Twitter ha eliminato 20mila account falsi legati ai governi di cinque paesi, fra cui l’Arabia Saudita
Twitter ha cancellato 20mila account falsi associati a campagne di comunicazione dei governi di cinque paesi: Arabia Saudita, Serbia, Egitto, Honduras e Indonesia. Lo ha spiegato Twitter stessa tramite uno dei suoi account ufficiali, aggiungendo che l’operazione rientra in una indagine sulle attività sostenute dagli stati che non rispettano i principi di trasparenza della piattaforma. Gli account eliminati, come altri già eliminati in passato per lo stesso motivo, sono archiviati in un database che si può scaricare qui.
In passato Twitter era stata spesso accusata di essere eccessivamente tollerante nei confronti di account falsi e legati a campagne di propaganda, ma negli ultimi mesi ne ha cancellati diverse migliaia.
Transparency is fundamental to the work we do at Twitter. Today, we’re updating our archive of state-backed information operations with some recent account networks we’ve removed from our service.
— Twitter Safety (@TwitterSafety) April 2, 2020
Gli account eliminati facevano parte di cinque campagne distinte e non collegate tra di loro. Sono stati individuati, per esempio, 5350 account legati in vario modo alla monarchia saudita che lodavano la stessa monarchia e criticavano altri paesi della regione. 2541 account egiziani erano invece legati a un sito di informazione chiamato El Fagr, impiegato dal governo egiziano per aumentare la risonanza dei tweet critici nei confronti di paesi come l’Iran, il Qatar e la Turchia, avversari politici dell’Egitto. In Honduras sono stati individuati 3104 account falsi utilizzati unicamente per ritwittare i messaggi del presidente e probabilmente creati da un membro dello staff governativo.
L’eliminazione di 795 account indonesiani è venuta dopo un’inchiesta del sito di giornalismo investigativo Bellingcat: gli account individuati da Twitter avevano la funzione di ritwittare i contenuti pubblicati da siti di informazione promotori delle iniziative del governo e di contrastare il movimento indipendentista della Papua Occidentale.