hanno fatto pesanti debiti pubblici non dovrebbero essere aiutati. Per Macron è arrivato il momento di «dimenticare il passato, ricominciare da un nuovo inizio e guardare al futuro».