Le zanzare possono trasmettere il coronavirus?
Non ci sono prove scientifiche che lo suggeriscano, anche sulla base delle cose che conosciamo già su questi insetti
Con l’arrivo dei primi caldi primaverili stanno iniziando a comparire le prime zanzare anche in Italia, e in molti si chiedono se la loro presenza possa contribuire a un’ulteriore diffusione del coronavirus, peggiorando l’epidemia in corso. Anche se non ci sono ancora prove scientifiche affidabili su zanzare e diffusione della COVID-19, le cose già note su questi insetti lasciano abbastanza tranquilli entomologi e ricercatori: a oggi non ci sono elementi per ritenere che le zanzare facciano aumentare il rischio di contagio.
Perché le zanzare succhiano il sangue
Le zanzare sono tra gli insetti più diffusi al mondo, sono alla base dell’alimentazione di numerosi uccelli e specie acquatiche, e sono un grande fastidio per molti animali, compresi gli esseri umani. Questi insetti si nutrono delle sostanze zuccherine presenti nei fiori, ma dopo l’accoppiamento le femmine hanno bisogno di proteine ed energia per produrre le uova e vanno quindi alla ricerca di sangue.
Attraverso il loro apparato boccale, le zanzare si aprono un varco nella pelle, iniettano una sostanza che rallenta la coagulazione del sangue e lo succhiano, accumulandolo nel loro stomaco. Dopo il prelievo, la puntura inizia a prudere perché innesca una reazione del nostro organismo alle sostanze che la zanzara ha iniettato per evitare la coagulazione e anestetizzare la parte, in modo da riuscire a pungere la preda senza che questa se ne potesse accorgere.
Zanzare e contagi
Considerato che passa da preda a preda, talvolta mordendone più di una in tempi relativamente brevi, una zanzara ha grandi potenzialità per trasmettere un agente infettivo (patogeno) come un virus. Questo ha fatto sì che in passato diversi patogeni si adattassero alle zanzare per infettarle e ottenere un passaggio per passare da una preda all’altra.
Diverse ricerche hanno dimostrato che una zanzara può trasmettere alcuni virus, come quelli responsabili della dengue e della febbre gialla, senza contare la loro capacità di diffondere con grande efficienza alcuni parassiti, come quello della malaria responsabile ogni anno della morte di circa 400mila persone per lo più concentrate in Africa. Ci sono però numerosi virus che non riescono a sopravvivere nelle zanzare o a infettarle, come quello dell’HIV o quelli responsabili di Ebola.
Posandosi da persona a persona per succhiare il loro sangue, verrebbe da pensare che le zanzare possano trasmettere un virus in qualsiasi circostanza. In realtà le cose sono più complicate di così, e derivano da come sono fatte e dalla capacità di alcuni agenti infettivi di adattarsi al loro organismo o meno.
I virus nelle zanzare
Quando una zanzara preleva il sangue da un individuo infetto, il virus raggiunge l’apparato digerente dell’insetto: per poterlo infettare dovrebbe quindi riuscire a superare lo stomaco e diffondersi in altre parti del suo organismo. Dovrebbe poi raggiungere le ghiandole che la zanzara utilizza per produrre le sostanze anticoagulanti e anestetizzanti che inietta nelle sue prede. È un percorso piuttosto accidentato, considerato che nell’apparato digerente delle zanzare ci sono sostanze che disgregano il sangue per poterlo trasformare in sostanze nutrienti utili all’insetto. In questo processo, gli eventuali virus presenti vengono quasi sempre distrutti, rendendo impossibile il contagio della zanzara.
Come per gli esseri umani, anche gli insetti hanno un tempo di incubazione, cioè il periodo che intercorre tra il momento in cui si è stati contagiati e quello in cui si sviluppano i sintomi. Molti virus hanno tempi di incubazione relativamente lunghi, se rapportati alla vita di una zanzara adulta, che dura in media poco meno di una settimana. La durata dell’esistenza di questi insetti gioca contro i tempi di incubazione, rendendo ancora più improbabile che una zanzara diventi contagiosa.
Mutazioni casuali di virus e parassiti hanno fatto sì che alcuni riuscissero a superare le difese delle zanzare, riuscendo a infettarle e a far sì che possano poi trasmettere le malattie da persona a persona. Con la dengue è andata in questo modo e anche con i parassiti che causano la malaria, trasportati da alcune specie di zanzare.
Nel caso dell’HIV e degli ebolavirus le cose sono andate invece diversamente. Una ricerca pubblicata a metà degli anni Novanta su un virus che causa l’Ebola, per esempio, raccontò di un esperimento con il quale i ricercatori avevano provato a infettare direttamente le zanzare, senza riuscirci. Qualche anno dopo un’altra ricerca segnalò di avere catturato decine di migliaia di insetti nel corso di un’epidemia di Ebola, senza trovare tracce del virus nei loro organismi.
Zanzare e coronavirus
A oggi non ci sono elementi per sostenere che con l’attuale coronavirus le cose dovrebbero andare diversamente. Il virus ha una storia piuttosto recente e non sembra esposto a particolari mutazioni, che potrebbero consentirgli di infettare le zanzare. Il coronavirus si concentra inoltre nelle vie più profonde del nostro sistema respiratorio, mentre è relativamente meno presente nel sangue. Anche se con un prelievo una zanzara ottenesse una quantità di sangue con un’alta carica virale, questo non implicherebbe una sua infezione, per i motivi che abbiamo visto prima.
La principale fonte di contagio del coronavirus sono le piccole gocce di saliva emesse tossendo, starnutendo o parlando a voce alta. La trasmissione può essere diretta o, più di frequente, indiretta attraverso il contatto con superfici che sono state contaminate. Per questo motivo è importante lavarsi spesso e bene le mani e non toccarsi di continuo la faccia.