Da giovedì l’Osservatore Romano uscirà solo in versione digitale, a causa del coronavirus
Da giovedì 26 marzo L’Osservatore Romano non uscirà più in versione cartacea a causa della diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2). Il giornale, edito dal Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, interromperà le attività tipografiche e continuerà a uscire solo in versione digitale, come ha spiegato il direttore Andrea Monda ad Adnkronos: «Ora avevamo la necessità di contenere la situazione per motivi cautelari, di prudenza; ma in realtà non cambia nulla. Noi continuiamo a fare il giornale come sempre – vi lavorano una sessantina di persone, fra cui una quarantina di giornalisti dei quali circa venti per l’edizione italiana, già quasi tutti in smart working – L’Osservatore Romano resta identico a quello che siamo abituati a sfogliare, soltanto che tecnicamente produciamo un file, un pdf, per l’edizione che è solo informatica per essere diffusa in rete».
Monda ha anche ricordato che dalla fondazione del giornale, nel 1861, era successo solo una volta che non venisse stampato: il 20 settembre del 1870, subito dopo la breccia di Porta Pia. Il Messaggero scrive che nella tipografia del giornale continueranno a lavorare un solo tecnico stampa e un legatore per produrre solo 10 copie cartacee «da distribuire ai massimi livelli della curia, tra cui il Segretario di Stato e il Papa».