Dove si può andare a fare la spesa?
Una nuova ordinanza proibisce di uscire dal proprio comune per andare al supermercato, ma una circolare chiarisce che si può fare se non ci sono alternative
Il ministero dell’Interno ha chiarito alcune questioni emerse a seguito dell’ordinanza di domenica 22 marzo, che pone ulteriori restrizioni agli spostamenti, emanata dai ministeri della Salute e dell’Interno per contenere l’epidemia di coronavirus (SARS-CoV-2). L’ordinanza vieta di spostarsi dal proprio comune di residenza «salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute», quindi non per fare la spesa: una decisione che ha sollevato dubbi in particolare tra gli abitanti di piccoli paesi scarsamente forniti di supermercati o minimarket, dove spostarsi fuori dal proprio comune di residenza per fare la spesa è inevitabile. Lo stesso problema si presenta per chi abita fuori dai centri abitati.
Martedì il ministero ha diramato una circolare a tutte le prefetture per chiarire loro l’attuazione dell’ordinanza, contenuta anche nel decreto del presidente del Consiglio. Secondo la circolare rimangono valide le disposizioni del decreto, ma aggiunge alle ragioni di «assoluta urgenza»: «Rientrano, ad esempio, in tale casistica, gli spostamenti per esigenze lavorative in mancanza, nel luogo di lavoro, di una dimora alternativa a quella abituale, o gli spostamenti per l’approvvigionamento alimentare nel caso in cui il punto vendita più vicino e/o accessibile alla propria abitazione sia ubicato nel territorio di un altro comune».
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Secondo la circolare ministeriale, quindi, uscire dal proprio comune per fare la spesa è permesso nel caso in cui il supermercato o l’alimentari più vicino sia fuori dal proprio comune di residenza. Va detto che le circolari non hanno valore di legge, ma servono a fornire istruzioni su come attuare una norma e a chiarirne gli aspetti agli organi periferici dello Stato.
Finora, in mancanza di chiarimenti da parte del ministero, le prefetture avevano dato istruzioni autonomamente: quella di Firenze, per esempio, lunedì aveva ribadito il divieto di spostarsi e aveva invitato i sindaci e i gestori dei supermercati nei comuni limitrofi a potenziare il servizio a domicilio. Dopo la diramazione della circolare, comunque, la prefetta di Firenze ha rivisto la sua posizione.
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Il governo, nel frattempo, ha aggiornato la sezione “domande e risposte” sul suo sito: nella parte relativa agli spostamenti si leggono ulteriori chiarimenti:
È obbligatorio fare la spesa nel proprio comune di residenza o è possibile farla anche nel Comune limitrofo?
No, ma si deve fare la spesa nel posto più vicino possibile a casa o, per chi non lavora a casa, al luogo di lavoro. Infatti, gli spostamenti devono essere limitati allo stretto necessario sia tra Comuni limitrofi che all’interno dello stesso Comune. In ogni caso, si deve sempre rispettare rigorosamente la distanza tra le persone negli spostamenti, così come all’entrata, all’uscita e all’interno dei punti vendita. Per questa ragione la spesa è fatta di regola nel proprio Comune, dal momento che questo dovrebbe garantire la riduzione degli spostamenti al minimo indispensabile. Qualora ciò non sia possibile (ad esempio perché il Comune non ha punti vendita), o sia necessario acquistare con urgenza un bene non reperibile nel Comune di residenza o domicilio, o, ancora, il punto vendita più vicino a casa propria si trovi effettivamente nel Comune limitrofo, lo spostamento è consentito solo entro tali stretti limiti, che dovranno essere autocertificati.
Inoltre il governo specifica che nel caso sia necessario assistere i propri parenti anziani, è possibile uscire dal proprio comune di residenza.
Posso andare ad assistere i miei cari anziani non autosufficienti?
Sì, è una condizione di necessità. Ricordate però che gli anziani sono le persone più vulnerabili e quindi cercate di proteggerle dai contatti il più possibile.