Gli aggiornamenti sul coronavirus da tutto il mondo
L'enorme programma di aiuti negli Stati Uniti, la difficile situazione in Spagna, i primi problemi a Tokyo e i diritti umani nelle Filippine
In tutto il mondo sono stati confermati più di 470.000 casi di contagio da coronavirus (SARS-CoV-2) e sono morte oltre 21mila persone (qui trovate una mappa con i dati aggiornati). L’Italia è uno dei paesi al mondo con la situazione più grave, ma sono pochi i posti che non stanno facendo i conti con la diffusione del virus.
Duemila miliardi di dollari di aiuti negli Stati Uniti
Il Senato degli Stati Uniti ha approvato un piano da 2mila miliardi di dollari per tutelare l’economia dalle ricadute della pandemia di coronavirus: è il più grande piano di salvataggio economico della storia del paese, scrivono i giornali. L’accordo è il risultato di difficili negoziati con la Casa Bianca, ed è stato adottato alla fine con il sostegno di Democratici e Repubblicani. Deve ora essere approvato dalla Camera dei rappresentanti con un voto previsto per venerdì, e infine essere firmato dal presidente Trump. Il pacchetto prevede un assegno da 1.200 dollari per gli adulti al di sotto di un certo reddito, più 500 dollari per i bambini; stabilisce prestiti agevolati e aiuti alle aziende più colpite dalla crisi e comprende un aumento della spesa per i contributi di disoccupazione e per gli ospedali.
A oggi negli Stati Uniti sono stati registrati quasi 70.000 casi, con focolai in diversi stati. La gestione della crisi è resa più complicata dal fatto che i singoli stati hanno diverse competenze in materia di sanità e si stanno comportando in maniera assai varia. Lo stato di New York, dove si concentra circa la metà dei contagi a oggi individuati, ha migliaia di nuovi casi al giorno e secondo la stima del governatore Andrew Cuomo il picco dell’epidemia è atteso fra due o tre settimane.
I morti in Spagna sono più che in Cina
Mercoledì in Spagna il numero di morti provocati dal coronavirus ha superato quello della Cina. I dati di giovedì, comunicati dal ministero della Salute, dicono che dall’inizio dell’epidemia sono morte 4.089 persone (655 in più nelle ultime 24 ore) e la Spagna è ora il secondo paese con più morti dopo l’Italia (dove, stando ai dati diffusi mercoledì dalla Protezione Civile, sono morte 7.503 persone). Il numero di casi confermati nel paese è arrivato a 56.188, di cui 31.912 ricoverate in ospedale. La regione più colpita è quella della capitale Madrid, con 2.090 morti.
Nel paese è stato dichiarato quasi due settimane fa lo “stato di allarme” e sono state introdotte restrizioni simili a quelle italiane: nei prossimi giorni il parlamento dovrà votare per un’estensione di due settimane delle misure di emergenza.
Il Regno Unito comprerà da Dyson 10.000 ventilatori per la respirazione
Il governo britannico ha annunciato che comprerà 10.000 ventilatori per la terapia intensiva e sub intensiva da Dyson, società britannica nota per la produzione di elettrodomestici molto innovativi e costosi. Il sistema sanitario nazionale, al momento, ha a disposizione circa 8.000 ventilatori ma per garantire le cure necessarie anche nel momento di picco dell’epidemia si stima ne abbia bisogno di circa 30.000. I ventilatori che produrrà Dyson sono ancora in fase di progettazione e la produzione dovrebbe cominciare tra circa due settimane.
Nel Regno Unito sono stati confermati 9.640 casi di coronavirus (erano 8.077 martedì) e sono morte 467 persone. Lunedì il governo ha introdotto misure simili a quelle italiane, con il divieto di uscire di casa e la chiusura delle attività economiche non essenziali. Londra si è svuotata, si sta discutendo di aiuti economici a dipendenti e lavoratori autonomi e ci sono polemiche simili a quelle italiane sulle molte attività che sono state considerate “essenziali” tra i dubbi di molti lavoratori.
In Francia sono morte 1.331 persone, e in Belgio 220
Mercoledì in Francia altre 231 persone sono morte per il coronavirus, portando il numero totale dei morti dall’inizio dell’epidemia a 1.331. Mercoledì, i casi confermati erano 25.233, con un aumento del 13 per cento rispetto al giorno precedente. Jérôme Salomon, uno dei più importanti dirigenti del ministero della Salute, ha detto che 2.827 persone sono in condizioni gravi e che quindi circa un terzo degli 8.000 posti di terapia intensiva o sub-intensiva del paese sono già occupati.
Il presidente francese Macron ha annunciato l’avvio di un’operazione militare chiamata “Resilienza” per sostenere la popolazione e supportare i settori della salute e della logistica. Nel frattempo, a causa della pandemia che sta colpendo l’Iraq, la Francia ha deciso di ritirare le sue truppe dal paese, dove stavano partecipando a una serie di missioni di addestramento. Le truppe francesi schierate in Iraq sono formate da circa 200 militari.
