I finalisti del World Press Photo 2020
Tutte le foto che potrebbero vincere il più importante premio di fotogiornalismo al mondo
Sono stati annunciati i finalisti della 63esima edizione del World Press Photo, il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, organizzato dall’omonima fondazione olandese dal 1955. Quest’anni sono stati presentati tutti i finalisti e non direttamente i vincitori (come accadeva fino a qualche anno fa), che saranno invece annunciati il prossimo 16 aprile in un’apposita cerimonia ad Amsterdam.
Dall’anno scorso i premi più rilevanti sono diventati due: il tradizionale e storicamente più importante World Press Photo of The Year, e il World Press Photo Story of the Year, che premia il fotografo “la cui creatività visiva e abilità hanno prodotto una storia con eccellenti editing e sequenza fotografici, su un grande evento o una questione di rilevanza giornalistica del 2019”, premiando chi si prende il tempo per coprire una storia da diverse prospettive, esaminarla approfonditamente con creatività e impegno narrativo.
I sei candidati al World Press Photo of The Year sono: Mulugeta Ayene di Associated Press (AP) con la foto di una donna che si butta in faccia un mucchio di terra raccolta dal luogo dove è precipitato il Boeing della Ethiopian Airlines, in Etiopia; Farouk Batiche di Deutsche Presse-Agentur con una foto degli scontri in Algeria tra manifestanti e polizia; Yasuyoshi Chiba di Agence France-Presse con un momento delle manifestazioni inSudan per chiedere un governo civile e non militare; Tomasz Kaczor per il quotidiano polacco Gazeta Wyborcza con la foto di una ragazza da poco risvegliata dallo stato catatonico causato dalla sindrome da rassegnazione; Ivor Prickett del New York Times con la foto di un combattente curdo che riceve una visita dalla fidanzata in un ospedale da campo; e Nikita Teryoshin con la foto di una fiera di armi negli Emirati Arabi Uniti.
I finalisti per il World Press Photo Story of the Year sono invece: Nicolas Asfouri dell’agenzia AFP per il suo lavoro sulle proteste di Hong Kong; di nuovo Mulugeta Ayene di AP per un lavoro più ampio sui parenti delle vittime a bordo del Boeing precipitato in Etiopia; e il francese Romain Laurendeau per un lungo reportage sui giovani algerini e sulla loro importanza nell’ispirare le rivolte dello scorso anno.
Per selezionare i vincitori, i giudici hanno esaminato 73996 fotografie di 4283 fotografi da 125 paesi diversi. Oltre ai candidati a vincere i premi principali, sono stati annunciati anche i tre finalisti per ciascuna delle otto categorie del concorso. Le proteste e il ruolo dei giovani nell’attivare il cambiamento sono due temi ricorrenti, insieme alle storie sull’ambiente, che sono presenti anche in categorie che hanno a che fare con le notizie, richiamando l’attenzione sull’importanza dell’argomento. In gara nelle categoria del concorso ci sono sei fotografi italiani: Nicolò Filippo Rosso, Lorenzo Tugnoli, Fabio Bucciarelli, Luca Locatelli, Alessio Mamo e Daniele Volpe.
La giuria generale del premio cambia a ogni edizione e quest’anno è presieduta da Lekgetho Makola, capo di Market Photo Workshop a Johannesburg, Sudafrica, un centro che si occupa di cultura e istruzione fotografica. Fanno poi parte del resto della giuria Lucy Conticello, direttrice fotografica di M, settimanale di Le Monde; Sabine Meyer, direttrice fotografica dell’organizzazione National Audubon Society; il fotografo di Getty Images Chris McGrath; la fotogiornalista Mariana Bazo; il fotografo Pete Muller; la photo editor e curatrice Tanvi Mishra.