«We will meet again», il discorso della Regina
Elisabetta II ha lodato i cittadini britannici e ha concluso citando una canzone diventata un simbolo di speranza durante la Seconda guerra mondiale
Domenica sera la regina Elisabetta II del Regno Unito ha inviato un messaggio alla nazione, in cui ha ringraziato il governo e la popolazione per gli sforzi fatti finora per contenere la diffusione del coronavirus. La regina – che ha 93 anni e ha parlato alla nazione soltanto per la quarta volta in 68 anni di regno – ha descritto l’epidemia come «un momento di turbamento nella vita del nostro paese: un turbamento che ha causato dolore ad alcuni, difficoltà finanziarie a molti ed enormi cambiamenti alla vita quotidiana di tutti noi».
Her Majesty The Queen addresses the UK and the Commonwealth in a special broadcast recorded at Windsor Castle. pic.twitter.com/HjO1uiV1Tm
— The Royal Family (@RoyalFamily) April 5, 2020
La regina poi ha ringraziato tutti i lavoratori del settore sanitario, e ha lodato i cittadini per la loro disciplina nel rispettare le misure restrittive imposte dal governo: «Spero che negli anni a venire tutti siano orgogliosi di come hanno risposto a questa sfida. E che quelli che verranno dopo di noi diranno che i britannici di questa generazione sono stati forti come ogni altra. Che le qualità di autodisciplina, di risolutezza attraverso calma e serenità e di simpatia reciproca, caratterizzano ancora questo paese. L’orgoglio per ciò che siamo non è parte del nostro passato, ma definisce il nostro il presente e il nostro futuro».
La regina ha poi ricordato quando durante la Seconda guerra mondiale, nel 1940, lei e sua sorella Margaret, che all’epoca avevano rispettivamente 14 e 10 anni, inviarono un messaggio via radio alla nazione rivolgendosi ai bambini che erano stati evacuati dalle proprie abitazioni. «Oggi, ancora una volta, molti sono addolorati dalla separazione dai propri affetti. Ma oggi, come allora, sappiamo nel profondo che questa è la cosa giusta da fare».
Infine, ha concluso il suo discorso con l’augurio che possano arrivare in futuro giorni migliori, e con una citazione di una famosa canzone del 1939 di Vera Lynn, diventata un simbolo di speranza per molti soldati al fronte durante la Seconda guerra mondiale:
Dobbiamo consolarci che mentre potremmo avere ancora molto da sopportare, torneranno giorni migliori: saremo di nuovo con i nostri amici; saremo di nuovo con le nostre famiglie; ci rincontreremo (We will meet again).