Il Mossad si sta dedicando a mascherine e ventilatori
La più nota agenzia di intelligence israeliana ha messo da parte spionaggio e sabotaggi per aiutare il governo ad affrontare il coronavirus
Il Mossad, l’agenzia di intelligence per l’estero di Israele, solitamente incaricata di spiare e sabotare le attività dei paesi avversari, sta concentrando le sue attività sull’emergenza provocata dal coronavirus. Da diverse settimane, gli agenti del Mossad sono diventati tra le risorse più utili di Israele nell’acquisire materiale medico e tecnologia necessari per fare i tamponi, prevenire l’epidemia e trattare i malati di COVID-19, la malattia provocata dal virus: tra le altre cose, hanno acquisito un milione e mezzo di mascherine chirurgiche, maschere e sovracamici per proteggere il personale sanitario e diversi medicinali usati nei pazienti con sintomi.
Del coinvolgimento delle agenzie di intelligence israeliane negli sforzi per frenare l’epidemia si era già parlato, ma il giornalista Ronen Bergman ha ora aggiunto diversi dettagli in un articolo pubblicato domenica sul New York Times.
Gli sforzi del Mossad, ma anche di altre agenzie di intelligence, si stanno rivolgendo soprattutto alla prevenzione: Israele non si può considerare tra i paesi più colpiti dal coronavirus, avendo circa 11mila positivi accertati e 103 morti confermati.
A inizio febbraio, ha scritto Bergman, il più grande ospedale di Israele, il Sheba Medical Center di Tel Aviv, aveva però realizzato di non avere abbastanza ventilatori, tra le altre cose. Il direttore della struttura, Yitshak Kreiss, si era incontrato con il direttore del Mossad, Yossi Cohen, durante un evento privato organizzato da amici comuni, e gli aveva consegnato una lista di materiale medico da recuperare. La lista era stata poi integrata con le indicazioni del ministero della Salute israeliano. A quel punto il Mossad aveva attivato la sua rete internazionale di agenti e di contatti per recuperare quanto richiesto. A inizio marzo, inoltre, era stato messo in piedi un centro di controllo per gestire la distribuzione del materiale medico e di prevenzione su tutto il paese: a capo del centro era stato messo proprio Cohen.
Sei persone che hanno parlato con il New York Times e che sono rimaste anonime a causa della segretezza delle operazioni del Mossad, hanno detto che i contatti dell’agenzia di spionaggio hanno permesso a Israele di acquisire ventilatori e tamponi che il ministro della Salute israeliano, Yaakov Litzman, non era stato in grado di recuperare. Il New York Times ha scritto che il Mossad sarebbe riuscito a ottenere anche la tecnologia per rafforzare la capacità dei laboratori del paese di realizzare test per il coronavirus, e le conoscenze per cominciare a produrre ventilatori nelle aziende nazionali.
Non è chiaro dove e come sia stato acquisito questo materiale: secondo precedenti ricostruzioni della televisione Channel 13 e del giornale Jerusalem Post – ricostruzioni non confermate – il Mossad avrebbe acquistato circa 100mila test da paesi con cui Israele non ha formalmente rapporti diplomatici, ma con cui mantiene comunque contatti informali. Secondo funzionari sentiti da Bergman, gli sforzi del Mossad sarebbero stati più semplici in paesi non democratici, dove le agenzie di intelligence hanno maggiore influenza sui governi, e in alcuni casi sarebbero stati condotti personalmente da Yossi Cohen, che avrebbe contattato personalmente le sue controparti. Cohen avrebbe parlato direttamente anche con alcuni capi di stato e di governo.
Bergman ha scritto che la decisione e la rapidità con cui si è mosso il Mossad per contrastare l’epidemia da coronavirus hanno permesso all’agenzia di spionaggio più nota di Israele di guadagnare molta popolarità, anche a discapito del ministro della Salute Litzman, accusato di avere agito con ritardo e lentezza. Questo nonostante il fatto che non tutte le operazioni compiute dal Mossad siano state un successo.
Dai primi anni di esistenza dello stato di Israele, il Mossad si è reso responsabile di alcune delle operazioni più note, violente e controverse compiute da un’agenzia di intelligence fuori dai propri confini nazionali.
Nel 1960 agenti del Mossad catturarono il dirigente nazista Adolph Eichmann a Buenos Aires e lo portarono in Israele, dove Eichmann fu processato e condannato a morte; più di dieci anni dopo iniziò l’operazione “Ira di Dio”, con la quale il Mossad uccise i responsabili della strage alle Olimpiadi di Monaco del 1972 (è la storia raccontata da Munich, il film di Steven Spielberg uscito nel 2005); più di recente, nel 2018, agenti del Mossad hanno rubato diversi importanti documenti contenenti informazioni sul programma nucleare segreto dell’Iran, paese considerato da Israele suo principale avversario.