Le ultime notizie sul coronavirus in Italia
Nelle ultime 24 ore sono stati confermati 5.560 nuovi contagi e 651 morti
Secondo i dati diffusi domenica sera dalla Protezione Civile, dall’inizio dell’epidemia di COVID-19 in Italia sono risultate positive ai test per il coronavirus (SARS-CoV-2) 59.138 persone (5.560 in più rispetto a ieri). I decessi registrati nelle ultime ultime 24 ore sono stati 651, portando il totale a 5.476. Le persone attualmente positive sono 46.638. Le persone in isolamento domiciliare sono 23.683 (ieri erano 22.116), mentre quelle nei reparti di terapia intensiva sono 3.000, il 6 per cento del totale e 152 in più rispetto a ieri.
Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile, ha sottolineato che i numeri sono inferiori rispetto a quelli di ieri. Ha detto che è presto per trarne conclusioni, aggiungendo però: «mi auguro e ci auguriamo tutti che possano essere confermate nei prossimi giorni».
La regione più colpita dal contagio rimane la Lombardia, nella quale sono stati registrati i decessi di 361 persone malate di COVID-19 nelle ultime 24 ore: i contagiati registrati attualmente positivi sono adesso 17.885. Come sempre, va tenuto presente che probabilmente molti di questi dati sono un’approssimazione per difetto: le diverse politiche delle regioni italiane non permettono per esempio di avere un quadro chiaro di quante siano davvero le persone contagiate in Italia.
Borrelli ha poi detto che 63 pazienti sono stati trasferiti dalla Lombardia ad altre regioni (2 in più rispetto a ieri): di questi, 25 erano positivi al coronavirus, 38 no. Ha anche confermato che 12 dipendenti della Protezione Civile di Roma sono risultati positivi, e che per questo gli uffici sono stati sanificati.
Il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, intervenuto alla conferenza stampa delle 18, ha poi aggiunto che le restrizioni adottate in Italia – includendo anche quelle per ora soltanto annunciate ieri sera dal governo – sono sostanzialmente il massimo che si poteva fare. Il problema che rimane, ha detto, è quello del contagio all’interno delle famiglie, sottolineando così l’importanza di isolare il più possibile chi è risultato positivo al test per il coronavirus e chi presenta sintomi compatibili con la COVID-19 (tosse, febbre e difficoltà respiratorie).
Oltre agli ultimi dati sul numero di contagi e morti, la notizia più importante della giornata è stato l’annuncio di nuove restrizioni per contenere la diffusione del virus fatto sabato sera dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Si sa che non si potranno più svolgere «tutte le attività produttive non necessarie», ma il governo non ha ancora diffuso un elenco ufficiale di quali saranno considerate essenziali.
Conte ha però rassicurato i cittadini sul fatto che resteranno aperti i supermercati e i negozi di alimentari, le farmacie, le parafarmacie, le banche e gli uffici postali; non saranno sospesi inoltre i servizi delle assicurazioni e quelli di trasporto pubblico. Non si sa nemmeno fino a quando saranno in vigore le sospensioni della produzione, ma fonti dei giornali vicine al governo hanno parlato del 3 aprile.
In aggiunta alle nuove restrizioni nazionali, alcune regioni ne hanno poi introdotte altre attraverso le ordinanze firmate dai rispettivi presidenti. Quelle della Lombardia (che si possono leggere qui) saranno in vigore fino al 15 aprile. Tra le altre cose prevedono: la chiusura delle sedi centrali e decentrate delle amministrazioni pubbliche, tranne quelle che riguardano «l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità»; la chiusura degli studi professionali; il divieto di fare attività motoria, fatta eccezione per quella solitaria «nei pressi della propria abitazione».
L’altra regione che ha introdotto misure più restrittive rispetto a quelle nazionali è il Piemonte: sono elencate qui e sono molto simili a quelle introdotte in Lombardia. In Calabria invece è stato introdotto un divieto di ingresso e uscita dal territorio regionale se non per gravi motivi di salute o per garantire «servizi essenziali»; anche questo durerà fino al 3 aprile. In Emilia-Romagna e in Veneto infine è stato applicato per la prima volta il divieto di apertura domenicale per i supermercati previsto anche per il 29 marzo.
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Un’altra notizia di oggi è l’arrivo di 52 medici e infermieri cubani a Crema, in Lombardia. I medici cubani sono noti in tutto il mondo per la loro professionalità e più volte in anni recenti sono stati mandati in giro per il mondo ad aiutare paesi stranieri ad affrontare crisi sanitarie; ad esempio, nel 2014 erano andati nei paesi dell’Africa occidentale ad aiutare il personale sanitario che si occupava dei malati di ebola. I medici e gli infermieri che ora si trovano a Crema sono specializzati nel trattamento di malattie infettive.