Il giornalista statunitense Glenn Greenwald è stato scagionato dalle accuse di reati informatici in Brasile
Il giornalista statunitense Glenn Greenwald è stato scagionato da un tribunale brasiliano dalle accuse di reati informatici. Greenwald era stato incriminato in Brasile a gennaio perché mesi prima il sito The Intercept, da lui fondato, aveva pubblicato un’inchiesta basata su una grande quantità di documenti riservati: mostravano come magistrati e giudici brasiliani si fossero messi d’accordo per escludere l’ex presidente Lula dalle elezioni poi vinte da Jair Bolsonaro.
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In particolare i magistrati lo accusavano di far parte di un’organizzazione criminale che aveva hackerato i telefoni cellulari di magistrati e politici per poterne leggere le conversazioni private. Sempre secondo i magistrati, Greenwald e The Intercept non avevano solamente ricevuto e pubblicato il contenuto dei messaggi, ma avevano avuto “un ruolo chiave” nel facilitare il lavoro degli hacker. Greenwald ha sempre sostenuto di avere ricevuto le informazioni da una fonte anonima, di cui non conosceva l’identità, e di avere valutato insieme ai suoi colleghi – e insieme a giornalisti di altri giornali – la rilevanza e l’autenticità delle informazioni. Il tribunale brasiliano che ha scagionato Greenwald ha incriminato sei presunti hacker con l’accusa di aver fatto trapelare e consegnato a Greenwald i messaggi privati di magistrati e politici.
Greenwald ha 52 anni, vive in Brasile dal 2005, è molto critico verso il presidente Bolsonaro e molto noto nel giornalismo investigativo per aver vinto nel 2014 il premio Pulitzer per le inchieste basate sui documenti sottratti al governo statunitense da Edward Snowden.