Cosa si sono detti al dibattito dei Democratici
Biden ha provato a dare il colpo di coda e i più attaccati sono stati Buttigieg e Sanders, che però si sono difesi bene
Nella notte tra venerdì e sabato c’è stato un nuovo dibattito televisivo tra i candidati alle primarie Democratiche statunitensi che sceglieranno l’avversario di Donald Trump alle elezioni presidenziali di novembre. Il dibattito, organizzato dalla rete ABC, si è tenuto a Manchester, in New Hampshire, il piccolo stato del nord-est degli Stati Uniti in cui si voterà martedì. È stato un confronto piuttosto teso, rispetto ai precedenti, e caratterizzato dai molti attacchi rivolti all’ex sindaco Pete Buttigieg e al senatore Bernie Sanders, i due candidati che sono andati meglio al primo appuntamento delle primarie, i caucus dell’Iowa che si sono tenuti la scorsa settimana.
I risultati ufficiali dell’Iowa non ci sono ancora: per un grosso pasticcio nel conteggio dei voti, dovuto all’app con cui sono stati registrati i voti e al complicato e superato meccanismo dei caucus, una forma di votazione che non prevede direttamente schede da scrutinare, il riconteggio è ancora in corso. Sappiamo però che quasi certamente Sanders è il candidato che ha preso più voti, ma Buttigieg è quello che ha ottenuto più delegati per via della distribuzione dei suoi voti. Sappiamo anche che gli altri due principali candidati, la senatrice Elizabeth Warren e l’ex vice presidente Joe Biden, sono andati rispettivamente male come previsto e sorprendentemente male.
Nel dibattito in New Hampshire, che si è svolto pochi giorni dopo l’assoluzione di Trump al processo di impeachment, Buttigieg è stato attaccato dagli altri candidati per la sua scarsa esperienza e per i suoi legami con grandi donatori, Sanders per le sue idee giudicate troppo radicali dai candidati più moderati e per il suo passato da oppositore delle leggi sul controllo delle armi.
Biden, che è in un momento di grande difficoltà e che deve riprendersi nei prossimi stati in cui si vota per salvare la sua campagna elettorale, ha iniziato attaccando Buttigieg per il suo scarso consenso tra le minoranze. Eccezion fatta per Andrew Yang, candidato di origini taiwanesi senza reali possibilità di vittoria, i candidati Democratici rimasti sono tutti bianchi, e questo è vissuto come un grosso problema in vista di un’elezione presidenziale complicata in cui sarà necessario allargare il più possibile la base di votanti. Biden è quello che va meglio nei sondaggi tra le minoranze, e sta cercando di sfruttare questo punto contro Buttigieg, candidato percepito come “bianchissimo”, ma anche contro Warren e Sanders, che a loro volta faticano tra afroamericani, ispanici e tra le altre principali etnie statunitensi.
Biden ha poi attaccato anche Sanders, accusandolo di voler minare le possibilità di vittoria dei Democratici associandoli al socialismo, e tirando fuori la sua opposizione alle leggi sul controllo delle armi negli anni Novanta. Sanders si è difeso dicendo che era parte del suo lavoro, rappresentando «uno stato molto, molto rurale».
Il dibattito in New Hampshire è stato interpretato da molti osservatori come una delle ultime possibilità per Biden e Warren di riprendersi in queste primarie: i confusi e parziali risultati dell’Iowa hanno rallentato quella che altrimenti sarebbe stata una grande inerzia mediatica di Sanders e Buttigieg, che in circostanze normali sarebbero arrivati trionfanti in New Hampshire. La confusione ha avvantaggiato Warren e Biden, che però devono tenere il colpo alle elezioni di martedì per sperare di essere ancora in ballo ai due successivi appuntamenti, le primarie in Nevada e in South Carolina, rispettivamente il 22 e il 29 febbraio. Essendo due stati molto diversi dal punto di vista sociale e demografico da Iowa e New Hampshire, Warren e soprattutto Biden sperano di ottenere risultati decisamente migliori.
Nonostante i continui attacchi, Buttigieg e Sanders si sono difesi bene, secondo gli osservatori, rispondendo a tono e puntualmente agli avversari. Ha un po’ sorpreso invece il comportamento di Warren, che nonostante sia in una fase di grande difficoltà nella sua campagna elettorale ha usato il tempo a sua disposizione principalmente per ripetere i punti chiave del suo programma, senza attaccare granché gli avversari, anche in situazioni in cui avrebbe potuto facilmente farlo.