24 ore diverse e inaspettate, in Israele
Il processo contro Benjamin Netanyahu è stato rimandato per il coronavirus, e partiti finora nemici hanno detto che appoggeranno un governo di Benny Gantz, tra le altre cose
Lo scorso fine settimana è stato molto agitato per Israele. Il primo ministro conservatore, Benjamin Netanyahu, ha adottato nuove misure restrittive a causa del coronavirus, tra le altre cose incaricando i servizi segreti di individuare le persone contagiate, e ha rinviato il processo a suo carico, facendo parlare i suoi oppositori di “colpo di stato legale”. In maniera inaspettata, inoltre, il suo principale avversario politico, Benny Gantz, è riuscito a garantirsi l’appoggio di diversi partiti del nuovo parlamento israeliano, quello emerso dalle elezioni del 2 marzo: oggi quindi Gantz riceverà l’incarico di formare un nuovo governo dal presidente israeliano, Reuven Rivlin.
Netanyahu ha fatto la sua prima mossa sabato sera, alle 21 ora locale. In un discorso alla nazione, il primo ministro ha annunciato nuove restrizioni a causa del coronavirus, dicendo: «Dobbiamo fare tutto il possibile, come governo e come cittadini, per non contrarre il virus e non infettare altre persone».
Netanyahu ha annunciato la chiusura di ristoranti, bar e musei in tutto il paese, fino a data da destinarsi; in precedenza era già stata annunciata la chiusura delle scuole fino almeno alla metà di aprile, e l’obbligo per tutti quelli che entrano in Israele – sia cittadini che stranieri – di fare un periodo di due settimane di quarantena.
Durante il suo discorso, Netanyahu ha accennato però a un’altra misura, molto più controversa: ha detto che gli agenti dello Shin Bet – servizio segreto per l’interno di Israele, che solitamente si occupa delle operazioni antiterrorismo – saranno impiegati per individuare le persone contagiate dal coronavirus che non hanno dato sufficienti informazioni sui propri spostamenti. Questo tipo di sorveglianza, hanno detto funzionari israeliani, verrà svolto usando sistemi elettronici usati contro il terrorismo, tra cui il tracciamento dei cellulari delle persone da tenere d’occhio. Lo stesso Netanyahu ha ammesso che misure di questo tipo potrebbero violare le leggi sulla privacy in vigore in Israele.
Poco dopo l’annuncio alla nazione, nella notte tra sabato e domenica Netanyahu ha fatto la seconda mossa, provocando la furiosa reazione delle opposizioni.
Sessanta ore prima dell’inizio del processo a suo carico per truffa e corruzione, Netanyahu, in accordo con il ministro della Giustizia ad interim Amir Ohana, ha ordinato la chiusura del sistema giudiziario israeliano: come ha spiegato Ohana, tutte le attività dei tribunali sono state sospese ad eccezione dei casi urgenti, per prevenire la diffusione del coronavirus.
La misura è stata presa nonostante il parere contrario del ministro della Salute, che aveva detto: «Le istituzioni del governo, sia la Knesset [il parlamento israeliano] sia il sistema giudiziario, sono due organi che devono continuare le loro attività». Il processo contro il primo ministro, che doveva iniziare martedì in un tribunale di Gerusalemme, è stato rinviato al 24 maggio.
Durante le consultazioni svolte dal presidente israeliano Rivlin, domenica Lista Unita, partito di centrosinistra che rappresenta gli arabo-israeliani, ha inaspettatamente comunicato che avrebbe appoggiato un governo guidato da Gantz, aggiungendo che si sarebbe invece opposto a qualsiasi tentativo di formare un governo di unità nazionale tra il Likud, il partito di Netanyahu, e Blu e Bianco, il partito di Gantz.
Lista Unita ha specificato che Gantz avrebbe avuto l’appoggio di tutti i parlamentari del partito, inclusi quelli provenienti da Balad, forza ultranazionalista vista da molti in Israele come nemica dello stato. Poche ore dopo ha annunciato l’appoggio a Gantz anche Avigdor Lieberman, leader di un partito laico e nazionalista che in precedenza aveva detto di non avere alcuna intenzione di fare accordi con Lista Unita.
Il presidente israeliano Rivlin dovrebbe dare l’incarico di formare un nuovo governo a Gantz lunedì, sempre che i due principali partiti non trovino prima un accordo per formare un governo di unità nazionale.
Le elezioni del 2 marzo erano state le terze tenute in Israele in meno di un anno, ma come le precedenti non avevano prodotto alcuna maggioranza immediata. Uno dei problemi per Netanyahu è ora quello della legittimità, soprattutto considerate le misure di emergenza adottate dal suo governo contro il coronavirus, alcune delle quali prevedono una limitazione delle libertà personali. Finora in Israele sono stati rilevati circa 200 casi positivi da coronavirus.