Israele non ce la fa
Dopo 3 elezioni in meno di un anno – e innumerevoli tentativi di formare un governo – è fallita anche la possibilità di fare un governo di unità nazionale per affrontare l’epidemia
Giovedì a mezzanotte è scaduto il mandato esplorativo che il presidente israeliano Reuven Rivlin aveva dato a Benny Gantz per trovare un accordo con il primo ministro uscente Benjamin Netanyahu per formare un governo di unità nazionale. Gantz, che è anche presidente del parlamento israeliano, la Knesset, aveva chiesto a Rivlin altre due settimane di tempo per continuare a discutere con Netanyahu, a causa dei rallentamenti delle trattative, ma Rivlin ha negato questa possibilità.
A questo punto, la Knesset ha 21 giorni di tempo per trovare una nuova maggioranza al suo interno prima che venga sciolta e che si vada a nuove elezioni, per la quarta volta in poco più di un anno. Durante le prossime tre settimane, qualsiasi parlamentare che raccolga l’appoggio di almeno 61 colleghi potrà ricevere il mandato di formare un governo entro 14 giorni dalla presentazione delle firme.
L’elezione di Gantz a presidente della Knesset e la decisione di cercare di trovare un accordo per governare con il Likud (il partito di Netanyahu) aveva fatto molto discutere nelle scorse settimane: Gantz era riuscito a ricevere l’appoggio di diversi partiti e quindi il mandato di formare un governo, ma alla fine le divisioni all’interno del blocco all’opposizione avevano reso difficili i negoziati. Così Gantz e i parlamentari del suo partito Blu e Bianco – più vicini al Likud che alla sinistra, per storia personale e sensibilità politiche – avevano accettato di entrare in una maggioranza di governo con Netanyahu e il blocco della destra nazionalista e religiosa. La decisione era stata giustificata anche con la necessità di avere un governo di unità nazionale per gestire l’epidemia da coronavirus.
Le trattative tra i due partiti però si sono arenate sulla possibilità che Netanyahu venga ritenuto colpevole nel processo a suo carico per truffa e corruzione, il cui inizio era previsto per metà marzo ma che è stato rinviato al 24 maggio in seguito alla sospensione di tutte le attività dei tribunali per via del coronavirus. Una prima opzione è che Blu e Bianco e il Likud trovino in questi 21 giorni l’accordo che finora non erano riusciti a stringere. L’accordo, scrive Haaretz, prevederebbe che Netanyahu e Gantz si alternino alla guida del governo, con il primo che dovrebbe rimanere primo ministro per 18 mesi e il secondo che prenderebbe il suo posto nell’ottobre del 2021.
Un’altra possibilità è che Netanyahu raccolga attorno a sé una maggioranza di destra che possa fare a meno dei voti di Blu e Bianco. Ha già ricevuto l’appoggio di Orly Levy-Abekasis, che ha lasciato la coalizione socialdemocratica con cui era stata eletta in seguito all’appoggio da parte degli araboisraeliani di Lista Unita a un governo formato da Gantz. E Netanyahu potrebbe inoltre contare anche sui parlamentari di Blu e Bianco scontenti dall’operato di Gantz: al momento, tuttavia, secondo Haaretz la sua maggioranza si fermerebbe a 59 parlamentari, due in meno di quelli necessari per avere la maggioranza.
C’è poi la possibilità che si formi una maggioranza delle opposizioni al Likud, anche se sembra improbabile al momento che Gantz ammetta di aver sbagliato a cercare di formare un governo con Netanyahu e torni sui suoi passi. Un’ulteriore opzione è che Blu e Bianco e Likud si mettano d’accordo per scegliere come primo ministro un parlamentare di Likud che non sia Netanyahu, evitando quindi tutti i possibili scenari legati al processo in corso. Nemmeno questa sembra una strada percorribile, anche perché Netanyahu ha il pieno controllo del suo partito e non sembra ci sia nessuno in grado di sfidarlo.
L’ultima opzione è che alla fine di questi 21 giorni si vada a nuove elezioni: a Netanyahu non dispiacerebbe, visti i sondaggi molto favorevoli di cui gode in questo periodo per come ha affrontato la crisi generata dalla pandemia da coronavirus. Potrebbe infatti ottenere una maggioranza larga abbastanza per governare senza doversi accordare con Blu e Bianco. Non è detto però che da qui al giorno del voto le cose rimangano come sono: il coronavirus potrebbe avere grosse ripercussioni sull’economia israeliana e il sostegno di cui gode Netanyahu al momento potrebbe cambiare rapidamente. Per questo ancora adesso un tentativo di accordo tra Likud e Blu e Bianco sembra la strada più facilmente percorribile in questi 21 giorni.