Secondo gli exit poll la coalizione di Benjamin Netanyahu è avanti nelle elezioni in Israele

E sarebbe a un solo seggio di distanza dalla maggioranza assoluta nella Knesset

(RONEN ZVULUN/AFP/Getty Images)
(RONEN ZVULUN/AFP/Getty Images)

Alle 21 di lunedì si sono chiusi i seggi delle elezioni politiche in Israele e secondo i primi exit poll – dati quindi da prendere con una certa cautela – la coalizione di centrodestra guidata dal Likud del primo ministro uscente Benjamin Netanyahu avrebbe ottenuto la maggioranza relativa dei seggi, e sarebbe vicinissima alla maggioranza assoluta. Gli exit poll infatti attribuiscono al centrodestra 60 seggi, contro i 54 del centrosinistra; e servono 61 seggi per ottenere la maggioranza assoluta alla Knesset, il Parlamento israeliano. Netanyahu ha già definito il risultato del voto «una grande vittoria», e probabilmente nei prossimi giorni cercherà di ottenere l’appoggio dell’unico seggio che gli manca per formare una maggioranza.

Quelle di oggi sono state le terze elezioni parlamentari in Israele in meno di un anno, dopo che le prime due – organizzate ad aprile e a settembre del 2019 – non avevano prodotto risultati che consentissero di formare una maggioranza in grado di sostenere un governo, soprattutto a causa della notevole frammentazione del quadro politico. Nonostante questo, l’affluenza è stata la più alta dal 1999. Come quelle precedenti, la campagna elettorale delle ultime settimane è stata segnata soprattutto dai processi per truffa e corruzione contro il primo ministro uscente Benjamin Netanyahu, che inizieranno fra due settimane. Netanyahu si è difeso sostenendo che i processi siano stati avviati per ragioni politiche, e nelle ultime settimane ha cercato di compattare il suo elettorato – dicendo che nessuno dei suoi avversari ha lo spessore necessario per fare il primo ministro – e cercando di ottenere i voti di alcuni segmenti particolari dell’elettorato, come le persone che usano frequentemente la marijuana (che ha promesso di legalizzare) e i tassisti.

L’opposizione a Netanyahu era molto divisa, come già accaduto nelle due precedenti elezioni. Sia Blu e Bianco, il partito centrista che a settembre aveva ottenuto la maggioranza relativa dei voti, sia Israel Beitenu, il partito laico e nazionalista di Avigdor Lieberman, hanno fatto sapere che non intendono formare un governo con la Lista Unita, il partito di centrosinistra che rappresenta gli arabo-israeliani e che era andato molto bene sia ad aprile sia a settembre. A loro volta il Likud, cioè il partito di Netanyahu, e i suoi alleati della destra religiosa e nazionalista hanno ribadito che non sosterranno un governo a meno che sia guidato dal primo ministro uscente.