Joe Biden è andato benissimo al Super Tuesday
L'ex vicepresidente ha vinto in otto stati e probabilmente anche in Texas, superando Bernie Sanders sia nei delegati sia nei voti assoluti
L’ex vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha vinto in almeno otto dei quattordici stati in cui si è votato martedì nel Super Tuesday delle primarie dei Democratici, ottenendo un successo sopra le aspettative – «quasi impensabile fino a una settimana fa», secondo il New York Times – che lo mette in una buona posizione per contendere la vittoria della nomination a Bernie Sanders, il senatore socialista che finirà comunque per vincere in California, lo stato più importante e popoloso in cui si è votato.
Michael Bloomberg, il miliardario che entrava di fatto oggi nelle primarie, non è riuscito a vincere da nessuna parte se non nel poco rilevante territorio delle Samoa Americane. Nel resto degli stati non ci è andato nemmeno vicino: si sta già parlando di un suo possibile ritiro. Elizabeth Warren, l’altra candidata tra quelli che a un certo punto hanno avuto una possibilità di vincere la nomination ma la cui campagna elettorale è in declino ormai da settimane, è andata molto male più o meno ovunque, arrivando addirittura terza nel suo stato, il Massachusetts.
I voti non sono ancora stati conteggiati dappertutto, e soprattutto devono ancora essere scrutinati completamente in California e in Texas, i due stati più popolosi e importanti in cui si è votato, che assegnano rispettivamente 415 e 228 delegati – cioè le persone che assegneranno la nomination durante la convention estiva del partito – sui 1.344 totali in palio al Super Tuesday. Come da pronostico, Sanders ha praticamente vinto in California, un paese con un elettorato vario etnicamente e molto urbano; Biden è dato primo in Texas, un risultato importantissimo che sembrava impensabile fino a due settimane fa.
Biden ha vinto certamente in Alabama, Arkansas, Massachusetts, Minnesota, Oklahoma, Tennessee e soprattutto North Carolina e Virginia, due stati popolosi, diversi dal punto di vista etnico e fondamentali alle elezioni di novembre, dove Sanders sperava di migliorare rispetto al 2016 ma non ci è riuscito. Sanders è arrivato primo in Colorado, Utah e Vermont, il suo stato di casa, dove però ha perso oltre 30 punti rispetto al 2016.
Team, because of you we had an incredible Super Tuesday. Now, it's time to focus on beating Donald Trump. We can get him out of the White House with your help.
Please chip in a few dollars to help us win this thing: https://t.co/Fxrb2ujqWM pic.twitter.com/AOwK3JKR2i
— Joe Biden (@JoeBiden) March 4, 2020
Dopo il successo in South Carolina, quindi, Biden è riuscito a raddrizzare una campagna elettorale cominciata male, e negli ultimi giorni aveva ricevuto gli importanti endorsement dei candidati ritirati Pete Buttigieg, Amy Klobuchar e Beto O’Rourke. Al Super Tuesday Biden è andato così bene da ottenere la maggior parte dei delegati in palio, portandosi al primo posto generale anche tenendo conto di quelli che i candidati avevano ottenuto fin qui, nelle primarie in Iowa, New Hampshire, Nevada e South Carolina.
Contando solo gli stati già sicuri, Biden ha ottenuto circa 350 delegati e Sanders circa 260: le previsioni del New York Times dicono che alla fine ne avrà circa 650 contro i 580 di Sanders. Stando ai primi calcoli, Biden ha anche ottenuto un numero di voti decisamente superiore a Sanders: il New York Times prevede che ne abbia ricevuti 5,3 milioni, contro i 4,9 di Sanders. In generale Biden è andato meglio di quanto previsto dai sondaggi in tutti gli stati tranne quelli in cui buona parte del voto è stato anticipato, quindi inviato per posta diversi giorni fa, mentre l’opposto è avvenuto per Sanders.
Every state except the vote-by-mail states! https://t.co/BsUz4XCnMG
— Nate Silver (@NateSilver538) March 4, 2020
Sono numeri che potrebbero ancora cambiare, e che lasciano spazio a ogni esito finale nelle primarie Democratiche. Ma il gran successo di Biden ha rimesso in discussione quella che sembrava una vittoria annunciata di Sanders, o perlomeno un suo primo posto finale anche senza raggiungere i 1.991 delegati necessari a ottenere la nomination.
Nel comizio in cui ha commentato i risultati, Sanders ha ribadito «fiducia assoluta» nella sua vittoria, e passato buona parte del tempo ad attaccare Biden, anticipando probabilmente lo sviluppo delle prossime settimane.
Bernie Sanders told his supporters that he has “absolute confidence” in their path to victory: “We are going to win the Democratic nomination. And we are going to defeat the most dangerous president in the history of this country.” #SuperTuesday https://t.co/2oJl2ufI34 pic.twitter.com/pEjefJikpw
— POLITICO (@politico) March 4, 2020
Secondo il modello predittivo del sito FiveThirty Eight, il più probabile esito finale delle primarie continua a essere una contested convention cioè l’eventualità che nessun candidato ottenga 1.991 delegati. Ma dopo mesi in cui Sanders era stato il candidato favorito, ora Five Thirty Eight dà a Biden il 31 per cento di possibilità di vincere la nomination contro l’8 per cento di Sanders. Fino a una settimana fa era Sanders ad avere la percentuale di Biden. Di sicuro ormai sarà un affare tra loro due, e basta.
Nelle prossime settimane le primarie dei Democratici avranno diverse altre tappe importanti: il 10 marzo si vota in altri 7 stati fra cui soprattutto il Michigan – uno stato vinto a sorpresa da Trump nel 2016, e in cui al momento Sanders e Biden sono dati praticamente pari – il 17 marzo in quattro stati molto popolosi come Florida, Illinois, Ohio e Arizona.