Joe Biden ha stravinto le primarie in South Carolina
Staccando di quasi 30 punti Bernie Sanders, e rivitalizzando una campagna elettorale in crisi subito prima del Super Tuesday
L’ex vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha stravinto le primarie dei Democratici in South Carolina, ottenendo quasi il 50 per cento dei voti e staccando di quasi 30 punti percentuali il senatore socialista Bernie Sanders, arrivato secondo. È una vittoria fondamentale per la campagna elettorale di Biden, che da grande favorito iniziale stava passando un momento di grave crisi, e non aveva ancora vinto in nessuno dei tre stati in cui si era votato prima.
La sua vittoria in South Carolina era ampiamente attesa, ma il grosso margine con cui è arrivata ha rivitalizzato la candidatura di Biden, quando mancano tre giorni al Super Tuesday, il giorno – martedì 3 marzo – in cui voteranno quattordici stati mettendo in palio un terzo dei super delegati che nomineranno formalmente il candidato Democratico alla convention di quest’estate. Il South Carolina invece ha messo in palio 54 delegati, una minuzia dal punto di vista concreto, ma la posta in gioco era molto più alta. Adesso Biden è infatti posizionato come il più credibile rivale di Sanders, che rimane favorito per la vittoria finale della nomination.
Dopo Biden con il 48 per cento e Sanders con il 19 per cento, il terzo delle primarie in South Carolina è stato il miliardario Tom Steyer, che si è fermato all’11 per cento: aveva investito più di ogni altro nello stato – oltre 22 milioni di dollari soltanto in spot televisivi e radiofonici – e sembrava potesse ostacolare il successo di Biden. Non è stato così, e il risultato mediocre lo ha spinto a ritirarsi dalle primarie Democratiche.
Al quarto posto è arrivato l’ex sindaco Pete Buttigieg, con l’8 per cento, e al quinto la senatrice Elizabeth Warren, con il 7 per cento. Per entrambi sono risultati deludenti, ma ampiamente previsti: le loro possibilità di vincere le primarie sono ormai bassissime, considerando gli stati in cui si voterà adesso, di quel tipo – più diversi demograficamente e socialmente – in cui fanno molta fatica ad attrarre consensi. Entrambi comunque continueranno le primarie, sperando in qualche risultato inatteso al Super Tuesday.
Ma la notizia uscita dal South Carolina è che Biden ha fatto quello che doveva fare, e anche meglio, riaffermandosi come unico vero rivale di Sanders per la vittoria dei Democratici. Nelle ultime settimane, Biden era stato in grossa difficoltà: era sembrato spesso stanco e meno brillante del solito, e l’entusiasmo intorno alla sua candidatura stava diminuendo, con la conseguenza che stava faticando a raccogliere donazioni. Sanders, al contrario, arrivava alle primarie in South Carolina con grandissima spinta, dopo i successi in Iowa, New Hampshire e Nevada, e il suo comitato elettorale era (ed è) di gran lunga quello con maggiori disponibilità economiche.
Ma il South Carolina è uno stato con un’alta percentuale di afroamericani, un segmento demografico molto vicino a Biden, che lo considerava come una sua roccaforte e che aveva ottenuto nei giorni scorsi l’endorsement del Democratico più influente dello stato, il capo della maggioranza alla Camera James Clyburn. Visti i magri risultati dei primi tre stati, Biden aveva investito la maggior parte delle risorse della sua campagna elettorale in South Carolina, puntando tutto su una larga vittoria. Sanders, nonostante fosse ampiamente sfavorito, aveva deciso di provare comunque a investire nel South Carolina, per cercare di avvicinarsi a Biden. Il suo consenso tra le minoranze, e in particolare tra gli afroamericani, è molto aumentato rispetto alle primarie del 2016, ma non è bastato per infastidire Biden.
Adesso un’incognita, per Biden, è però l’effettivo ingresso del miliardario Michael Bloomberg nelle primarie: parteciperà al Super Tuesday e ci si aspetta possa fare bene, attraendo consensi in un bacino di elettori che è in parte sovrapponibile a quello di Biden. La larga vittoria in South Carolina è stata fondamentale per mostrarsi come un candidato solido e con possibilità di battere Sanders, tenendo con sé quegli elettori che avrebbero potuto decidere di puntare su Bloomberg se fosse andato male.