Almeno sette persone sono morte a New Delhi durante le proteste contro una nuova legge sulla cittadinanza ritenuta discriminatoria
Almeno sette persone sono morte a New Delhi durante le proteste contro una nuova legge sulla cittadinanza ritenuta discriminatoria, approvata lo scorso dicembre. Gli scontri, iniziati domenica, sono avvenuti nella parte nord-orientale della città, a maggioranza musulmana, tra contestatori e sostenitori della legge: tra i morti ci sono due civili e un poliziotto. Almeno 150 persone sono rimaste ferite. Le manifestazioni si sono svolte a poche ore dall’arrivo del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel paese.
La nuova legge sulla cittadinanza facilita la regolarizzazione delle persone immigrate non musulmane provenienti da Pakistan, Bangladesh e Afghanistan: era stata approvata l’11 dicembre scorso e aveva portato a grandi manifestazioni, marce e proteste con frequenti scontri tra polizia e sostenitori dei diritti umani, studenti e semplici cittadini che accusano il governo di avere voluto una legge discriminatoria nei confronti degli oltre 200 milioni di musulmani che vivono in India. La nuova legge è sostenuta dal partito al governo, il Partito Popolare Indiano (BJP) del presidente Narendra Modi, nazionalista e induista.