Non è vero che la vitamina D serve contro il coronavirus
Non esiste alcuno studio che lo dimostri ma solo un comunicato stampa senza prove scientifiche, spiega la divulgatrice Beatrice Mautino su "Le Scienze"
Non esiste alcuno studio che sostenga che l’assunzione di vitamina D riduca il rischio del contagio da coronavirus (SARS-CoV-2), com’è stato scritto da alcuni giornali negli ultimi giorni: lo ha chiaramente spiegato la divulgatrice scientifica Beatrice Mautino sul suo blog “Le Scienze“.
Mautino scrive che la notizia è stata diffusa da un comunicato stampa scritto da due medici docenti dell’Università di Torino: raccoglie un po’ di articoli scientifici sulla vitamina D e sostiene che la sua capacità di «determinare una maggiore resistenza all’infezione COVID-19 [..] può essere considerata verosimile». Il comunicato si può leggere qui, così come gli articoli a sostegno della tesi. Come indica Mautino, tuttavia, «non viene presentato un solo dato a supporto delle supposizioni fatte».
Mautino ha anche un canale YouTube e un account Instagram molto apprezzati e seguiti, come molto apprezzati sono i suoi libri, La scienza nascosta dei cosmetici e Il trucco c’è e si vede, che raccontano come vengono prodotti e cosa c’è dentro i cosmetici che compriamo.
«No, non c’è nessuno studio dell’Università di Torino che dimostra che “assumere più vitamina D riduce il rischio di contagio” da coronavirus.
Anche se lo avete visto pubblicato su tutti i giornali lo studio non esiste.A esistere è un comunicato stampa redatto da due medici, Enzo Medico e Giancarlo Isaia, entrambi docenti dell’ateneo torinese, nel quale si fanno ipotesi e supposizioni sulla base di una selezione arbitraria della letteratura scientifica e qualche osservazione superficiale sulla diffusione geografica della malattia.
Nel comunicato stampa che potete visionare qui e del quale vi metto le tre pagine qua sotto non viene presentato un solo dato a supporto delle supposizioni fatte.Se il mondo dell’informazione fosse sano, questo comunicato stampa sarebbe stato rispedito al mittente per parlarne poi di fronte ai dati veri, perché in un momento come questo di tutto abbiamo bisogno meno che di dar voce a ogni ipotesi che salta fuori. Ma il mondo dell’informazione non è sano e quindi vediamo andare in prima pagina cose che non hanno nessun fondamento solo perché arrivano da qualcuno di affiliato a una qualche istituzione che sa come muoversi per finire sui giornali.
Qualcosa di interessante in questa storia, però, c’è ed è il filone nel quale si inserisce: una disputa sul ruolo della vitamina D che dura ormai da un centinaio di anni. Ne ho parlato diffusamente nel mio ultimo libro “La scienza nascosta dei cosmetici” (Chiarelettere, 2020) e potete trovarne un riassunto in questo video che ho pubblicato sul mio canale Youtube (ci arrivate cliccando sull’immagine qua sotto)».