Il presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani dice che il suo governo non ha accettato di liberare 5mila prigionieri come prevede l’accordo tra Stati Uniti e talebani

Il presidente dell'Afghanistan Ashraf Ghani durante la conferenza stampa sull'accordo di pace tra talebani e Stati Uniti a Kabul, il 29 febbraio 2020 (La Presse/AP Photo/Rahmat Gul)
Il presidente dell'Afghanistan Ashraf Ghani durante la conferenza stampa sull'accordo di pace tra talebani e Stati Uniti a Kabul, il 29 febbraio 2020 (La Presse/AP Photo/Rahmat Gul)

Meno di 24 ore dopo la firma dello storico accordo di pace tra Stati Uniti e talebani, il presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani ha detto che il suo governo non si è mai impegnato a liberare 5mila talebani prigionieri, come prevede l’accordo. Ghani ha detto, riferendosi alla liberazione dei prigionieri, che gli Stati Uniti non hanno l’autorità per deciderla, ma solo il governo afghano: «Riguarda la volontà del popolo afghano. Può essere inclusa nell’agenda del dibattito tra afghani, ma non può essere un prerequisito per aprire la discussione». Ghani infatti non ha partecipato alla firma dell’accordo perché finora i talebani si sono sempre rifiutati di parlare direttamente con il governo afghano, ritenuto una specie di “burattino” nelle mani degli americani.

Secondo l’accordo tra Stati Uniti e talebani alla liberazione di 5mila talebani nelle prigioni afghane dovrebbe corrispondere la liberazione di mille militari afghani. In totale si stima che circa 10mila talebani siano in carcere in Afghanistan.

A prescindere dalle ultime dichiarazioni di Ghani, l’accordo non metterà necessariamente fine alla guerra afghana, la più lunga mai combattuta dagli Stati Uniti. Tuttavia è considerato comunque un punto di partenza importante per futuri colloqui, nonostante molto scetticismo e prudenza.