Il Libano non riesce più a pagare il debito pubblico
Il primo ministro ha annunciato che lunedì, per la prima volta, il paese non verserà una rata dei pagamenti e cercherà nuovi accordi con i creditori
Sabato il primo ministro libanese, Hassan Diab, ha annunciato che lunedì il Libano non pagherà una rata da 1,2 miliardi di dollari di interessi sul suo enorme debito pubblico e cercherà nuovi accordi con i creditori. Sarà la prima volta che il Libano, che da anni attraversa una grave crisi economica, non pagherà una rata del suo debito e un segnale che le cose nel paese stanno andando molto male.
In un discorso tenuto al termine di un lungo incontro con i suoi ministri e i rappresentanti delle banche del paese, Diab ha detto che «il debito è diventato più grande di quanto il Libano possa sostenere ed è impossibile per i libanesi pagare gli interessi». Diab ha poi spiegato che sono già in corso incontri con i creditori per ristrutturare l’enorme debito pubblico ed evitare la bancarotta.
La crisi economica in Libano è cominciata nel 2011, dopo alcuni anni di grande crescita, ed è stata resa più complicata dall’arrivo nel paese di più di un milione di profughi in fuga dalla guerra in Siria. Il debito pubblico è pari a circa 77 miliardi di euro (corrisponde al 150 per cento del prodotto interno lordo), c’è un deficit al 9 per cento del PIL e i flussi delle entrate necessarie per finanziare la spesa pubblica si sono notevolmente ridotti.
Le riserve di valuta straniera del Libano necessaria per ripagare debitori esteri si stavano da tempo riducendo e le banche avevano già imposto grossi limiti ai prelievi e si rifiutavano di convertire la lira libanese in dollari. Questo aveva complicato ancora di più la capacità del paese di importare beni dall’estero, riducendo le merci disponibili e rendendo ancora più grave la crisi economica. Il governo doveva quindi decidere se continuare a usare le sue riserve di valuta per ripagare il debito o saltare il pagamento di lunedì e conservarle per le importazioni.
Diab – che ha 61 anni ed è diventato primo ministro lo scorso gennaio dopo che il precedente governo era caduto per le proteste dello scorso autunno – ha detto che proverà a rinegoziare il debito in modo che sia sostenibile e compatibile con gli interessi nazionali. Una grossa parte del debito è però controllata dal fondo britannico Ashmore, che potrebbe opporsi a ogni forma di ristrutturazione. Una delle ipotesi di cui si sta parlando è un intervento diretto del Fondo Monetario Internazionale per aiutare il Libano in cambio di grosse riforme.