L’Alta Corte di giustizia del Regno Unito ha accusato l’emiro di Dubai di aver rapito due delle sue figlie

(Alan Crowhurst/Getty Images)
(Alan Crowhurst/Getty Images)

L’Alta Corte di giustizia del Regno Unito ha giudicato lo sceicco Mohammed bin Rashid al Maktoum, emiro di Dubai e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, colpevole del rapimento di due delle sue figlie e di aver condotto una campagna di intimidazione nei confronti della sua ex moglie, la principessa giordana Haya Bint al-Hussein.

Il caso era iniziato dopo che lo scorso giugno la principessa Haya, sesta moglie dello sceicco, era scappata a Londra insieme a due figli di 11 e 7 anni, e lo sceicco aveva fatto ricorso all’Alta Corte di giustizia britannica per ottenerne l’affido. Dopo aver ascoltato diverse testimonianze, i giudici della sezione dell’Alta Corte che si occupa di affidi hanno pubblicato una serie di documenti processuali secondo cui lo sceicco avrebbe cercato di rapire la principessa Haya, l’avrebbe minacciata più volte di morte, avrebbe minacciato di rapire i due figli, e avrebbe divorziato da lei senza dirglielo.

Dai documenti è emerso, inoltre, che lo sceicco in passato avrebbe rapito altre due sue figlie, avute da altri matrimoni. La prima sarebbe stata la principessa Shamsa, che nel 2000 scappò dalla residenza di famiglia di Londra, in cui si trovava in vacanza: la ragazza, che all’epoca aveva 19 anni, sarebbe stata rintracciata da alcuni agenti inviati dal padre, sedata e riportata a Dubai. La seconda figlia, invece, sarebbe la principessa Latifa, che nel 2018 riuscì a scappare dagli Emirati Arabi Uniti, per cercare di arrivare negli Stati Uniti, ma venne catturata e riportata a Dubai. Della vicenda di Latifa si parlò molto all’epoca perché prima di venire catturata aveva realizzato un video in cui denunciava le condizioni in cui erano costrette a vivere le donne nel suo paese, comprese le donne nella sua famiglia.