Dieci quartieri belli e poco turistici di dieci città europee
Li ha scelti il Guardian andando oltre Shoreditch e Kreuzberg, per fuggire alla ressa dei centri storici in posti come Praga, Varsavia e Parigi
Quando si visita una capitale o una grande città europea è normale sentirsi sopraffatti dalle resse dei centri storici e stufarsi dei locali più turistici: anche senza arrivare a evitare del tutto i posti da guide turistiche, per i quali nella maggior parte dei casi vale la pena sopportare i grupponi in gita e la gente che fa le foto coi tablet, spesso i momenti più belli di un weekend all’estero sono quelli passati nei quartieri dove va davvero a passare il tempo la gente del posto. Quartieri che, succede sempre, perdono progressivamente la loro autenticità man mano che vengono scoperti fuori dai confini cittadini, grazie ad articoli come quello che state leggendo: ma presi nel momento giusto possono regalare grandi soddisfazioni. Il Guardian ne ha scelti dieci in giro per l’Europa, tralasciando quelli che ormai hanno scavallato come Shoreditch a Londra o Kreuzberg a Berlino, e concentrandosi anche su città meno battute, come Belgrado e Göteborg.
«Mentre Stoccolma prova davvero a impressionarti, con i suoi angoli raffinati e super stilosi, la seconda città della Svezia è più naturale nel suo essere cool, e non c’è posto che lo sia di più di Järntorget e Långgatorna, dove la gente del posto va a rilassarsi». Göteborg è una grande città universitaria e i due quartieri scelti dal Guardian sono a sud ovest del centro, sulla riva meridionale del fiume Gota, dove un tempo cercavano svago i portuali. Oggi è pieno di locali per musica dal vivo, come il vecchio cinema Pustervik, e di negozi di dischi come Dirty Records e Andra Långgatans Skivhandel. Per mangiare il Guardian consiglia il Kafé Magasinet, dentro una vecchia casa d’aste, specialmente per la veranda e la Soho Beer House, con una gran selezione di birre.
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Nella zona sud est della città, intorno alla Université libre de Bruxelles, in questo quartiere vivono anziani e storici abitanti di Bruxelles insieme a immigrati che hanno aperto negozi e ristoranti e agli studenti universitari. Il See U è una vecchia fabbrica convertita per ospitare piccoli negozi e mercati. Tra gli altri posti da vedere citati dal Guardian c’è il Boire et Fumer, specializzato in cocktail e sigari, la cioccolateria Alchimie du Chocolat, il suggestivo Cimitière d’Ixelles, o ancora la Place de la Petite Suisse per la cucina asiatica e il Café Ricardo’s per quella portoghese.
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All’inizio degli anni Duemila molte delle case decorate con piastrelle colorate del Cabanyal, un vecchio borgo di pescatori, rischiarono di essere demolite per via di un progetto urbanistico dell’allora amministrazione di destra. Ne nacque una battaglia politica che andò avanti per un decennio, ma alla fine la maggior parte delle demolizioni – non tutte – furono impedite dalle proteste dei residenti e delle associazioni civiche. Oggi, dice il Guardian, Cabanyal è un posto poco frequentato dai turisti e dove i nuovi bar e negozi si stanno adattando bene alla vecchia identità di quartiere, che si può apprezzare al meglio girandolo in bicicletta. Ci sono due bei musei poco noti, uno sulla Pasqua e uno sul riso, un mercato caratteristico e tutte le cose legate alle piastrelle. Per mangiare il Guardian consiglia la Casa Montaña per mangiare acciughe e cozze e la Fabrica de Hielo, un bar molto grande in un vecchio stabilimento per il riso.
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È un quartiere a est del centro, vicino alla stazione centrale: ospita l’Accademia di belle arti di Porto e per questo è molto vivace dal punto di vista delle mostre e delle gallerie. Il parco di Nova Sintra offre una bella vista sul Douro, il fiume che attraversa la città. Essendo fuori dai circuiti turistici ha mantenuto una serie di ristoranti dove mangiare cose tipiche a buon prezzo, accanto a posti più raffinati come il Pedro Limão.
