C’è una mostra su Peter Lindbergh a Milano
Raccoglie opere famose e inedite di uno dei più importanti fotografi di moda del Novecento
Sabato ha aperto negli spazi dell’Armani/Silos di Milano la mostra Heimat. A Sense of Belonging, dedicata al fotografo tedesco Peter Lindbergh, uno dei più celebri fotografi di moda degli ultimi 50 anni, morto a 74 anni il 4 settembre scorso.
Heimat. A Sense of Belonging ospita una selezione delle opere di Lindbergh, tra cui alcuni inediti, dagli anni Ottanta agli anni Dieci. È suddivisa in tre parti: i ritratti di The Naked Truth, Heimat e The Modern Heroine, dedicato all’idea di donna potente e indipendente che prevale nelle sue foto. Heimat, che in tedesco indica la casa come luogo di appartenenza e degli affetti, mostra le corrispondenze tra lo stile del fotografo e le atmosfere di Duisburg – la città industriale in cui è cresciuto, tra fabbriche, nebbia e cemento – e della Berlino degli anni Venti, punto di riferimento per gli artisti e i creativi d’Europa, con l’affermarsi del cinema e delle avanguardie espressioniste e moderniste.
La mostra è stata organizzata in occasione della settimana della moda di Milano e resterà aperta fino al 4 agosto; è stata curata da Giorgio Armani in collaborazione con la Fondazione Peter Lindbergh. Ci sono anche alcuni lavori realizzati da Lindbergh per Armani a partire da una collaborazione nata negli anni Ottanta. È accompagnata da alcuni filmati e documentari, tra cui quello sulla realizzazione del celebre Calendario Pirelli del 2017, in cui Lindbergh ritrasse, anziché celebri modelle nude, attrici perlopiù vestite, dai 27 ai 70 anni.
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Lindbergh è noto soprattutto per le fotografie di moda in bianco e nero – raffinate e cinematografiche – di modelle famosissime, tra cui Naomi Campbell, Linda Evangelista, Cindy Crawford, Milla Jovovich e Kate Moss (immagini che probabilmente ha visto anche chi non si interessa di moda).
Iniziò a occuparsi di fotografia nel 1971, e nel 1978 iniziò a lavorare per Vogue: prima per l’edizione italiana, poi per quelle inglese, francese, tedesca e americana. Negli anni Ottanta divenne uno dei più conosciuti fotografi di moda grazie a uno stile minimale ed elegante, che prendeva spunto dal cinema tedesco e dalla danza. Si ispirava a documentaristi come Dorothea Lange, Henri Cartier-Bresson e Garry Winogrand, e ritraeva i modelli in pose naturali, senza orpelli, con poco trucco, riducendoli all’essenziale, creando un’estetica che si impose a lungo nel mondo della moda e della pubblicità.
Nella sua carriera ha collaborato, oltre che con Vogue, con il New Yorker, Vanity Fair, Rolling Stone e Harper’s Bazaar, ha realizzato le campagne pubblicitarie di numerosi e importanti marchi di moda, tra cui Giorgio Armani, Calvin Klein e Prada e ha ritratto persone famose come Catherine Deneuve, Mick Jagger, Charlotte Rampling, Tina Turner, John Travolta, Madonna e Sharon Stone. I suoi lavori sono conservati nei musei più importanti al mondo, come il MoMa’s PS1 di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra e il Centre Pompidou di Parigi.
Le informazioni su orari e biglietti si trovano qui.