Il duro editoriale di “Science” contro Trump per l’emergenza coronavirus
Accusa il presidente di «insultare la scienza» e manipolare le informazioni sul virus, sottostimando la crisi
La rivista scientifica Science, tra le più prestigiose al mondo, ha pubblicato un duro editoriale contro il presidente statunitense Donald Trump e la sua gestione dell’emergenza provocata dall’epidemia di coronavirus (SARS-CoV-2) negli Stati Uniti. L’editoriale, firmato dal direttore H. Holden Thorp, critica i tagli fatti dall’attuale governo americano nel campo della ricerca scientifica, tra cui quelli ai Centers for Disease Control and Prevention (CDC), il più importante organo di controllo sulla sanità pubblica statunitense, e accusa Trump di «insultare la scienza».
L’editoriale di Science è stato pubblicato mercoledì 11 marzo ed è già stato molto ripreso, soprattutto perché è piuttosto inusuale che la rivista prenda posizioni così dure contro un presidente. Finora negli Stati Uniti le persone risultate positive al test per il coronavirus sono più di 1.300 e gli stati con almeno un caso sono 39. Secondo il New York Times, le persone morte per problemi in qualche modo legati al coronavirus sono almeno 31.
L’editoriale di Science critica anzitutto il tentativo di Trump di impedire agli scienziati che si stanno occupando di coronavirus di comunicare le informazioni in loro possesso all’opinione pubblica: «L’amministrazione o blocca queste informazioni, o le riformula piene di contraddizioni».
Per esempio, la scorsa settimana il governo aveva sostenuto più volte che la diffusione del coronavirus negli Stati Uniti fosse contenuta, nonostante i casi positivi rilevati fino a quel momento non fossero solo nello stato di Washington (oggi il più interessato), ma anche in diverse altre zone del paese. Invece che dare informazioni corrette sull’epidemia del virus, e prendere misure preventive adeguate, la strategia di Trump è sembrata essere quella di mettere pressione affinché venga sviluppato in fretta un vaccino, nonostante gli fosse stato spiegato ripetutamente che lo sviluppo di un vaccino richiede almeno un anno e mezzo di tempo.
Trump ha preso le prime misure contro il coronavirus nella notte tra mercoledì e giovedì, dopo la pubblicazione dell’editoriale: anche queste misure – la sospensione di tutti i voli diretti negli Stati Uniti e provenienti dall’area Schengen – sono state comunque giudicate insufficienti da molti: sia perché prevedono piuttosto inspiegabilmente l’eccezione tra gli altri del Regno Unito, paese che ha già registrato diversi casi di contagio; sia perché negli Stati Uniti ci sono già stati casi di contagio avvenuti all’interno del territorio nazionale, e non tramite persone provenienti dall’estero.
Nell’editoriale, Holden Thorp scrive, riferendosi a Trump: «Questo non è il momento che qualcuno che neghi l’evoluzione, il cambiamento climatico e i pericoli di fumare dia forma al discorso pubblico».
L’editoriale di Science critica in particolare i tagli compiuti dal governo Trump ai CDC e agli Istituti Nazionali di Sanità (NIH), un’agenzia del dipartimento della Salute americano, oltre che la scarsissima considerazione mostrata dall’amministrazione verso alcune agenzie federali che si occupano di materie scientifiche, come l’Agenzia per la protezione dell’Ambiente. Holden Thorp ha scritto che Trump ha passato tutta la sua presidenza a danneggiare e ignorare la scienza, e lo stesso sta facendo ora pretendendo che venga trovato immediatamente un vaccino contro il coronavirus: «ma non si possono rompere le regole della natura per ottenerlo».
L’editoriale si conclude con una richiesta diretta proprio a Trump: «Ci faccia un favore, presidente. Se vuole qualcosa, inizi a trattare la scienza e i suoi principi con rispetto».