La fossa comune di New York
È a Hart Island, un'isola vicino al Bronx dove da decenni vengono sepolti i corpi non reclamati da nessuno: in questi giorni le bare sono diventate più del solito
Da giovedì girano, in Italia e nel mondo, su internet e sui giornali, le immagini di una grande fossa all’interno della quale persone in tute bianche dispongono una accanto all’altra, e una sopra l’altra, tante bare in legno, molto semplici e tutte uguali tra loro.
Le immagini arrivano da Hart Island, una piccola isola di New York, nel Bronx, il quartiere che si trova a nord di Manhattan. Da più di un secolo Hart Island è il luogo in cui vengono seppelliti i corpi non reclamati dei newyorkesi, quelli per cui nessuno organizza un funerale o quelli di chi vuole espressamente essere sepolto lì, dove la sepoltura è molto meno costosa che altrove. Da qualche giorno quei corpi sono notevolmente aumentati, per via delle morti legate al coronavirus. Secondo quanto riferito da Freddi Goldstein, portavoce del sindaco di New York, negli ultimi anni a Hart Island venivano seppelliti circa 25 corpi a settimana; dopo l’aumento dei contagi di COVID-19 i corpi seppelliti sono circa 25 al giorno.
Lo stato di New York è il posto con più contagi accertati al mondo: finora sono morte più di 7mila persone, ma come nel resto del mondo è probabile che le morti legate al coronavirus siano ben più di quelle ufficialmente conteggiate. Il New York Times ha scritto che nei primi cinque giorni di aprile per le strade o nelle case di New York (quindi escludendo gli ospedali) sono morte 1.125 persone, un numero otto volte maggiore a quello delle persone morte nello stesso periodo del 2019.
Come ha spiegato CNN, è da diversi decenni che a Hart Island vengono seppelliti i corpi che dopo essere passati dagli obitori non vengono reclamati da nessuno. Goldstein ha spiegato che anche in questi giorni sta succedendo la stessa cosa: «Si tratta di persone per le quali, per due settimane, non abbiamo trovato nessuno che si facesse avanti dicendo che le conosceva». Goldstein ha precisato che se qualcuno si fa avanti entro due settimane dalla morte di una persona, il corpo di quella persona non viene seppellito a Hart Island.
In condizioni normali succede che possa passare più tempo tra il momento dell’arrivo di un corpo in un obitorio di New York e l’eventuale spostamento di quel corpo a Hart Island. Visto l’aumento delle morti di questi giorni e un conseguente aumento di corpi portati negli obitori, ora vengono portati a Hart Island subito dopo la scadenza delle due settimane, senza lasciar passare altri giorni perché qualcuno possa reclamarli.
I corpi di Hart Island vengono sepolti in bare di pino e su ogni bara viene scritto il nome della persona deceduta.
Fino a qualche settimana fa a occuparsi delle sepolture erano alcuni detenuti del vicino carcere di Rikers Island. Per evitare però possibili contagi tra i detenuti, da qualche settimana sono stati coinvolti lavoratori temporaneamente assunti per questo scopo. Dopo aver parlato con alcune persone che si occupano delle sepolture a New York, il Guardian ha scritto che – sebbene non sia ancora così – Hart Island potrebbe anche essere usata come luogo di temporanea sepoltura se non dovesse esserci più spazio nei cimiteri di New York, a prescindere dal fatto che qualcuno possa o meno pagare per il funerale.
Secondo dati citati tra gli altri dalla CNN e dal Wall Street Journal, dal 1896 a oggi a Hart Island sono stati seppelliti in tutto oltre un milione di corpi. Dell’isola si parlò anche qualche anno fa quando, in seguito all’uragano Sandy, girarono alcune foto che mostravano ossa umane che, proprio per le conseguenze dell’uragano, erano visibili sulle spiagge a nord dell’isola. La storia dell’isola è ben raccontata sul sito dell’associazione Hart Island Project, che si occupa anche di descrivere le storie di alcune delle persone sepolte lì.