Non c’è ancora un elenco ufficiale delle attività che potranno rimanere aperte
Non sappiamo quali sono quelle “essenziali” individuate dal governo, ma di certo rimarranno aperti supermercati, farmacie, poste e banche
Sabato sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato la chiusura di “ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile, a garantirci beni e servizi essenziali” in tutta Italia, come ulteriore misura per contenere l’epidemia di coronavirus (SARS-CoV-2) in corso nel paese. Il testo del decreto però non è ancora stato diffuso, e quindi non c’è un elenco delle attività produttive che il governo ha individuato come essenziali e che quindi potranno rimanere aperte e continuare le attività. Questo ha provocato ore di confusione e incertezze, e ha peraltro attirato diverse critiche sulle modalità di comunicazione scelte dal governo, che ha annunciato genericamente le misure prima di aver ultimato il decreto.
Le cose che sappiamo certamente, perché l’ha detto Conte, è che le chiusure non interesseranno i supermercati e i negozi di alimentari, e in generale non ci saranno restrizioni alla vendita e alla produzione alimentari, in tutte le parti della filiera produttiva. Rimarranno poi aperte farmacie, parafarmacie, banche, poste, assicurazioni e continuerà a essere garantito il trasporto pubblico. Le attività di corrieri, spedizioni e trasporto merci non dovrebbero subire sospensioni.
Non si sa ancora cosa abbia deciso il governo per i ristoranti che stanno continuando a consegnare a domicilio: sappiamo però che le nuove ordinanze emanate ieri da Lombardia e Piemonte specificavano esplicitamente che possono continuare a lavorare.
Le chiusure non riguarderanno nemmeno edicole e tabaccai, che però dovranno spegnere slot machine e monitor in generale. Le chiusure in ogni caso si intendono ovviamente per le attività “in presenza”: il lavoro a distanza, o smart working, continua a essere permesso e incentivato.
Non è ancora ufficiale nemmeno fino a quando rimarranno in vigore le ulteriori restrizioni, ma fonti vicine al governo parlano del 3 aprile.
Bisognerà ancora aspettare probabilmente alcune ore per l’elenco definitivo delle aziende e delle fabbriche che potranno continuare le attività. Negli elenchi circolati tra sabato e domenica sono comprese una settantina di voci, che oltre alle industrie alimentari comprendono quelle di articoli tessili, prodotti chimici, carta, apparecchiature mediche. Si parla poi delle attività legate alla manutenzione e riparazione di veicoli e di macchinari industriali, all’installazione di impianti elettrici, del gas e idraulici, quelle finanziarie e assicurative, e diverse altre. Ma è possibile che cambino delle cose all’ultimo momento, e quindi per il momento non si può fare altro che aspettare il testo del decreto.