Quale adattatore comprare prima di partire per un viaggio
Anche se un adattatore universale sembra la soluzione più comoda, gli adattatori singoli potrebbero farvi risparmiare spazio e tempo
Quando viaggiamo ci portiamo dietro una gran quantità di oggetti elettronici ricaricabili: smartphone, tablet, smartwatch, powerbank, macchine fotografiche, e-reader, computer portatili, per elencare solo le cose più comuni. Quando poi andiamo all’estero, al numero di caricatori e cavetti USB che ci portiamo dietro, si aggiunge la complicazione delle prese, che in tutto il mondo sono di 18 tipi diversi.
Ci sono i cosiddetti adattatori singoli, da attaccare direttamente alla spina del caricatore, oppure gli adattatori universali, che si adattano alla maggior parte delle prese ma che sono anche parecchio ingombranti e pesanti, e per questo, soprattutto da quando usiamo tanto i cavi USB, sono meno convenienti. Per chi deve partire a breve per un viaggio all’estero, abbiamo messo insieme le cose da sapere.
Le prese nel mondo
Partiamo dalle prese (e dalle rispettive spine): ne esistono 18 tipi diversi in giro per il mondo, in alcuni casi molto diverse, in altri casi compatibili le une con le altre. Per esempio, in Brasile e Sudafrica ci sono prese che non esistono in Europa ma che, per come sono fatte, sono compatibili anche con le spine europee di tipo C, quelle a due poli identificate come CEE 7/16 nell’Unione Europea.
A grandi linee, possiamo dire che i tipi di prese più diffusi nel mondo sono quattro: il tipo G che ha tre poli e si usa nel Regno Unito, ma anche in Irlanda, a Cipro, Hong Kong, Malta, Singapore e in altre regioni dell’Asia e del Medio Oriente; il tipo C che si trova in quasi tutta Europa; il tipo I, a tre poli come il G, che è diffuso in Australia, Nuova Zelanda e qualche altra regione dell’Oceania; e il tipo A, a due poli ma non compatibile con le spine europee, che si usa in molti posti tra cui Canada, Cina, Giappone e Stati Uniti.
Per essere sicuri del tipo di prese che troverete nel paese in cui avete in programma di andare, vi consigliamo di fare una ricerca qui o guardare su Wikipedia.
Adattatore universale
Considerato quanti tipi diversi di spine esistono, avrete capito che anche quelli che vengono chiamati adattatori universali non sono veramente “universali”, ma compatibili con le prese dei quattro tipi più diffusi che abbiamo visto: A, C, G e I. Oltre alla compatibilità con i principali tipi di spina e con i principali tipi di presa, che è una caratteristica che accomuna tutti gli adattatori universali, ci sono altre caratteristiche da considerare, se state pensando di comprarne uno. Secondo Wirecutter, l’autorevole sito di recensioni del New York Times, le caratteristiche più importanti sono il numero e il tipo di prese USB, la potenza e l’ingombro, visto che andrà messo in valigia.
Tra gli adattatori in vendita online in Italia, abbiamo cercato dei prodotti che avessero le stesse caratteristiche di quelli selezionati da Wirecutter (che in Italia non si trovano). Abbiamo trovato questo dell’azienda cinese Loetad (20 euro) e questo di Evershop (23 euro). Sono tra i più venduti su Amazon e hanno parecchie recensioni, entrambi con una buona media di stelline. Come i migliori adattatori universali selezionati da Wirecutter, hanno quattro ingressi USB-A (il tipo più diffuso) e un ingresso USB-C, che magari al momento potrebbe non interessarvi ma col tempo vi tornerà utile, perché questo tipo di attacco sarà sempre più diffuso. Secondo il sito di tecnologia The Verge, l’ingresso USB-C è una caratteristica imprescindibile dei nuovi adattatori universali.
Entrambi gli adattatori citati hanno la forma di un parallelepipedo, sono abbastanza compatti e leggeri, e hanno un sistema di protezione contro il sovraccarico, il surriscaldamento, la sovratensione e il cortocircuito.
Attraverso l’insieme delle porte USB, eroga fino a 5,6 ampere, il valore massimo che si trova in giro per gli adattatori: con cariche minori, ci vuole più tempo perché i dispositivi attaccati si carichino completamente. Bisogna però ricordare che la carica massima per una singola uscita USB-A è di 2,4 ampere e per una singola USB-C è di 3 ampere: dunque usando tutti e cinque gli ingressi contemporaneamente non si riescono a caricare i dispositivi alla massima velocità. Questa si ottiene usando un solo ingresso, oppure l’USB-C contemporaneamente all’USB-A, oppure ancora usando non più di due USB-A.
Quando conviene?
