Sono giorni adatti ai libri lunghi
Una piccola lista di suggerimenti in aggiunta a "Guerra e pace", "Moby Dick" e "Alla ricerca del tempo perduto" che sapete già
Evitare di uscire di casa – come il governo italiano ha chiesto a tutti i cittadini per evitare la diffusione ulteriore del coronavirus (SARS-CoV-2) – può essere un disagio per molte persone, ma cercando di fare di necessità virtù, può anche essere un’occasione per leggere un librone che si rimanda da tempo, magari dai tempi della scuola.
Per qualcuno sarà un romanzo di Dostoevskij (I fratelli Karamazov è lungo almeno 1.100 pagine, a seconda dell’edizione) o Tolstoj (con Guerra e pace si arriva anche a più di 1.400), per altri Moby Dick di Herman Melville. Qualcuno forse proverà con le 1.276 pagine di Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo o con le 723 (ma scritte molto in piccolo) di Il taccuino d’oro di Doris Lessing, come vorrebbe fare una redattrice del Post. Per i più convinti poi c’è Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust, che in un’edizione che comprende tutti e sette i volumi è lungo 2.376 pagine. Mentre per chi si vuole aggiornare sulle ultime novità c’è Prima di noi di Giorgio Fontana: parla di una famiglia italiana dalla Prima guerra mondiale ai giorni nostri ed è lungo 886 pagine.
Abbiamo messo insieme una lista di libri lunghi – romanzi e saggi – che ci sono piaciuti e che pensiamo possano fare compagnia in questi giorni. Non ci sono molti classici (con un’eccezione, già vista ma del resto particolarmente adatta alle circostanze) e non raggiungiamo le lunghezze di alcuni dei più noti romanzi ottocenteschi e novecenteschi, ma di pagine con cui farsi compagnia ce ne sono comunque molte.
Città in fiamme di Garth Risk Hallberg
1.005 pagine
È una sorta di giallo (molto appassionante e molto scorrevole, nonostante la mole) che ruota attorno a una sparatoria avvenuta a Central Park, a New York, la notte di Capodanno tra il 1976 e il 1977. La sparatoria (o meglio: lo sparo) coinvolge da molto vicino due dei protagonisti, un ragazzo e una ragazza di Long Island. La loro storia si intreccia a quella dei due eredi di una ricchissima famiglia newyorkese, dei partner che li amano – faticosamente – e che hanno molti segreti, di un giornalista determinato e un po’ distrutto dalla vita e del detective che cerca di ricostruire il ruolo e il legame di ognuno di loro nella sparatoria. New York, la città, in tutti i suoi angoli, è la vera protagonista, dagli incendi nel Bronx alle fanzine della scena punk, dai gruppi anarchici alle tempeste di neve, dalle case occupate del Village all’arte, alle bombe. Vale la pena leggerlo anche solo per il modo vividissimo in cui è raccontato il grande blackout del 13 luglio 1977. Sembra di essere lì.
Giulia Balducci
Congo di David Van Reybrouck
669 pagine
Visto che i libri lunghi hanno il problema di essere pesanti (letteralmente pesanti), l’ho ascoltato. Mi è piaciuto perché prende un paese e lo racconta bene e per bene, dall’inizio e senza fretta. È pieno di storie – personali, locali e sconosciute prima di questo libro – ma anche molto grandi e in qualche modo collegate al Congo: Che Guevara, “The Rumble in the Jungle”, Leopoldo II del Belgio e la bomba atomica. Lo consiglio perché è scritto bene e fa sempre venire voglia di sapere cosa succede dopo, anche quando un po’ già lo sai. Le 669 pagine corrispondono a 1.750 minuti. Secondo me non è per niente pesante, figurativamente.
