Modi per sopravvivere alla quarantena: comprare pulcini
Negli Stati Uniti stanno andando a ruba, per tenersi occupati allevandoli e per mangiarne le uova
Negli Stati Uniti l’arrivo del coronavirus (SARS-CoV-2) ha portato con sé, come in tutto il mondo, limitazioni, incertezze, stipendi ridotti, lunghe file ai supermercati e in più carenza di pulcini. «Le persone sono nel panico e stanno comprando compulsivamente pulcini, come prima facevano con la carta igienica», ha detto al New York Times Tom Watkins, vicepresidente della Murray McMurray Hatchery, un allevamento di pulcini in Iowa. Ne spedisce ogni giorno attraverso il servizio postale e ha terminato quasi tutte le disponibilità per le prossime quattro settimane. «A quanto pare», scrive sempre il New York Times, «quando il momento si fa duro la gente vuole polli. Le vendite di pollo crescono durante i saliscendi in borsa e negli anni di elezioni presidenziali».
Da Tractor Supply Company, una catena statunitense di negozi per l’agricoltura e l’allevamento, nei giorni di vendita dei pulcini c’è la coda fino al parcheggio. Molti vogliono rimpolpare il pollaio e sono lì per ritirare ordini fatti mesi prima, altri però stanno comprando i pulcini per la prima volta, per approfittare della quarantena e degli spazi all’aperto di cui hanno disponibilità moltissime case americane. I negozi della catena vendono tutti i pulcini appena sono disponibili e non fanno in tempo a rifornirsi.
I dati del ministero dell’Agricoltura mostrano che nell’ultima settimana il costo delle uova al dettaglio è aumentato del 50 per cento in alcune parti degli Stati Uniti: questo perché la domanda è cresciuta molto, e parecchi negozi sono rimasti senza uova.
La mancanza di uova e la grande quantità di tempo libero hanno spinto alcuni americani ad attrezzarsi e fare da sé, come per esempio Amy Annelle, una musicista texana di 48 anni, che ha comprato i suoi primi polli dopo l’annullamento del South by Southwest, un importante festival musicale che si tiene ogni marzo ad Austin. Una settimana fa ha comprato quattro femmine e un maschio: «Ho pensato di farlo prima che tutti impazziscano e se li prendano. Volevo anche un progetto divertente per tenerci impegnati», inoltre «vederli crescere dà molta speranza». Prima che le galline siano cresciute a sufficienza per accoppiarsi e depongano le uova ci vorranno almeno cinque mesi.
Dominique Greenwell è un’altra novella allevatrice di pulcini con cui ha parlato il New York Times. Ha 26 anni e vive a Spokane, nello stato di Washington, e ha comprato quattro pulcini da un allevatore locale dopo aver studiato su internet come prendersene cura. Anche lei, come Annelle, si è ritrovata con molto tempo libero dopo la chiusura del salone per capelli in cui lavora e anche lei trova un certo conforto nell’occuparsi degli animali.
I nuovi allevatori non sono sempre preparati per garantire il benessere dei loro pulcini e quando la vita tornerà alla normalità, o perlomeno torneranno al lavoro e avranno meno tempo libero, potrebbero stancarsi dei loro polli e riscoprire la comodità delle uova del supermercato. Nel frattempo, per aiutarli a destreggiarsi nei dubbi, si possono rivolgere ai forum online, come BackYardChickens, o, in mancanza di librerie, scaricare e-book di istruzioni a tema.
Tra i consigli principali: trovarsi una stia all’aperto perché i pulcini hanno bisogno di uscire dopo le prime otto settimane; tenerli al caldo con una fonte di calore in mancanza della chioccia, perché finché non si ricoprono di piume non riescono a regolare la temperatura; avere tutto il mangime che serve; essere consapevoli che dopo i due anni le galline depongono poche uova, smettono dopo i 5-6 ma continuano a vivere più o meno fino ai 10.
Ai pulcini si sono rivolti infine alcuni genitori in cerca di qualcosa da far fare ai loro figli, come per esempio Erin Scheessele, una donna di 42 anni dell’Oregon che ne ha due, uno di 9 e uno di 11 anni. Da anni le chiedevano dei pulcini in regalo e l’hanno spuntata quando la chiusura delle scuole ha coinciso con la schiusa delle uova. Scheessele sta cercando di sfruttare tutte le potenzialità istruttive dei pulcini, per esempio obbligando i figli a calcolare il perimetro della gabbia per capire quanta rete comprare, a studiarne la biologia e a leggere manuali di “tutto sui polli”, che suo marito definisce scherzosamente una nuova forma di chick-lit (è un gioco di parole: qui significa “libri sui polli”, ma si usa di solito per la letteratura femminile divertente e leggera, come i libri di Sex and the City e della saga di Bridget Jones, e che significa “letteratura per pollastrelle”, cioè ragazze).