Secondo Amnesty International gli Stati Uniti hanno ucciso altri civili in Somalia
Amnesty International ha diffuso un nuovo rapporto in cui accusa ancora l’esercito americano di aver ucciso dei civili durante attacchi aerei in Somalia. Secondo Amnesty, Africom (il Comando militare Usa in Africa) sarebbe responsabile dell’uccisione di due civili e del ferimento di altri tre, a seguito di attacchi contro il gruppo estremista al Shabaab che ha base in Somalia.
Secondo il rapporto, lo scorso 2 febbraio Africom avrebbe colpito un’abitazione nella regione del Medio Juba mentre una famiglia si trovava a cena, e una ragazza di 18 anni sarebbe stata uccisa. Le sue sorelle, di 12 e 7 anni, e la nonna sarebbero state ferite. In un altro attacco aereo, il 24 febbraio, vicino a Jilib, a morire sarebbe stato un contadino che lavorava anche per Hormuud Telecom, la più grande compagnia di telecomunicazioni della Somalia. I funzionari di Hormuud avevano confermato all’agenzia giornalistica Associated Press l’uccisione di un proprio dipendente.
Dopo entrambi gli attacchi aerei l’esercito americano aveva dichiarato di aver colpito i combattenti di al Shabaab. Il gruppo controlla parti della Somalia centrale e meridionale ed è responsabile di attentati suicidi nella capitale Mogadiscio. Gli Stati Uniti quest’anno hanno effettuato più di 30 attacchi aerei contro al Shabaab: nel 2019 i bombardamenti aerei furono 63. Negli ultimi dieci anni Africom ha effettuato centinaia di attacchi aerei contro al Shabaab, intensificatisi durante la presidenza di Donald Trump.
Alcune ore prima che fosse pubblicato il rapporto di Amnesty International, Africom aveva annunciato che avrebbe intensificato la trasparenza sul suo operato nel Paese, attraverso la pubblicazione di un rapporto trimestrale che risponderà alle accuse di aver causato vittime civili. Le incursioni aeree oggetto del rapporto di Amnesty International erano iniziate dopo un devastante attacco di al Shabaab su una pista di atterraggio nel vicino Kenya usata dalle forze statunitensi, in cui erano stati uccisi due militari privati assoldati dagli Stati Uniti e diversi aerei militari erano stati distrutti.