Gabriele Gargantini
Archivio dei bambini perduti di Valeria Luiselli
439 pagine
È un romanzo che aiuta a farsi delle buone domande sul mondo in cui viviamo: la protagonista e narratrice è una specie di documentarista radiofonica, messicana ma privilegiata come l’autrice, che insieme alla famiglia (il marito, il figlio di lui di 10 anni, la figlia di lei di 4) si sposta da New York al sud-ovest degli Stati Uniti durante uno dei momenti più duri dell’attuale migrazione dal centro America agli Stati Uniti. Non pensate però a una storia che voglia impietosire o commuovere; le riflessioni della protagonista non sono retoriche e parlano, oltre che della situazione dei migranti, dello stare dentro una famiglia e del rapporto tra genitori e figli piccoli – uno degli aspetti più belli. C’è molto delle esperienze di Luiselli nella storia, in particolare del suo volontariato di interprete per i migranti centroamericani minorenni: vale la pena, dopo aver letto l’Archivio, leggere anche Dimmi come va a finire, un librino (solo 96 pagine, si arriva a poco più di 500 in totale) precedente al romanzo in cui Luiselli racconta in una prima versione, senza fare narrativa di finzione, le cose che poi si ritrovano nel romanzo. Leggendolo a posteriori si ha l’impressione di entrare nel laboratorio della scrittrice.
Ludovica Lugli
Sapiens. Da animali a dèi: Breve storia dell’umanità di Yuval Noah Harari
540 pagine
Se mi avessero detto 5 anni fa che avrei trovato avvincente un saggio di antropologia di oltre 500 pagine sarei scoppiato a ridere. Invece è l’occasione per scoprire quanto erano in gamba i Neanderthal più dei Sapiens, e i cacciatori raccoglitori più degli agricoltori, e avanti così… ma anche per leggere quanto era più facile morire di morte violenta andando indietro nei millenni! Un racconto semplice che evidenzia quanto gli eventi degli ultimi 100mila anni si possano leggere in maniere opposte, entrambe corrette, spazzando via il mito di età arcaiche paradisiache o la fede cieca in un progresso inarrestabile verso una maggiore felicità.
Marco Surace
Il sussurro del mondo di Richard Powers
658 pagine
Potrebbe essere una lettura perfetta soprattutto per chi, in questi giorni di isolamento forzato, sta soffrendo un po’ di solitudine: Powers ci rivela che se tendiamo bene le orecchie possiamo sentire un chiacchiericcio costante e rassicurante, che viene dagli alberi. Gli alberi sono i coprotagonisti di una storia fitta e intricata come i rami di un castagno secolare, che parte da molto tempo fa e arriva all’oggi: in mezzo ci sono le vicende di un gruppo di personaggi (umani) così straordinari da risultare più che convincenti, e a cui ci si affeziona in fretta. Non vedrete l’ora di poter uscire di nuovo di casa per andare a isolarvi in mezzo a un bosco.
Valentina Lovato
Viaggio in Italia di Guido Piovene
896 pagine
Forse non è il libro migliore da leggere quando si è chiusi in casa, dato che racconta il viaggio che un reporter d’altri tempi fece in tutti gli angoli d’Italia, tra il 1953 e il 1956; però leggere questo libro oggi significa non soltanto scoprire luoghi sconosciuti ma anche scoprire com’era l’Italia subito prima del “boom economico”, con tutte le contraddizioni che ancora conosciamo ben evidenti già allora, raccontate attraverso lo sguardo coevo di Piovene che dissemina in tutto il libro frammenti di analisi e riflessioni a caldo per niente superate, nonostante siano vecchie più di sessant’anni.
Mario Macchioni
It di Stephen King
1.216 pagine
Non importa se pensate che non vi piaccia il genere, o che non vi piaccia Stephen King, perché It è una cosa a sé. Ok, se siete molto sensibili alle scene dei film horror in cui escono cose schifose dal lavandino forse non fa per voi, ma in tutti gli altri casi dovete dargli una possibilità. La storia è arcinota: sette amici d’infanzia ormai adulti si ritrovano dopo anni nella loro cittadina d’origine, Derry, nel Maine, perché esattamente come 27 anni prima qualcuno sta uccidendo i bambini e solo loro sanno chi è (o meglio, cos’è) e possono sconfiggerlo. Sembra una storia da “piccoli brividi”, ma il modo in cui King racconta i personaggi è tutt’altro che banale e la sua capacità di farti immaginare vividamente ogni dettaglio è unica. It è uno dei casi più riusciti di libro corale: abbandona la retorica dell’eroe solo contro tutti e mostra la forza invincibile dell’amicizia, da bambini come da adulti. Ha più di mille pagine ma dopo le prime cinquanta non ci penserete più.