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Si trova nella parte sud est della città, sotto al più famoso Kreuzberg, con il quale condivide molte cose: è un quartiere multietnico che negli ultimi anni ha attraversato un processo di gentrificazione che ha attirato studenti, creativi e artisti. Oggi convivono gallerie d’arte e ristoranti mediorientali, e l’epicentro è Schillerkiez, l’area vicino al parco Tempelhof piena di posti dove fare sport all’aperto. Il Guardian suggerisce di ascoltare la musica al Loophole, di fare shopping di cose vintage nei molti negozi specializzati, di pranzare nell’economico ristorante vietnamita Hamy e di bere birra e cocktail in Weserstrasse. Il posto dell’aperitivo invece è il Klunkerkranich, sul tetto di un centro commerciale.
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Varsavia è da anni un’apprezzata meta per un weekend in Polonia, economica e vivace: Powiśle è un quartiere sulla riva ovest della Vistula dove ricredersi riguardo al meteo polacco, visto che d’estate ci sono il verde e il caldo. Ci si può arrivare in traghetto, bere una birra sulle barche ormeggiate lungo il fiume, cenare nei molti ristoranti vietnamiti o in quelli vegani, un vanto della città.
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È il quartiere nel nord della città racchiuso in un’ansa del fiume Moldava che in un decennio di massiccia gentrificazione si è trasformato: gli affitti bassi e gli edifici abbandonati hanno permesso la nascita di molti posti dove bere, mangiare e visitare mostre. C’è un pezzo della Galleria Nazionale, il Museo della tecnica, il parco di Letná per una vista sulla città. Tra i posti in cui bere o mangiare qualcosa, il Guardian consiglia una colazione al Cafe Letka, la pasticceria Erhart, un pasto fusion al Bar Cobra, prima di finire la serata ballando al Cross Club.
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Nell’VIII municipio, a sud del centro, Ostiense è il quartiere con la Basilica di San Paolo fuori le mura e la Centrale Montemartini, l’ex centrale termoelettrica che dal 2001 ospita in modo permanente un’esposizione di circa 400 statue romane provenienti dai Musei Capitolini, un posto apprezzatissimo e ancora poco frequentato dalla gran parte dei turisti che visitano Roma. Ostiense è in parte un quartiere universitario, per via dell’Università di Roma Tre che ha cambiato la vocazione un tempo industriale dell’area, ed è collegato al centro dalla Metro B. Potete fare un giro al cimitero acattolico, dove sono sepolti tra gli altri John Keats e Antonio Gramsci, e vedere una piramide a Roma, quella di Caio Cestio. Tra i posti per mangiare, il Guardian suggerisce la trattoria Pennestri e l’Osteria Fratelli Mori, ma potete anche chiedere ai vostri amici romani, se ne avete.
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A nord del centro, tra la fortezza di Kalemegdan e il Danubio, secondo il Guardian Dorćol è un posto che detta la linea al resto della città per quanto riguarda i bar e i ristoranti, da cercare tra le ville di inizio Novecento e i palazzoni titini. Un tempo quartiere ebraico e posto di mercanti, è stato fortemente snaturato nel Novecento e oggi non è necessariamente bello, ma è il posto dove succedono le cose, dice il Guardian. Andate al centro culturale costruito nelle vecchie fabbriche di Dorćol Platz, sbirciate il centro sportivo aperto dal tennista Novak Djokovic, bevete un cocktail al Blaznavac o una birra artigianale al Beogradski Market e poi cenate all’Homa.
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Il XX arrondissement, sulla rive droite, è conosciuto principalmente per il cimitero di Père-Lachaise, dove sono sepolti Oscar Wilde e Jim Morrison: ma poco distante, nell’area che si sviluppa intorno a Place de la Réunion, c’è il quartiere di Charonne, oggi multiculturale e vivace dal punto di vista culturale. Il giovedì e la domenica c’è il mercato, la gente del posto va al Café Sans Nom, e secondo il Guardian altri posti da vedere sono la vineria Au Bon Vingt, il Quartier Rouge per ascoltare un po’ di jazz e il Moki Bar per il bicchiere della staffa.
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