La storia che ha vinto il World Press Photo – 2019
Il ruolo che i giovani hanno avuto nell'ispirare le grandi proteste in Algeria del 2019, nelle foto di Romain Laurendeau
Il fotografo francese Romain Laurendeau ha vinto il World Press Photo Story of the Year – il premio dell’omonima fondazione dedicato a una storia di grande effetto su una questione di rilevanza giornalistica – con un lavoro sul ruolo che i giovani hanno avuto nell’ispirare le grandi proteste in Algeria del 2019.
Nel marzo del 2019 in Algeria iniziarono le proteste più grandi degli ultimi trent’anni: centinaia di migliaia di persone cominciarono a protestare contro il presidente Abdelaziz Bouteflika e l’ipotesi di una sua candidatura alle successive elezioni per ottenere un quinto mandato, portando all’esasperazione una situazione già al limite, a cui si era arrivati dopo anni di politiche autoritarie, scandali di corruzione e misure inefficaci contro la disoccupazione. Le proteste si estesero verso chi esercitava il potere e governava di fatto il paese, come i membri del Fronte di liberazione nazionale (il partito di Bouteflika), alcuni potenti generali dell’esercito, importanti uomini d’affari.
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Alle manifestazioni parteciparono soprattutto i giovani, che a differenza della generazione dei loro padri e dei loro nonni non avevano memoria della violentissima guerra civile degli anni Novanta, e volevano un cambiamento del sistema. Questi giovani, fino a quel momento annoiati e frustrati, con un forte senso di distanza dalle istituzioni e dallo stato, sono al centro del lavoro di Laurendeau, che li ha fotografati negli anni precedenti alle rivolte in diverse situazioni, dai tifosi organizzati in gruppi di ultras ai giovani che vivono nei quartieri operai della capitale.
Il progetto si intitola Kho, the Genesis of a Revolt, cioè Kho, genesi di una rivolta, dove kho è un modo colloquiale di dire “fratello”. Laurendeau l’ha scelto per sottolineare i legami tra le persone e le storie che ha trovato: «Per una parte di me era impossibile non riconoscermi in questi giovani. Sono giovani ma sono stanchi di questa situazione e vogliono solo vivere come tutti gli altri».
Romain Laurendeau ha 44 anni e ha lavorato a progetti a lungo termine in Francia, Senegal, Algeria, territori palestinesi e Israele. Ha iniziato a viaggiare molto e a documentare gli aspetti sociali, economici e politici della società dopo un trapianto di cornea nel 2009.
Il presidente della giuria del concorso, Lekgetho Makola, ha spiegato che nello scegliere il progetto vincitore è stato preso in considerazione quanto Laurendeau sia stato in grado di andare vicino e vedere con intimità quello che racconta, ma anche “fino a che punto faccia un passo indietro per consentire agli spettatori di prendere le proprie decisioni”. L’impegno del fotografo nel cercare una connessione e un’intimità con le persone ritratte sono gli aspetti peculiari sottolineati anche da Lucy Conticello, direttrice della rivista of M, di Le Monde, e membro della giuria.