In India sono stati impiccati i 4 uomini condannati per lo stupro di gruppo su un autobus e l’omicidio di una donna nel 2012
In India sono stati impiccati quattro uomini condannati per lo stupro di gruppo e l’omicidio di una donna di 23 anni a New Delhi, in India, nel dicembre del 2012. Sono stati impiccati prima dell’alba nella prigione di Tihar a New Delhi: era dal 2015 che l’India non eseguiva una condanna a morte.
Del caso si era parlato moltissimo in tutto il paese, con migliaia di persone scese in strada a protestare e chiedere pene più severe contro la violenza sulle donne. Lo stupro era avvenuto su un autobus privato dove c’erano sette uomini, compreso l’autista. La ragazza, una studentessa di infermieristica di 23 anni, era salita sull’autobus di una società privata insieme a un amico di 28 anni e gli altri passeggeri, quasi tutti ubriachi, avevano iniziato subito a infastidire la ragazza. L’amico cercò di difenderla ma venne picchiato violentemente; dopo lo stupro i due ragazzi vennero spogliati, gettati fuori dall’autobus e abbandonati su un’autostrada. La ragazza morì dopo due settimane in un ospedale di Singapore, dove era stata ricoverata: oltre a un trauma cranico, aveva avuto, a causa delle violenze, un arresto cardiaco, infezioni ai polmoni, all’addome e gravi danni cerebrali.
Vennero arrestati sei uomini: uno di 17 anni venne liberato nel 2015 dopo tre anni in un carcere minorile e un altro, l’autista dell’autobus, venne trovato morto nella sua cella in carcere nel marzo del 2013; il suo caso fu considerato un suicidio.
Il presidente indiano Narendra Modi, che aveva rifiutato la richiesta di grazia per i condannati, ha scritto su Twitter: «Giustizia è fatta. È di primaria importanza per noi assicurare la dignità e la sicurezza delle donne».
Justice has prevailed.
It is of utmost importance to ensure dignity and safety of women.
Our Nari Shakti has excelled in every field. Together, we have to build a nation where the focus is on women empowerment, where there is emphasis on equality and opportunity.
— Narendra Modi (@narendramodi) March 20, 2020