Se state valutando un acquisto in previsione di un viaggio all’estero, però, non è detto che l’adattatore universale sia la scelta migliore. Dopo cinque anni passati quasi sempre in viaggio, per esempio, Geoffrey Morrison, il redattore del New York Times esperto di viaggi e tecnologia che ha fatto i test per Wirecutter, ammette di preferire gli adattatori singoli, quelli che si mettono direttamente sulla spina dei caricatori e la adattano a un tipo particolare di presa. Anche gli adattatori universali più compatti, infatti, sono comunque più ingombranti e più pesanti degli adattatori singoli, più piccoli e leggeri. E, anche se ci risparmiano di mettere in valigia un caricatore per ogni dispositivo da ricaricare, quando vengono usati al massimo delle loro possibilità risultano, come abbiamo visto, più lenti rispetto a un caricatore per un unico dispositivo abbinato a un adattatore singolo.
Se avete già un caricatore USB multiplo (cioè con più di un ingresso USB), potreste non aver bisogno di comprare un adattatore universale. Per caricare più di due dispositivi contemporaneamente in tempi brevi, infatti, conviene avere dei caricatori singoli o multipli con i rispettivi adattatori, piuttosto che un adattatore universale la cui carica sarà necessariamente divisa tra i dispositivi in carica. Tra i caricatori multipli, Wirecutter ne consiglia due di Anker: uno è PowerPort PD 2 (30 euro) che ha un ingresso USB-A e un ingresso USB-C, l’altro è PowerPort 2 che ha due ingressi USB-A. Quest’ultimo non si trova in vendita in Italia, ma sempre di Anker è disponibile un prodotto simile a 13 euro. In entrambi la carica è sufficiente a caricare due dispositivi alla massima velocità di carica possibile.
Infine, come abbiamo già detto, l’adattatore universale non è veramente universale: potreste trovarvi di fronte a una presa incompatibile con l’adattatore (anche in regioni del mondo dove vi aspettereste di trovare una delle quattro spine principali) e a quel punto oltre ad andare in cerca dell’adattatore giusto dovrete procurarvi anche un caricatore. Infatti, non si può usare un adattatore con un adattatore universale.
Un adattatore singolo infine andrà inevitabilmente comprato se decidete di andare in zone del mondo in cui sapete già che le prese non sono compatibili con nessuna delle quattro spine presenti nell’adattatore universale.
Adattatore singolo
Online si trovano adattatori singoli di tutti i tipi, anche in confezioni da più di un pezzo. Una redattrice che è andata in Giappone la primavera scorsa con uno smartphone (che metteva in carica tutte le sere), un tablet (da mettere in carica ogni 2 o 3 giorni), una powerbank (che durava 1 o 2 giorni) e un e-reader (con autonomia di una settimana circa) ha portato con sé un caricatore multiplo con due prese USB-A, un caricatore singolo e tre cavetti (uno per l’unico dispositivo Apple, gli altri due per tutto il resto). Ha acquistato due adattatori singoli a 6 euro, ma a posteriori dice che ne sarebbe bastato uno solo per il caricatore multiplo.
Oltre a questi adatti alle prese giapponesi (che quindi vanno bene anche negli Stati Uniti e in Cina, ad esempio), su Amazon si trovano adattatori singoli di tutti i tipi e per tutte le spine: per esempio questi da 9 euro se dovete andare nel Regno Unito e questi da 13 euro se dovete andare in Australia. Non si trovano, invece, set di adattatori singoli di diversi tipi, come quelli che raccomanda Wirecutter.
E i convertitori?
Gli adattatori di cui abbiamo parlato finora non sono convertitori di tensione: il loro lavoro è semplicemente quello di prendere la corrente dalla presa attaccata al muro e farla arrivare a tutto ciò che decidiamo di attaccarci. Nella maggior parte dei casi, questo non dovrebbe essere un problema di cui preoccuparsi: i caricatori dei nostri dispositivi dovrebbero in teoria adattarsi a qualsiasi tipo di tensione (si dice che sono a voltaggio doppio) e quindi vanno bene sempre. Per verificarlo basta controllare se sul vostro caricatore c’è scritto 100–230V 50/60Hz.
Se non trovate questa dicitura o se trovate scritto solo 230V–50Hz, allora il vostro caricatore potrebbe non funzionare con l’adattatore. Anche in questo caso comunque Wirecutter sconsiglia di acquistare un convertitore prima di andare all’estero: non c’è infatti la certezza che questo funzioni con elettrodomestici come asciugacapelli, ferri da stiro o piastre per i capelli. La soluzione di Geoffrey Morrison è lasciare questi oggetti ingombranti a casa quando si viaggia e usare i phon che ormai hotel, ostelli e appartamenti in affitto hanno quasi sempre in dotazione.
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