A Wuhan è finita la quarantena
Dopo 76 giorni: da oggi si può ricominciare a prendere treni e aerei, per esempio, ma alcune limitazioni rimarranno in vigore ancora per un po'
Alla mezzanotte dell’8 aprile, dopo 76 giorni, è ufficialmente finita la quarantena di Wuhan, città cinese in cui era iniziata l’epidemia da coronavirus (SARS-CoV-2), che finora ha causato più di 80mila morti in tutto il mondo. La quarantena era iniziata a Wuhan, che si trova nella provincia di Hubei, lo scorso 23 gennaio, e nei giorni successivi le misure erano state estese progressivamente anche al resto della provincia e a diverse zone del paese.
La quarantena di Wuhan è stata una misura senza precedenti nella storia, replicata successivamente in parte dall’Italia e da decine di altri paesi in tutto il mondo. Una città da 11 milioni di abitanti è stata completamente chiusa al mondo esterno: nessuno poteva entrare, nessuno poteva uscire, gli spostamenti all’interno della città erano stati progressivamente limitati fino al completo divieto di usare i mezzi privati.
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Dall’8 aprile a Wuhan è ripreso il trasporto pubblico e ed è ora possibile lasciare sia la città che la provincia.
La decisione di riaprire la città è stata presa dopo che nelle scorse settimane i casi di contagio in Cina e in particolare nell’Hubei erano gradualmente diminuiti: martedì, per la prima volta da quando le autorità rendono noti i dati sul contagio da coronavirus, non sono stati registrati nuovi decessi a causa del virus. Ad oggi in Cina sono stati rilevati in tutto 83mila casi di contagio e circa 3.300 morti, quasi tutti avvenuti proprio nella provincia di Hubei. I numeri reali, sostengono molti, potrebbero però essere parecchio più alti.
Oggi hanno quindi riaperto molti negozi. L’indicazione è che tutti i cittadini che dimostrino di essere in buona salute e di non dover stare in isolamento potranno tornare a lavorare o lasciare la città. Le condizioni di ognuno verranno verificate attraverso un codice fornito da una popolare applicazione per smartphone che indica l’indirizzo di residenza, i viaggi effettuati di recente e la storia medica del paziente.
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Già nei giorni scorsi erano state riavviate gradualmente alcune attività commerciali, e alcuni segni del ritorno alla vita normale si erano visti nelle abitudini di tutti i giorni dei residenti di Wuhan.
Il sito di e-commerce JD.com ha detto per esempio che a marzo gli ordini dalla provincia di Hubei sono triplicati rispetto a febbraio e che per la prima volta dall’inizio dell’epidemia le persone hanno ricominciato ad acquistare non solo beni necessari e attrezzi per fare attività fisica in casa, ma anche vestiti, cosmetici e accessori da viaggio.
La fine della quarantena è stata preceduta nei giorni scorsi da un’intensa campagna sui social network. Sono stati inoltre organizzati eventi speciali negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie in occasione della loro riapertura, treni e autobus sono stati decorati a festa e a mezzanotte sui grattacieli della città sono stati proiettati giochi di luce.
La compagnia aerea China Eastern ha fatto sapere che ci sono 30 voli in partenza da Wuhan nei prossimi giorni, con destinazioni Shanghai, Shenzhen e Guangzhou, e che sono stati prenotati già più di 1.600 viaggi. Sono inoltre più di 55mila i passeggeri che hanno prenotato un viaggio in treno per lasciare la città, secondo la compagnia ferroviaria cinese.
Non tutto, comunque, è tornato come prima a Wuhan: le scuole e le università sono ancora chiuse, e le autorità hanno detto che l’eventuale riapertura avverrà solo dopo che saranno stati valutati gli effetti delle misure restrittive attuate finora. Le autorità, inoltre, continuano a chiedere ai cittadini di evitare per quanto possibile di uscire di casa e di formare assembramenti pubblici. Alcuni grossi e vecchi complessi residenziali sono ancora chiusi e sorvegliati.
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Nonostante il calo nei rilevamenti dei contagi a Wuhan e in tutta la Cina, la fine della quarantena nella città da cui tutto è partito preoccupa non poco epidemiologi ed esperti. Il Wall Street Journal stima che il numero di persone che hanno contratto il virus a Wuhan possa essere il doppio di quello ufficiale, e che il totale dei morti rilevati non tenga conto di tutte le persone morte in casa o su cui non è stato possibile fare test (è un tema molto dibattuto anche in Italia).
Nei giorni scorsi il sito di una rivista di salute affiliata al Quotidiano del Popolo, il giornale ufficiale del Partito Comunista cinese, aveva scritto che a Wuhan ci potrebbero essere tra 10mila e 20mila casi di pazienti asintomatici, citando un importante medico locale, sulla base di un sondaggio effettuato nei giorni precedenti. L’articolo è stato successivamente cancellato.
Questo dato rifletterebbe quello stimato da molti epidemiologi, scrive il Wall Street Journal, che credono che la Cina abbia sottostimato le infezioni e le morti, soprattutto perché non ha effettuato un numero adeguato di test nelle fasi iniziali dell’epidemia, scambiando per polmoniti o altre malattie casi di COVID-19. Lunedì, comunque, le autorità cinesi hanno detto che al momento ci sono solo 1.033 pazienti asintomatici sotto osservazione.