L’economia del Giappone si è fermata
Si è contratta del 6 per cento in tre mesi: c'entrano l'aumento della tassa sui consumi e i danni provocati da due tifoni, e il nuovo coronavirus sta peggiorando le cose
Nell’ultimo trimestre del 2019 il PIL del Giappone è sceso del 6,3 per cento su base annualizzata, ovvero un calo dell’1,6 per cento rispetto al trimestre precedente, una contrazione molto maggiore del 3,8 per cento prospettato dagli analisti, nonché il risultato peggiore dal primo trimestre del 2014. Per il Giappone – la terza economia del mondo – è stato il primo trimestre di contrazione dopo tre trimestri consecutivi positivi.
Tra le principali cause di questo risultato negativo ci sono i consumi dei cittadini giapponesi, che nell’ultimo trimestre sono scesi del 2,9 per cento. Il motivo è da imputare soprattutto alla decisione presa a inizio ottobre dal governo giapponese di aumentare la tassa sui consumi – l’equivalente della nostra IVA – dall’8 al 10 per cento. La misura si era resa necessaria per risanare le casse dello stato e sostenere le spese per le politiche sociali che in Giappone, con una popolazione sempre più anziana, gravano pesantemente sulle finanze pubbliche.
La misura è servita anche a rimediare ai danni provocati dai due tifoni che si sono abbattuti tra settembre e ottobre nel paese e che hanno causato complessivamente 69 morti. Nello stesso periodo, inoltre, c’era stato anche un calo generale delle esportazioni, dovuto alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. A dicembre il primo ministro Shinzo Abe aveva annunciato che l’aumento della tassa sui consumi sarebbe stato compensato da altre misure e aveva stanziato un budget da 26 mila miliardi di yen (215 miliardi di euro), di cui circa la metà destinata a tagliare le tasse.
La preoccupazione degli analisti è che questa situazione potrebbe peggiorare ulteriormente nel prossimo trimestre, a causa del nuovo coronavirus (SARS-CoV-2).
Già oggi, a circa un mese dall’inizio della diffusione del virus, si nota l’impatto negativo che il virus sta avendo sull’economia giapponese: è innanzitutto diminuito l’arrivo di visitatori dalla Cina, che di solito è il paese che contribuisce di più al turismo in Giappone; inoltre molte aziende giapponesi, tra cui Toyota, Honda e Nissan, hanno dovuto sospendere la propria produzione nelle fabbriche in Cina. Nissan ha anche comunicato la sospensione dei lavori in un impianto nella prefettura di Fukuoka – la prima chiusura di una fabbrica giapponese dall’inizio della diffusione del virus – a causa del ritardo nell’arrivo di alcuni componenti dalla Cina.
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