Cosa sta facendo il governo per l’economia
Tra le misure decise e quelle che lo saranno presto ci sono assunzioni e investimenti in sanità, cassa integrazione straordinaria, sospensione di pagamenti e credito alle imprese
Per fronteggiare l’epidemia di coronavirus il governo ha approvato una vasta serie di restrizioni agli spostamenti in tutto il paese, ma questa scelta ha reso ancora più necessario introdurre misure adeguate per contrastare gli effetti economici dell’epidemia. Milioni di persone rischiano di trovarsi senza un lavoro e migliaia di aziende rischiano la chiusura, mentre il sistema sanitario nazionale ha urgente bisogno di nuove risorse per rispondere adeguatamente.
La scorsa settimana il governo ha stanziato 7,5 miliardi di euro per una prima serie di interventi, ma nuove misure sono già allo studio. Questa settimana la cifra totale stanziata per fronteggiare l’epidemia potrebbe arrivare fino a 17 miliardi di euro, scrivono i giornali, e il deficit potrebbe essere fissato al 2,8-2,9 per cento del PIL, il limite massimo secondo i trattati europei (ma è una cifra del tutto indicativa al momento, visto che non sappiamo quanto duramente il PIL sarà colpito dalla crisi).
Non sembra comunque che ci saranno grossi problemi per recuperare queste risorse. La Commissione Europea ha fatto capire che autorizzerà qualsiasi spesa emergenziale, mentre è atteso da giorni un intervento della BCE, che potrebbe decidere di tagliare ulteriormente i tassi di interessi (che però già oggi sono bassissimi) e di avviare una nuova serie di azioni per introdurre liquidità nell’economia europea (si parla di nuovi prestiti alle banche e di sistemi per aiutare le imprese a ottenere credito e dilazionare i pagamenti dei debiti già contratti).
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In attesa di altre decisioni delle istituzioni europee, il governo italiano ha già approvato le prime misure per rafforzare il sistema sanitario, mentre gli interventi economici più specifici devono ancora essere delineati. Domani, alle 11,30, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri si riunirà in videoconferenza con le commissioni bilancio di Camera e Senato per illustrare con maggiori dettagli gli interventi che il governo intende intraprendere.
Per quanto riguarda la prima area di interventi, l’aumento spesa per il sistema sanitario e la protezione civile, venerdì scorso circa 660 milioni di euro sono stati stanziati per effettuare 20 mila nuove assunzioni di infermieri, medici e operatori sanitari. Saranno le regioni a comunicare al governo di quanto nuovo personale hanno bisogno e a procedere con le assunzioni (quelle che non lo faranno rischiano il commissariamento).
Normalmente le assunzioni nella sanità richiedono di bandire dei concorsi, procedimento che può richiedere fino a un anno. Per questa ragione il ministero ha stabilito che – in deroga alle normali leggi – le assunzioni potranno avvenire tramite semplici colloqui. I primi bandi per le assunzioni sono già stati pubblicati. Nella maggior parte dei casi i contratti saranno a tempo determinato, ma è prevista la possibilità di tramutarli in contratti a tempo indeterminato in modo da riempire i vuoti di organico denunciati dai medici già prima della crisi (i sindacati parlano di quasi 50 mila vuoti nell’organico, tra cui 8 mila medici).
Secondo i sindacati dei medici, contando gli specializzandi al terzo, quarto e quinto anno e gli specializzati da poco, che sono in genere in situazione di sottoccupazione, questi bandi potrebbero interessare fino a 30 mila medici. Le regioni sono anche autorizzate a richiamare “personale in quiescienza”, cioè medici e altri operatori in pensione, ma molti sono scettici sulla possibilità di reclutare molto personale in questo modo (e i sindacati sottolineano che significa esporre a forti rischi di contagio persone nell’età più vulnerabile, oltre i 65 anni).
Altri fondi sono stati stanziati per l’acquisto di macchinari, in particolare per quelli necessari per l’ossigenoterapia che serve a chi si trova in terapia intensiva. Le procedure di acquisto saranno semplificate per renderle più rapide. Altre risorse sono state stanziate per potenziare il personale al lavoro nel ministero e le risorse a disposizione dell’Istituto superiore di Sanità. Secondo i giornali, lo stanziamento totale per gli interventi sulla sanità e la protezione civile potrebbe salire questa settimana da 600 milioni a 2 miliardi di euro.
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Sugli altri interventi, quelli più generali destinati a fronteggiare le conseguenze economiche dell’epidemia, avremo maggiori informazioni dopo l’audizione del ministro Gualtieri e nei prossimi giorni, ma possono già adesso essere divisi in tre ambiti.
La prima area di intervento è costituita dall’introduzione di ammortizzatori sociali straordinari: misure per limitare l’impatto della crisi che si applicano in maniera universale o comunque a vasti settori economici. Secondo i giornali, fino a 3 miliardi di euro saranno spesi per finanziare la cassa integrazione, che sarà destinata anche a quelle imprese che normalmente non ne avrebbero diritto. Con la cassa integrazione, le imprese potranno chiedere fondi speciali, accresciuti da un apposito finanziamento straordinario, con cui pagare gli stipendi dei lavoratori lasciati a casa a causa della mancanza di attività (si parla di garantire questi pagamenti per circa tre mesi).
La seconda area di intervento è destinata a settori specifici particolarmente colpiti, come ristorazione, turismo, eventi e trasporti. Chi opera in questi settori, ha fatto sapere il governo, riceverà moratorie ed esenzioni fiscali e contributive. Le imprese potranno quindi ritardare i pagamenti dovuti alla pubblica amministrazione, oppure otterranno sconti ed altre esenzioni. I singoli professionisti e artigiani riceveranno un sostegno simile, anche se non è chiaro se sarà una semplice sospensione del pagamento dei contributi o di altre misure, mentre sarà ampliato il fondo pubblico che aiuta le piccole imprese a ristrutturare i propri debiti, offrendo garanzie e permettendo così di dilazionare i pagamenti.
L’ultima area di intervento è destinata alle famiglie. Chi ha figli dovrebbe ricevere la possibilità di chiedere fino a 12 giorni di congedo oppure un voucher da 600 euro da utilizzare per pagare baby sitter (il decreto che introduce questa possibilità dovrebbe essere approvato già oggi e votato dal Parlamento mercoledì). È allo studio anche la possibilità di interrompere le rate dei mutui sulla prima casa per 18 mesi. Per il momento invece non si parla di misure per gli affitti o di blocco degli sfratti (anche se, vista la sospensione dei lavori in molti tribunali, è difficile che molti sfratti vengano resi esecutivi fino a che dureranno le misure di emergenza).