In Turchia il coronavirus si combatte anche con l’acqua di colonia
Vista la sua elevata gradazione alcolica, l'onnipresente profumo tradizionale turco è diventato un efficace sostituto dei disinfettanti commerciali
Mentre a causa dell’epidemia da coronavirus i disinfettanti per le mani a base alcolica spariscono dai negozi e i loro prezzi crescono, tanto da spingere l’Organizzazione Mondiale della Sanità a diffondere la ricetta per farseli in casa, in Turchia un noto profumo tradizionale sta sostituendo i prodotti sanificanti commerciali: l’acqua di colonia.
La colonia turca non è soltanto un profumo, ma anche un simbolo di ospitalità fin dai tempi dell’impero ottomano. Preparata tradizionalmente con fiori di fico, gelsomino, rosa o agrumi, viene spruzzata sulle mani degli ospiti prima di entrare in casa, negli hotel o in ospedale, alla fine dei pasti al ristorante ma anche durante le cerimonie religiose. Ciò che però oggi rende quest’abitudine particolarmente utile e sana è che, a differenza di altri profumi naturali, l’elevata gradazione alcolica di questa miscela a base di etanolo può uccidere più dell’80 per cento dei germi e agire come un efficace disinfettante per le mani. Per questa sua caratteristica lo scorso 11 marzo il ministro della Salute turco ha confermato la capacità dell’acqua di colonia turca di combattere il coronavirus.
Dopo l’ufficializzazione da parte del governo della capacità dell’acqua di colonia di neutralizzare il coronavirus da mani e superfici, i media nazionali hanno iniziato a propagandarne l’uso, peraltro già diffusissimo, con la conseguenza di portare alla formazione di lunghe code davanti agli empori che la vendono. Il successo commerciale è testimoniato anche da quanto riferito da alcuni produttori, secondo cui da metà marzo a oggi le vendite sarebbero aumentate di almeno cinque volte. Secondo l’Economist un rivenditore online ha registrato un aumento delle vendite del 3.400 per cento.
In Turchia a oggi ci sono stati 61.049 casi confermati di coronavirus e 1.296 decessi. Il governo ha cancellato prima tutti i voli internazionali, poi dal 13 marzo ha sospeso gli eventi sportivi e le preghiere nelle 90.000 moschee del paese. Scuole, università e ristoranti sono stati chiusi. Le persone con più di 65 e meno di 20 anni devono rimanere a casa.
La settimana scorsa il presidente Recep Tayyip Erdogan ha annunciato che, oltre alle mascherine, anche l’acqua di colonia sarà distribuita gratuitamente ai cittadini turchi di età pari o superiore a 65 anni. Dopo l’annuncio i produttori locali si sono impegnati a non aumentare i prezzi durante la pandemia e a garantire che le scorte non scarseggino.
La dottoressa Hatira Topaklı, un medico di famiglia di Istanbul, secondo quanto riportato dalla BBC ha spiegato che l’acqua di colonia «è efficace nella protezione contro il coronavirus perché, quando contiene almeno il 60 per cento di alcol, rompe il “guscio” duro del virus». Topaklı ha inoltre spiegato che i disinfettanti commerciali non sono così comuni in Turchia come lo sono in altri paesi. La colonia è «efficace anche perché è qualcosa che molte persone hanno già ed è una parte della loro routine quotidiana. Non hanno bisogno di imparare un nuovo modo per proteggersi da questo virus».
Kerim Müderrisoğlu, amministratore delegato di Rebul Holding, società proprietaria dell’Atelier Rebul, uno dei marchi commerciali più antichi e famosi in Turchia, ha spiegato che la produzione di acqua di colonia è piuttosto semplice. Innanzitutto è necessario l’etanolo puro, prodotto da orzo fermentato, uva, melassa o patate, che viene poi miscelato con acqua distillata. Quindi viene aggiunto un profumo naturale come la magnolia, il limone o il rosmarino. Il composto viene lasciato riposare per un periodo di maturazione di tre settimane prima di essere imbottigliato.
L’uso dell’acqua di colonia in Turchia ha radici antichissime ed è stato preceduto da quello dell’acqua di rose. A partire dal Nono secolo tutti i popoli della penisola arabica hanno utilizzato questo profumo per scopi aromatici, culinari, di bellezza, religiosi e medicinali. I persiani, gli egiziani e gli ottomani la utilizzavano per purificarsi e accogliere gli ospiti.
Nel Diciannovesimo secolo l’eau de cologne si fece strada lungo le rotte commerciali da Colonia, in Germania, fino all’impero ottomano. Quando il sultano ottomano Abdülhamit II la conobbe, la adattò fondendo la tradizione dell’acqua di rose con la novità dei profumi stranieri a base di alcol, per creare l’acqua di colonia turca come la conosciamo oggi. Per quanto riguarda gli ingredienti, non c’è molta differenza tra l’eau de cologne e la colonia turca. Entrambi utilizzano all’incirca lo stesso rapporto etanolo-oli essenziali, e spesso contengono oli di agrumi come l’arancia e il limone. Quello che rende la colonia turca così unica è il modo in cui viene utilizzata, sia culturalmente che negli usi pratici della vita quotidiana.
Dalla seconda metà del Ventesimo secolo, l’acqua di colonia ha iniziato a essere prodotta su scala industriale per renderla accessibile e conveniente per tutte le fasce della popolazione. Oggi si trova in quasi tutte le case turche. «Di solito le persone tengono una bottiglia in camera da letto, in bagno e in soggiorno, quindi non è mai fuori portata», ha piegato la guida turistica di Instanbul Elizabet Kurumlu, sempre secondo quanto riferisce BBC. «È diventato anche uno strumento essenziale per insegnare ospitalità in tenera età. Quando ero bambino, era mio dovere salutare l’ospite e assicurarmi che avessero le loro tre cose turche consuete: colonia, caramelle e sigarette».
Anche prima del coronavirus, l’industria dell’acqua di colonia turca era già in crescita. Tradizionalmente il profumo era venduto in farmacia, nei negozi di alimentari e negli empori, ma nell’ultimo decennio i più importanti marchi turchi di cosmetici hanno iniziato ad aprire le loro specifiche boutique. L’Atelier Rebul è stato il primo ad aprire nel 2013 e ora ha 22 negozi in tutta la Turchia. Ha anche iniziato a espandersi a livello internazionale, distribuendo in Europa, Medio Oriente e collaborando con un’azienda farmaceutica giapponese. «Difficilmente troverai la kolonya (l’acqua di colonia turca, ndr) al di fuori della Turchia», ha spiegato ancora Müderrisoğlu. «Ma forse adesso le cose potrebbero cambiare in fretta».