Gli ultimi dati comunicati dal ministero della Salute del Belgio dicono che nel paese, nelle ultime 24 ore, ci sono stati 1.298 nuovi casi confermati, di cui 164 (pari al 13 per cento) a Bruxelles. Le persone morte nelle ultime 24 ore sono 42. Dall’inizio dell’epidemia sono morte in totale 220 per persone. In terapia intensiva si trovano attualmente ricoverati 605 pazienti.
A Tokyo cominciano a preoccuparsi
In Giappone non sono per ora state prese misure particolarmente severe per evitare la diffusione del coronavirus. Gli ingressi nel paese sono molto controllati e il governo aveva chiesto la chiusura delle scuole, ma le attività economiche e commerciali sono ancora aperte e non sono state imposte restrizioni ai movimenti delle persone. Nel paese sono stati confermati 1193 casi di contagio, di cui circa 200 a Tokyo (dove 41 nuovi casi sono stati confermati mercoledì) e la conseguenza più grave dell’epidemia è stato il rinvio delle Olimpiadi.
La governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, ha però definito la situazione «grave» e mercoledì ha chiesto agli abitanti della città di lavorare da casa se possibile e di non uscire di casa nel fine settimana, per evitare di facilitare la diffusione del virus. La notizia ha creato molta paura e BBC dice che questa mattina molti negozi della città si sono ritrovati in poche ore con gli scaffali vuoti.
Bisogna ridurre il numero dei detenuti in carcere, dice l’ONU
L’Alta commissaria ONU per i diritti umani Michelle Bachelet ha invitato i governi a ridurre il numero delle persone detenute più vulnerabili per contenere la pandemia da coronavirus. Bachelet ha fatto riferimento alle persone più anziane, malate, o non pericolose. Da Ginevra, ha detto: «La COVID-19 ha iniziato a colpire carceri, prigioni, centri di detenzione per migranti, case di cura e ospedali psichiatrici, e rischia di essere devastante per le popolazioni estremamente vulnerabili di tali istituzioni. I governi dovrebbero rilasciare ogni persona detenuta senza una base giuridica sufficiente, compresi prigionieri politici e altri detenuti semplicemente per aver espresso opinioni critiche o dissenzienti».
La situazione in Germania
Mercoledì in Germania i casi confermati erano 31.554 e i morti totali dall’inizio dell’epidemia 149. Il Bundestag tedesco ha approvato un piano per l’emergenza coronavirus da 1.100 miliardi di euro, che prevede nuovi debiti per 156 miliardi. Venerdì il pacchetto passerà al Bundesrat per l’approvazione finale: sono previsti aiuti diretti alle piccole imprese, agli autonomi, e per il potenziamento degli ospedali. Nel frattempo, i ministri dell’Istruzione dei Lander tedeschi hanno confermato che l’esame di maturità si farà.
Il problema di chi torna a Hong Kong
Fino ad ora le misure adottate a Hong Kong sono sembrate sufficienti per evitare la diffusione dell’epidemia da coronavirus (sono stati confermati 386 casi), ma mercoledì la governatrice della regione semi autonoma cinese, Carrie Lam, ha parlato della possibilità di rafforzarle. Bar, ristoranti e attività commerciali di Hong Kong sono ancora aperte, ma sono stati sospesi gli ingressi nella regione da parte dei non residenti, mentre per i residenti è prevista una quarantena obbligatoria di 14 giorni.
I nuovi casi individuati riguardano tuttavia cittadini rientrati da altri paesi e Lam si è detta preoccupata che la situazione peggiori: tra le misure di cui ha parlato c’è il divieto di assembramenti, assoluto o in certi orari del giorno. Hong Kong, che ha una popolazione di 7,5 milioni di persone, è uno dei posti più densamente abitati del mondo (6.349 persone per chilometro quadrato), con decine di persone che vivono in spazi piccolissimi. Se il virus dovesse diffondersi, potrebbe causare problemi enormi.
In Bolivia e in Mali è stata dichiarata un’emergenza sanitaria
La Bolivia ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria fino al prossimo 15 aprile per «far rispettare la quarantena» che era in vigore già da domenica. Le nuove misure prevedono un maggior coinvolgimento dell’esercito e della polizia nei controlli e la chiusura dei confini. Lo stato di emergenza sanitaria è stato dichiarato anche in Mali. Il presidente Ibrahim Boubacar Keïta ha annunciato un coprifuoco notturno, valido in tutto il paese dalle 21.00 alle 5.00 del mattino. Tuttavia, ha detto che le elezioni legislative si terranno domenica, come previsto.
Le restrizioni in India funzioneranno?