Marta Impedovo
1Q84 di Haruki Murakami
1.164 pagine
È quello che mi sono messo a leggere io, riprendendolo dopo averlo lasciato parcheggiato sulla libreria per un paio d’anni. Questo clima sospeso e un po’ apocalittico mi ha messo voglia delle atmosfere di Murakami: surreali e parallele proprio come sembra essere diventato il mondo nel giro di pochi giorni. La Milano mezza vuota di questi giorni sembra non a caso la Tokyo del romanzo, familiare eppure diversissima da come la ricorda la protagonista. Il romanzo racconta due storie apparentemente slegate, quella di un’assassina che un giorno inizia a notare dei cambiamenti strani nel mondo intorno a sé, e di uno scrittore che deve riscrivere un romanzo promettente ma acerbo di una 16enne dislessica cresciuta in una misteriosa comune. Ovviamente poi si intrecciano.
Stefano Vizio
American Tabloid di James Ellroy
660 pagine
A metà tra il thriller e il romanzo storico, è una ricostruzione con dettagli puntuali, personaggi inventati e teorie cospirazioniste di un pezzo affascinante di storia americana: l’ascesa di J.F. Kennedy e i legami tra FBI, mafia, CIA, Ku Klux Klan e anticastristi cubani. È pieno di spie, scene d’azione, piste, intrecci e violenza.
Se vi piace siete fortunati: è il primo di una trilogia che prosegue con Sei pezzi da mille e Il sangue è randagio.
Arianna Cavallo
Middlesex di Jeffery Eugenides
602 pagine
È considerato un esempio recente di “grande romanzo americano” e nel 2003 fu premiato con il Pulitzer per la narrativa. Mette insieme la vicenda individuale del protagonista, uno pseudoermafrodita cresciuto come una bambina fino all’adolescenza; e quella della sua famiglia, greci scappati dalla Turchia negli anni Venti e riparati in America. È insieme un libro molto contemporaneo sulla ricerca di identità, una saga familiare, un ritratto della comunità greca di Detroit e la narrazione di un pezzo di storia americana dal punto di vista di una sua minoranza.
Arianna Cavallo, che ha fatto il bis
Obama di David Remnick
635 pagine
Dopo aver letto The Bridge (è il titolo dell’edizione originale) sarà impossibile guardare, ascoltare o rimpiangere Barack Obama allo stesso modo: vi sembrerà di conoscerlo da sempre, lui e chi gli sta intorno. Negli ultimi anni sono usciti molti libri che ne raccontano la carriera politica e gli anni della presidenza – su tutti quelli dei suoi ex collaboratori David Axelrod e Dan Pfeiffer – ma nessuno così ricco e intimo come quello di Remnick, narratore fantastico oltre che celebrato direttore del New Yorker. Avvertite chi vi sta vicino. Nelle settimane successive alla fine del libro tirerete fuori un sacco di aneddoti, anche nei momenti più impensabili.
Luca Misculin
Il cardellino di Donna Tartt
892 pagine
Scoppia una bomba al Metropolitan Museum di New York e per Theo, tredicenne che ci era andato in visita con la madre, la vita cambia per sempre. Sotto shock, scappa dal museo con il famoso dipinto del Cardellino, e un anello, donatogli da un anziano signore prima di morire. Da qui in poi, ogni personaggio e ogni oggetto hanno un ruolo e un posto definito nella vicenda di Theo Decker dove il trauma, le dipendenze e le tendenze autodistruttive si snodano lungo una storia dura e commovente al tempo stesso. Il Cardellino è un romanzo denso e stratificato, ma di facile lettura perché la scrittura di Donna Tartt scorre via fluida lungo le novecento pagine, fino all’impennata finale. È uno di quei romanzi – quelli grandi, come li definiscono alcuni – che ti scava dentro e mentre lo fa, neanche ci prova a rispondere ai “grandi interrogativi della vita”; eppure, la sua lettura è in grado di restituirti qualcosa di te che ancora non vedevi o non sapevi nemmeno di avere. Una bella avventura, insomma.
Emanuela Marchiafava
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