Il primo ministro della Malesia si è dimesso
Lunedì il primo ministro malese Mahathir Mohamad ha presentato le sue dimissioni al re mentre 11 parlamentari, tra cui alcuni ministri, hanno lasciato la coalizione di governo per formare un blocco indipendente; la coalizione non ha più quindi la maggioranza di governo.
Mahathir ha anche dato le dimissioni da capo del partito che aveva fondato nel 2017, il Partito Indigeno Unito della Malesia (Bersatu), di orientamento nazionalista. Mahathir ha 94 anni ed era stato eletto primo ministro due anni fa; è una delle figure politiche più importanti del paese ed era già stato primo ministro per 22 anni consecutivi, dal 1981 al 2003.
Dopo essersi ritirato dalla vita pubblica, nel 2018 Mahathir si era ricandidato prendendo il posto del leader delle opposizioni, Anwar Ibrahim, che si trovava in carcere per sodomia: l’obiettivo era unire le forze per battere l’allora primo ministro Najib Razak, coinvolto in uno scandalo di corruzione milionario conosciuto come 1MDB. La notizia era stata sorprendente perché Mahathir e Anwar erano acerrimi nemici politici. Inizialmente Anwar era stato un suo seguace e suo vice primo ministro dal 1993 al 1997 ma da quell’anno i rapporti si erano rovinati.
Dopo alcuni duri scontri politici, nel 1998 Anwar fu arrestato e condannato per sodomia durante una dura campagna mediatica condotta da Mahathir. La condanna fu annullata ma nel 2008 Anwar fu di nuovo accusato di violenza sessuale; venne assolto e poi condannato a cinque anni di carcere che stava ancora scontando durante le elezioni del 2018; decise così di allearsi con Mahathir. Un accordo pre-elettorale stabiliva che in caso di vittoria, Mahathir avrebbe ceduto il potere ad Anwar ma finora ha sempre rifiutato di stabilire quando. Per questo, dopo le dimissioni degli 11 parlamentari, Anwar li ha accusati di essere dei traditori e di non volerlo sostenere e ha avanzato il sospetto che Mahathir volesse formare un nuovo governo senza di lui, dubbio condiviso da molti commentatori.
Il re ha incontrato esponenti di Bersatu e Anwar e nelle prossime ore riceverà Mahathir. Non è chiaro a chi affiderà il compito di formare un nuovo governo o se scioglierà il parlamento e annuncerà nuove elezioni. La crisi potrebbe anche favorire il ritorno di Najib, che ha ancora sostegno nella popolazione, e il successo del partito dei fondamentalisti islamici che governa già in due stati e vuole imporre la legge islamica in tutto il paese.