In India sono stati registrati fin qui 606 casi di contagio, ma ci sono grossi dubbi su quali siano i numeri reali della diffusione del coronavirus: il paese ha 1,3 miliardi di abitanti e fino a domenica erano stati effettuati solo 15.000 test per cercare casi di contagio. Da martedì sera, in tutto il paese sono in vigore divieti simili a quelli in vigore in Italia, ma ci sono grossi dubbi che potranno essere fatti rispettare efficacemente, viste le dimensioni del paese e la sua popolazione. Un preoccupante video di Reuters mostra che la polizia sta usando la violenza con una certa disinvoltura, per provare a far rispettare il divieto di uscire di casa.
Indian police use violence during coronavirus lockdown https://t.co/etxxQSjawo pic.twitter.com/vb55XNePlq
— Reuters (@Reuters) March 25, 2020
Nel vicino Pakistan, che ha una popolazione di quasi 200 milioni di persone, i casi confermati sono poco meno di 1.000, con la situazione peggiore nella regione di Sindh, dove sono stati confermati 400 casi.
Nuovi problemi con le navi da crociera
Circa 800 passeggeri australiani a bordo della nave da crociera Vasco de Gama trascorreranno 14 giorni di quarantena a Rottnest Island, meta turistica famosa per la presenza di quokka, balene, delfini e foche. La nave doveva arrivare a Perth, in Australia, venerdì, ma il governo australiano ha vietato nuovi attracchi nel porto della città per contenere la pandemia. Per ora in Australia sono stati confermati oltre 2.400 casi di contagio.
A un’altra nave da crociera, la Zaandam, è stato vietato l’arrivo nei porti del Cile: a bordo ci sono oltre 70 passeggeri su 1.800 che hanno manifestato dei sintomi compatibili con quelli della COVID-19. La nave era partita da Buenos Aires, in Argentina, all’inizio di marzo e si sta dirigendo ora verso la Florida dove arriverà tra quattro giorni, il 30 marzo. Nel frattempo, sono stati inviati a bordo rifornimenti e test per il coronavirus.
Cosa fa la Russia?
Il governo russo ha deciso di fermare tutti i voli internazionali per contenere la diffusione del coronavirus. Lo stop partirà dalla mezzanotte di oggi. L’unica eccezione riguarderà i voli che serviranno al rimpatrio dei cittadini russi all’estero. In Russia ci sono ufficialmente 658 casi di coronavirus e tre morti.
Nel frattempo, il presidente Vladimir Putin ha deciso di rimandare a data da destinarsi a causa del coronavirus il referendum per modificare la Costituzione, inizialmente previsto per il 22 aprile. Il referendum potrebbe permettere a Putin di candidarsi per un altro mandato da presidente.
Il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin ha invece deciso che in città chiuderanno per una settimana i negozi, ad eccezione di supermercati e farmacie.
Il G20 in videoconferenza
Oggi i leader dei paesi del G20 parteciperanno a una videoconferenza per coordinare le risposte alla crisi mondiale causata dalla pandemia da coronavirus. All’incontro straordinario – presieduto dal re dell’Arabia Saudita che quest’anno detiene la presidenza del G20 – parteciperà anche il presidente cinese Xi Jinping.
A Manila c’è un problema di diritti umani
Human Rights Watch ha denunciato il governo filippino e il presidente Rodrigo Duterte per aver violato i diritti fondamentali delle persone che sono state fermate o arrestate per non aver rispettato la quarantena e il coprifuoco deciso a seguito della diffusione del coronavirus. La polizia e i funzionari locali, dice Human Rights Watch, hanno ad esempio rinchiuso le persone nelle gabbie per cani o le hanno costrette a restare sedute al sole per molte ore.
Dallo scorso 16 marzo, Duterte ha imposto per un mese una “quarantena comunitaria” nell’isola di Luzon, regione dove si trova la capitale Manila e dove vivono più di 50 milioni di persone, molte delle quali in condizioni di estrema povertà. Il governo ha disposto la chiusura di scuole, uffici, trasporti, e di tutte le attività economiche e commerciali, escluse le farmacie e le attività alimentari. Ha poi imposto l’obbligo per tutti i residenti di rimanere in casa, se non per esigenze fondamentali ed emergenze mediche. In tutta l’isola sono stati organizzati centinaia di posti di blocco per controllare i movimenti delle persone e il Dipartimento di Giustizia ha anche stabilito che le autorità possano procedere agli arresti delle persone che non rispettano il coprifuoco e le altre restrizioni anche se “non oppongono resistenza” alla polizia.
Secondo Human Rights Watch, finora sono state arrestate centinaia di persone, spesso collocate per qualche ora in strutture sovraffollate e dunque in condizioni sanitarie non sicure. Nelle Filippine risultano 636 contagi e 38 morti per COVID-19.