Le notizie di venerdì sul coronavirus in Italia
Nelle ultime 24 ore sono morte 919 persone: in tutto i casi di contagio dall'inizio dell'epidemia sono 86.498
Secondo i nuovi dati diffusi venerdì dalla Protezione civile, i contagi totali registrati ufficialmente dall’inizio dell’epidemia di COVID-19 in Italia sono stati 86.498: 5.959 in più rispetto a ieri, quando erano aumentati di 6.153. Le morti registrate nelle ultime 24 ore sono state 969 (ieri erano state 712), portando il totale a 9.134: 50 sono relative a ieri a causa di un errato conteggio dei dati del Piemonte. I nuovi guariti registrati sono 589, per un totale di 10.950. Le persone attualmente positive sono 66.414 (ieri erano 62.013).
La Lombardia, la regione più colpita, ha registrato in tutto 37.298 casi di contagio, con un aumento tra ieri e oggi di 2.409 casi.
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Oggi il presidente della Lombardia Attilio Fontana, durante la sua conferenza stampa quotidiana, ha parlato dalla diffusione del virus nella sua regione dicendo che «sicuramente non sta crescendo la linea dei contagi» e che secondo lui «sta per iniziare la discesa»; soltanto ieri, commentando gli stessi dati, si era detto «preoccupato» per un numero dei contagi «aumentato un po’ troppo rispetto alla linea dei giorni scorsi». Intervistato poi oggi nella trasmissione Mattino 5, Fontana ha detto che l’aumento dei contagi registrato ieri è stato dovuto al fatto che negli ultimi giorni sono aumentati i tamponi effettuati, ma alcuni dati non erano stati elaborati e sono stati sommati ai dati di ieri.
«Parlando con uno statistico», ha detto Fontana, «mi faceva notare come comunque, all’interno di una stabilizzazione, può capitare che in un giorno ci sia un picco, ma che conferma la stabilizzazione. Tant’è vero che gli esperti dicono che si debba fare una valutazione nell’ambito di cinque giorni almeno per poter fare una conclusione».
Durante la conferenza stampa di aggiornamento sulla situazione della pandemia in Italia, Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), ha detto che pur non avendo ancora raggiunto il picco dei contagi, né tantomeno avendolo superato, si registra che «a partire dal 19-20 il numero di nuovi casi segnalati cala, la curva sembra attenuarsi». Brusaferro ha specificato però che «non dobbiamo illuderci che un rallentamento della diffusione possa portarci a rallentare le misure di distanziamento sociale che abbiamo adottato». L’obiettivo, ha detto Brusaferro, è che la fortissima circolazione del virus in Lombardia e nelle regioni limitrofe non si estenda anche alle altre regioni dove i casi sono molto minori. Per questo motivo, ha aggiunto Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità (CSS), è “inevitabile” che le misure finora adottate vengano estese anche al di là del 3 aprile.
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Oggi, inoltre, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, ha detto che anche la chiusura delle scuole proseguirà dopo il 3 aprile. «L’obiettivo», ha detto alla trasmissione La vita in diretta, «è garantire che gli studenti ritornino a scuola quando è stra-certo e stra-sicuro che possono tornare, la salute è prioritaria», aggiungendo però che al momento non c’è motivo per pensare che l’anno scolastico prosegua oltre luglio. «Se la didattica a distanza funziona come sta funzionando non c’è alcun motivo per andare a luglio o agosto».
Dopo la notizia di ieri di un operaio che lavorava nel cantiere del nuovo ponte di Genova positivo al coronavirus, altri 49 suoi colleghi sono stati rintracciati e tutti messi in quarantena. L’area del cantiere è stata sanificata ma i sindacati hanno chiesto che i lavori vengano interrotti per precauzione. In Calabria, invece, la presidente della regione Jole Santelli ha ordinato la “chiusura” di cinque comuni, dopo che in un centro per anziani di Chiaravalle Centrale, in provincia di Catanzaro, sono stati registrati 52 casi di contagio. I comuni, da cui proviene il personale che lavora nella struttura, sono quelli di Chiaravalle Centrale, Soverato, Cenadi, Torre di Ruggero e Vallefiorita.
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