Le Olimpiadi mai disputate: Berlino 1916
Dal primo annullamento nella storia delle Olimpiadi moderne nacque l'idea di organizzare, separati, i Giochi olimpici invernali
di Pietro Cabrio
Tokyo 2020 non sarà la prima Olimpiade a non essere disputata nell’anno previsto al momento dell’assegnazione. Nella storia dei Giochi olimpici moderni ci sono tre precedenti simili. Le edizioni di Berlino 1916, Tokyo 1940 e Londra 1944 furono infatti annullate e recuperate molti anni dopo a causa delle due guerre mondiali.
A differenza di quanto accadrà con i Giochi del 2020, nel secolo scorso Berlino dovette aspettare vent’anni per riottenere l’organizzazione. Tokyo ne attese invece ventiquattro, mentre a Londra furono riassegnate alla prima occasione buona, nel 1948. Nonostante non si siano mai disputate, queste tre edizioni sono rimaste assegnate ufficialmente alle rispettive città e fanno tuttora parte della storia dei Giochi: se Tokyo 2020 sarà la trentaduesima edizione è anche perché Berlino 1916 viene contata come la sesta, e così per le altre.
I Giochi del 1916 furono assegnati a Berlino nel 1912 in un periodo storico particolare. Agli inizi del Novecento si verificò infatti la prima grande diffusione dell’attività sportiva nel continente europeo, un fenomeno che riguardò soprattutto la Germania. In quegli anni il gioco del calcio raggiunse anche gli ultimi grandi centri urbani mentre i circoli sportivi si moltiplicarono in tutto il paese. Anche per questo, dalla riesumazione dei Giochi moderni portata avanti dal barone Pierre de Coubertin alla fine dell’Ottocento, l’Impero tedesco si propose più volte come paese organizzatore.
A dimostrazione delle intenzioni tedesche, alcuni mesi prima dell’assegnazione, nel quartiere berlinese di Charlottenburg iniziò la costruzione di una grande area per l’attività sportiva, la cui struttura principale divenne il Deutsches Stadion dedicato all’imperatore Guglielmo II (l’opera fu demolita a soli vent’anni dall’apertura e sostituita dall’attuale Olympiastadion, sede dei Giochi organizzati nel 1936 dal regime nazista).
I progetti e il diffuso entusiasmo per le prime Olimpiadi tedesche iniziarono però a vacillare nel 1914. Nell’estate dello stesso anno in cui gli organizzatori tedeschi ricevettero dal CIO la bandiera con i cinque cerchi intrecciati, a Sarajevo il nazionalista slavo Gavrilo Princip uccise l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero austro-ungarico, e sua moglie Sofia. L’attentato di Sarajevo divenne simbolicamente l’evento scatenante della Prima guerra mondiale. Ad agosto, dopo che l’Impero tedesco invase il neutrale Belgio, i membri del CIO iniziarono a chiedere l’annullamento dei Giochi.
Il comitato olimpico tedesco continuò imperterrito a sostenere che la guerra sarebbe durata poco e che le Olimpiadi si sarebbero potute disputare fino a pochi mesi dal loro effettivo inizio. Ma l’intensificarsi del conflitto in tutta Europa, i danni alle città e alle vie di trasporto e la povertà crescente fra la popolazione portarono inevitabilmente all’annullamento senza un vero e proprio annuncio da parte del CIO. Da allora la Germania dovette aspettare dodici anni per essere riammessa ai Giochi. Inoltre, la prima edizione dopo la fine della guerra fu assegnata alla città belga di Anversa come risarcimento per l’aggressione subita anni prima da parte dell’Impero tedesco.
Il 1916 lasciò comunque una traccia importante nella storia delle Olimpiadi. Nel congresso del CIO del 1914 fu infatti deciso che in Germania, nella zona della Foresta Nera, si sarebbero svolti sotto l’organizzazione olimpica anche dei tornei di sport invernali: nello specifico pattinaggio artistico, pattinaggio di velocità e sci di fondo. Alcuni di questi eventi vennero effettivamente disputati in forma ridotta con la presenza di atleti tedeschi e scandinavi: questi progetti vennero ripresi da de Coubertin nel suo ultimo anno di presidenza del CIO e portarono all’organizzazione delle prime Olimpiadi invernali della storia, disputate a Chamonix nello stesso anno delle Olimpiadi estive di Parigi (1924).