Come si sostiene il Post
Con chi lo usa per fare pubblicità e con i lettori che lo pagano: come i giornali di una volta
Il progetto di abbonamenti al Post è stato introdotto a metà del 2019, al termine di riflessioni e intenzioni che duravano da due anni almeno, ovvero da quando erano diventate manifeste sia le disponibilità di molti lettori a partecipare al sostegno di progetti di informazione affidabili sia le necessità di variare il modello di business utilizzato fino ad allora e basato esclusivamente sulla pubblicità.
La storia della sopravvivenza decennale del Post in un contesto in crisi economica come quello dell’informazione giornalistica ha a che fare principalmente con un approccio piuttosto anti imprenditoriale: grande prudenza, pochi rischi, grande attenzione al contenimento dei costi e consapevolezza della scarsità delle risorse. Il Post è stato per dieci anni formichina, sottraendosi ai rischi di perdite irrecuperabili che hanno riguardato molti progetti online, giornalistici e non, ma costringendosi così a far crescere con lentezza le proprie opportunità di innovazione e arricchimento dell’offerta.
Questa attenzione alle spese (dedicate quasi interamente alle persone: le seconde voci di spesa sono affitto della redazione e agenzie fotografiche) si è accompagnata a un modello di ricavi basato solo sulla pubblicità, che ha migliorato i suoi risultati per i primi anni, fino a portare a un pareggio al sesto anno di vita del Post. Nuovi investimenti per dare più cose ai lettori, e il declino di valore della pubblicità online negli ultimi anni, hanno rimesso i conti del Post in perdita per qualche anno, fino al pareggio dell’ultimo semestre del 2019 grazie all’introduzione degli abbonamenti e al lavoro su eventi, partnership, corsi, sponsorizzazioni. È tutto spiegato meglio qui.
Il Post e il successo iniziale dell’idea di coinvolgere i lettori nel sostegno a un progetto di informazione di qualità sono una delle cose più promettenti successe in generale al giornalismo italiano, un modello replicabile e interessante sia per i lettori che per altri prodotti editoriali capaci di generare fiducia e complicità.
Questo articolo fa parte di una serie che vuole raccontare il Post nei giorni in cui compie dieci anni.