Secondo il WTO l’epidemia di COVID-19 causerà probabilmente una contrazione degli scambi commerciali peggiore di quella della crisi del 2008
L’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) ha diffuso un nuovo rapporto secondo cui, a causa dell’epidemia di COVID-19, nel 2020 il commercio globale diminuirà di una quota compresa tra il 13 e il 32 per cento. La forbice è così ampia perché la contrazione degli scambi commerciali dipenderà molto dall’efficacia delle misure prese dagli stati. Gli economisti dell’organizzazione ritengono in ogni caso che sarà «probabilmente» una crisi peggiore di quella del 2008. Nell’ipotesi peggiore, la crisi causata dall’epidemia sarebbe simile a quella avvenuta nel 1929, la cosiddetta Grande Depressione, ma in un arco di tempo più breve. L’ipotesi migliore è quella in cui nella seconda metà dell’anno gli scambi commerciali potranno ripartire.
Il WTO si aspetta che nel 2021 ci sarà una ripresa dei commerci, ma l’entità di questa ripresa dipenderà da quanto durerà la crisi. I volumi di merci commerciate diminuiranno di almeno 10 punti percentuali in tutte le regioni del mondo; le esportazioni del Nord America e quelle dell’Asia dovrebbero essere le più colpite, mentre i settori che ne risentiranno di più, secondo il WTO, saranno quelli di prodotti come le automobili e i dispositivi elettronici.
Il volume degli scambi commerciali mondiali era già diminuito dello 0,1 per cento nel 2019 a causa della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e del rallentamento della crescita economica.
Il direttore generale del WTO Roberto Azevedo ha definito le previsioni «orribili», aggiungendo che «l’obiettivo immediato è mettere sotto controllo la pandemia e alleggerire i danni economici alle persone, alle aziende e ai paesi. Ma la politica deve cominciare a pianificare cosa succederà dopo la pandemia».