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  • Venerdì 7 febbraio 2020

Cosa sappiamo del Frecciarossa deragliato in provincia di Lodi

A causare l'incidente sembra sia stato uno scambio rimasto aperto dopo un intervento di manutenzione, ma la procura sta ancora indagando

(AP Photo/Antonio Calanni)
(AP Photo/Antonio Calanni)

Giovedì mattina, alle 5.35, un treno Frecciarossa 1000 di Trenitalia è deragliato in provincia di Lodi, a Ospedaletto Lodigiano, in località Cascina Griona. Nell’incidente sono morti Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo, un macchinista e un altro ferroviere, che si trovava anche lui nella cabina di guida. I feriti sono in tutto 31, nessuno dei quali in gravi condizioni.

Per sapere con certezza cosa abbia causato il deragliamento bisognerà aspettare i risultati dell’inchiesta avviata dalla procura di Lodi, che ha messo sotto sequestro l’area dell’incidente, ma dalle prime analisi della polizia scientifica sembra che il problema sia stato un deviatoio – uno “scambio” – posizionato in maniera scorretta. Anche il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, giovedì pomeriggio durante una conferenza stampa ha detto che il treno «è deragliato all’altezza di uno scambio che doveva essere posto in una certa posizione e così non era» e ha escluso che possa essersi trattato di un attentato.

Cos’è successo giovedì mattina

Il treno, un Frecciarossa 1000 siglato AV9595, era partito alle 5.10 dalla stazione di Milano Centrale. Era il primo treno della giornata a transitare su quella linea dell’alta velocità. Si stava dirigendo a circa 300 chilometri orari verso Bologna, su un binario che corre tutto dritto, senza mai fare deviazioni. Al chilometro 166+771, però, il treno ha deviato verso sinistra dirigendosi verso un binario secondario.

Il primo vagone del treno – dove si trova la cabina del macchinista – è uscito dai binari e si è ribaltato, staccandosi dal resto del treno e finendo a diversi metri dai binari. Il vagone – su cui oltre alla cabina del macchinista c’era un numero limitato di posti per i passeggeri – si è poi schiantato contro due macchinari di manutenzione parcheggiati, e nell’impatto sono morti Cicciù e Di Cuonzo. I vagoni che gli stavano dietro invece sono andati avanti per alcune centinaia di metri lungo i binari, uscendone poi a loro volta. Di questi, solo uno si è però ribaltato di lato, come mostrano bene le immagini dall’alto scattate dopo l’incidente.

(EPA/MATTEO BAZZI)

Il deviatoio e la sua posizione

Anche se le cause dell’incidente vanno ancora accertate, fin da subito le ipotesi si sono concentrate su un deviatoio, trovato in posizione deviata sul tracciato ferroviario. Il deviatoio, o scambio, è il sistema che permette al treno di deviare il proprio percorso dal tracciato principale verso uno alternativo, e quindi cambiare binario. Nel caso di giovedì mattina, il Frecciarossa non avrebbe dovuto deviare, e avrebbe dovuto continuare dritto fino a Bologna. Il deviatoio avrebbe dovuto essere quindi in posizione normale, per proseguire lungo il tracciato principale.

Sembra che a causare l’errato posizionamento del deviatoio sia stato un errore umano, compiuto durante i lavori di manutenzione delle rotaie effettuati circa un’ora prima del passaggio del treno. Un fonogramma inviato giovedì e pubblicato dal Fatto Quotidiano mostra come alle 4.45 di giovedì mattina gli operai avessero inviato alla centrale operativa una notifica della “disalimentazione” del deviatoio e del successivo posizionamento in maniera normale. Non è chiaro al momento se gli operai che hanno eseguito i lavori di manutenzione fossero dipendenti di Rfi o di una ditta esterna, da quanto ha riferito il procuratore Chiaro: «Sappiamo che c’era un intervento in corso sulla linea. Non so se è un servizio assegnato all’esterno, mi pare che fosse personale di Rfi», ha detto nella conferenza stampa di giovedì.

Nel fonogramma – un messaggio scritto che viene trasmesso con la linea telefonica – si legge: «Deviatoio n. 05 disalimentato e confermato in posizione normale come da fonogramma n. 78/81 fino a nuovo avviso». In sostanza, come spiega Repubblica, gli operai che avevano fatto la manutenzione avevano disattivato l’impianto elettrico dello scambio di Ospedaletto Lodigiano, che ne permette l’apertura e la chiusura da remoto, «probabilmente per esigenze di manutenzione», e lo avevano lasciato montato in posizione deviata, comunicando però il contrario alla centrale.

Il fatto che il deviatoio fosse senza alimentazione non avrebbe dovuto impedire di rilevare la sua effettiva posizione ai sistemi di sicurezza, che servono per gestire la liena e fermare i treni in caso di anomalie. Stando alle prime ricostruzioni, sarebbero stati quindi due gli errori che hanno contribuito a causare l’incidente: innanzitutto il posizionamento del deviatoio in modo non corretto, e in secondo luogo la disalimentazione, che ha impedito di correggere l’errore da remoto. Gli operai che avevano operato la manutenzione sono stati ascoltati dagli inquirenti già giovedì, e nelle prossime ore verranno ascoltati anche gli operai che avevano svolto interventi sulla stessa linea in precedenza. Al momento la procura di Lodi indaga per disastro colposo, omicidio colposo e lesioni multiple, ma per ora non c’è nessun iscritto nel registro degli indagati.