Come sta andando Groupon
Piuttosto male, e per questo ha deciso di abbandonare la vendita di oggetti per dedicarsi solamente alle "esperienze"
L’azienda di offerte commerciali Groupon ha annunciato martedì grossi cambiamenti nei suoi futuri progetti, a causa dei deludenti risultati finanziari degli ultimi tempi. Rich Williams, CEO di Groupon, ha detto che l’azienda nel corso del 2020 abbandonerà il settore della vendita di oggetti per dedicarsi esclusivamente alla vendita di “esperienze”, come buoni per ristoranti, palestre, corsi, centri estetici ed eventi.
Groupon è un sito che permette di ottenere buoni per l’acquisto di prodotti e servizi a prezzi scontati. Un ristoratore può per esempio decidere di offrire su Groupon cento cene per due persone a 25 euro invece che a 45. Gli iscritti al sito possono aderire all’offerta, consapevoli che questa avrà valore solo se verranno vendute tutte le cento cene offerte dal ristoratore. L’acquisto viene pagato in anticipo, Groupon trattiene una percentuale e dà il resto al ristoratore.
Il cliente ha un certo numero di settimane di tempo per riscuotere la promozione che ha pagato. Se non si raggiunge il numero di partecipanti necessario, l’offerta viene annullata e non vengono prelevati i soldi dalla carta di credito degli acquirenti. Le offerte sono su base locale, quindi il sito consente di trovare le promozioni nei posti più vicini a dove si vive. Lo stesso funzionamento vale anche per le merci fisiche, che vengono messe in vendita a prezzi scontati se si raggiunge un certo numero di persone interessate all’acquisto.
Groupon esiste dal novembre del 2008 e nel giro di pochi anni era diventato un sito molto conosciuto, tanto che nel novembre del 2011 l’azienda aveva deciso di quotarsi in Borsa, con una offerta pubblica d’acquisto da 700 milioni di dollari, la seconda più grande per una società di Internet dopo quella di Google nel 2004. Le cose però non erano andate come previsto e fin da subito c’erano stati grossi problemi che avevano aumentato l’incertezza degli investitori, tanto che nel giro di un anno l’azienda aveva perso circa l’80 per cento del suo valore iniziale.
Nel quarto e ultimo trimestre del 2019 l’azienda ha realizzato ricavi per 612 milioni di dollari (circa 566 milioni di euro), in calo del 23 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018; in totale nel 2019 i ricavi sono scesi del 16 per cento rispetto all’anno precedente e l’utile lordo è sceso del 15 per cento. Per quanto riguarda il solo settore dei beni fisici, l’utile lordo nel quarto trimestre è diminuito del 45 per cento in Nord America e del 28 per cento nel resto del mondo.
L’azienda ha attribuito i risultati negativi principalmente a come negli ultimi anni è cambiato il mercato dell’e-commerce per quanto riguarda la vendita e l’acquisto di oggetti, dove Amazon e poche altre grandi aziende hanno gradualmente preso il controllo lasciando a Groupon uno spazio sempre più ridotto. «Non abbiamo realizzato le prestazioni finanziarie che ci aspettavamo durante il quarto trimestre e riconosciamo che dobbiamo cambiare rapidamente le cose per riportare Groupon su una traiettoria di crescita», ha detto Williams.
Secondo le stime di Williams il mercato delle “esperienze” locali varrebbe da solo 3mila miliardi di dollari (poco meno di 3mila miliardi di euro) e Groupon sarebbe una delle aziende meglio posizionate, nonostante controlli a malapena l’1 per cento di tutto il mercato. Per questo motivo l’azienda crede che ci sia margine per crescere ancora di più, concentrando tutti gli sforzi solo sulle esperienze e lasciando l’e-commerce di merci fisiche ad aziende più grandi. «Al fine di mantenere e aumentare il nostro vantaggio competitivo, riteniamo di dover agire con urgenza e pianificare l’uscita dal settore delle merci in Nord America entro il terzo trimestre e nel resto del mondo entro la fine dell’anno», si legge nel comunicato diffuso martedì agli investitori.