Le notizie di lunedì sul coronavirus in Italia

Sono stati registrati 3.153 casi e 566 morti in più rispetto a ieri, ma il numero delle persone ricoverate in terapia intensiva continua a scendere

(ANSA / PAOLO SALMOIRAGO)
(ANSA / PAOLO SALMOIRAGO)

Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Protezione Civile, i contagi totali registrati ufficialmente dall’inizio dell’epidemia di COVID-19 in Italia sono 159.516, 3.153 in più di ieri. I morti sono 20.465, un incremento di 566 rispetto a ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” registrati sono 1.224, per un totale di 35.435. Le persone attualmente positive sono 103.616 (ieri erano 102.253) e quelle ricoverate in terapia intensiva sono 3.260, 83 in meno rispetto a ieri. Le persone ricoverate in altri reparti sono invece circa 28mila, un numero costante ormai da due settimane

In Lombardia, la regione italiana più colpita, i morti registrati nelle ultime 24 ore sono stati 280, portando il totale a 10.901: i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 1.143, 33 in meno rispetto a ieri.

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Come leggere questi dati
Leggendo i comunicati giornalieri della Protezione Civile bisogna usare alcune cautele: in primo luogo per la distinzione tra il numero delle persone attualmente positive e quello complessivo dei contagiati, che può creare un po’ di confusione; e in secondo luogo perché sappiamo ormai che i contagiati e i morti sono molti di più di quelli rilevati dai dati.

Inoltre c’è un problema su cosa intenda la Protezione Civile quando parla di “guariti”: questo dato infatti comprende anche le persone dimesse dagli ospedali, ma che potrebbero essere ancora malate, e non comprende tutte le persone che sono state malate di COVID-19 ma non hanno mai fatto il tampone, e quindi non risultano né nel conteggio dei malati né, in un secondo momento, in quello dei guariti.

Perché i casi aumentano ancora?
Una conseguenza della scarsa precisione dei dati raccolti fin qui è che anche ora che la situazione sembra complessivamente migliorare (il calo dei ricoveri in terapia intensiva ne è un segnale) il numero dei nuovi casi sembra ancora molto alto.

Una possibile risposta è che l’aumento del numero dei casi confermati sia legato all’aumento del numero di tamponi effettuati: più test si fanno, più casi si trovano, come ha detto Luca Richeldi, pneumologo del Policlinico Gemelli di Roma. Questo dimostrerebbe anche che nelle prime settimane dall’inizio dell’epidemia il basso numero di test non aveva permesso di identificare tutti i casi, che sono stati (e sono ancora oggi) più di quanti dicano i numeri ufficiali.

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Le altre notizie di oggi

Dopo il decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che prolungava le misure restrittive fino al 3 maggio, permettendo però la riapertura di alcune attività, come le librerie, le cartolerie e i negozi di abbigliamento per neonati, alcune regioni hanno deciso di emettere delle ordinanze più restrittive.

Lo hanno fatto per ora Lombardia, Piemonte e Campania, che hanno deciso di far restare chiuse fino al 3 maggio tutte le librerie e le cartolerie. Per quanto riguarda i negozi di abbigliamento per l’infanzia, la Lombardia ha concesso che vengano riaperti, il Piemonte lo ha vietato e la Campania ha concesso un’apertura parziale.

In Veneto, invece, il presidente della regione Luca Zaia ha annunciato una nuova ordinanza che accoglie parzialmente il contenuto del decreto di Conte, ma con qualche modifica: Zaia ha detto che le librerie riapriranno ma solo due volte a settimana, e che per fare sport si dovrà rimanere in “prossimità” della propria abitazione, ma non per forza entro 200 metri, come prevede l’attuale ordinanza regionale. In conferenza stampa Zaia ha detto che «questo è un atto di grande fiducia, ma utilizziamo il buonsenso. Non 4 o 5 chilometri ovviamente e nemmeno bisogna prepararsi per la maratona».

Zaia ha detto che riapriranno i mercati all’aperto, solo se perimetrati e sorvegliati, e che il 25 aprile e il primo maggio sarà possibile organizzare picnic all’aperto, ma solo in proprietà private e limitatamente ai nuclei familiari. Zaia ha anche ribadito l’obbligo di indossare mascherine e guanti per chi esce di casa.

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