Secondo gli exit poll la coalizione di Benjamin Netanyahu è avanti nelle elezioni in Israele
E sarebbe a un solo seggio di distanza dalla maggioranza assoluta nella Knesset
Alle 21 di lunedì si sono chiusi i seggi delle elezioni politiche in Israele e secondo i primi exit poll – dati quindi da prendere con una certa cautela – la coalizione di centrodestra guidata dal Likud del primo ministro uscente Benjamin Netanyahu avrebbe ottenuto la maggioranza relativa dei seggi, e sarebbe vicinissima alla maggioranza assoluta. Gli exit poll infatti attribuiscono al centrodestra 60 seggi, contro i 54 del centrosinistra; e servono 61 seggi per ottenere la maggioranza assoluta alla Knesset, il Parlamento israeliano. Netanyahu ha già definito il risultato del voto «una grande vittoria», e probabilmente nei prossimi giorni cercherà di ottenere l’appoggio dell’unico seggio che gli manca per formare una maggioranza.
Israel, Channel 12 exit poll:
Parliamentary Election:
LKD-Conservative: 37
B&W-Centrist: 33
JL-Left: 14
SH-Religious: 9
UTJ-Religious: 7
LAB-GH-MTZ-Centre-left: 7
YAM-Right: 7
IB-Right: 6
#IsraElex2020 pic.twitter.com/AljRAlhCIF— Asia Elects (@AsiaElects) March 2, 2020
Quelle di oggi sono state le terze elezioni parlamentari in Israele in meno di un anno, dopo che le prime due – organizzate ad aprile e a settembre del 2019 – non avevano prodotto risultati che consentissero di formare una maggioranza in grado di sostenere un governo, soprattutto a causa della notevole frammentazione del quadro politico. Nonostante questo, l’affluenza è stata la più alta dal 1999. Come quelle precedenti, la campagna elettorale delle ultime settimane è stata segnata soprattutto dai processi per truffa e corruzione contro il primo ministro uscente Benjamin Netanyahu, che inizieranno fra due settimane. Netanyahu si è difeso sostenendo che i processi siano stati avviati per ragioni politiche, e nelle ultime settimane ha cercato di compattare il suo elettorato – dicendo che nessuno dei suoi avversari ha lo spessore necessario per fare il primo ministro – e cercando di ottenere i voti di alcuni segmenti particolari dell’elettorato, come le persone che usano frequentemente la marijuana (che ha promesso di legalizzare) e i tassisti.
L’opposizione a Netanyahu era molto divisa, come già accaduto nelle due precedenti elezioni. Sia Blu e Bianco, il partito centrista che a settembre aveva ottenuto la maggioranza relativa dei voti, sia Israel Beitenu, il partito laico e nazionalista di Avigdor Lieberman, hanno fatto sapere che non intendono formare un governo con la Lista Unita, il partito di centrosinistra che rappresenta gli arabo-israeliani e che era andato molto bene sia ad aprile sia a settembre. A loro volta il Likud, cioè il partito di Netanyahu, e i suoi alleati della destra religiosa e nazionalista hanno ribadito che non sosterranno un governo a meno che sia guidato dal primo ministro uscente.