È stato riaperto il caso contro l’attore americano Jussie Smollett, accusato di aver organizzato una finta aggressione omofoba nei suoi confronti
È stato riaperto il caso giudiziario contro l’attore statunitense Jussie Smollett, che l’anno scorso aveva raccontato di essere stato aggredito e insultato con frasi omofobe da due uomini per poi essere accusato di aver organizzato lui stesso l’aggressione. Martedì, a Chicago, Smollett è stato formalmente accusato di aver mentito alla polizia: erano le stesse accuse che gli erano state rivolte e poi ritirate lo scorso marzo.
Kim Foxx, procuratrice distrettuale di Cook County, in Illinois, aveva deciso di far cadere tutte le accuse nei confronti di Smollett, nonostante il parere contrario della polizia: non riteneva che Smollett fosse un pericolo per la società. Ora sono state rinnovate per via dell’indagine del procuratore speciale Dan K. Webb, secondo cui non c’erano ragioni per chiudere il caso. Webb sta ancora indagando per capire se Foxx abbia commesso degli errori o si sia comportata in modo scorretto.
Secondo la polizia Smollett avrebbe organizzato la finta aggressione per ottenere visibilità dato che non era soddisfatto dello stipendio per il suo ruolo nella serie tv Empire, da cui poi è stato licenziato dopo essere stato arrestato. Smollett al momento è impegnato in una causa civile con il dipartimento di polizia di Chicago e secondo la sua avvocata Tina Glandian è ingiusto che Webb abbia usato nella sua indagine prove provenienti da quel dipartimento; Glandian ritiene anche che la riapertura del caso abbia motivazioni politiche dato che Foxx è in campagna elettorale per farsi rieleggere come procuratrice.